A BUDAPEST TIRA UNA BRUTTA ILARIA – I MEDIA UNGHERESI DI DESTRA E VICINI A ORBAN (CIOÈ QUASI TUTTI) ATTACCANO L’ANTIFASCISTA ILARIA SALIS, DEFINENDOLA “STUPIDA COME UNA ZUCCA”: “FINO CENTO ANNI FA, UNA PERSONA COME LEI SAREBBE STATA LAPIDATA. NOI INVECE LE FAREMO UN PROCESSO. QUI, QUALSIASI SPAZZATURA HA DIRITTO A DIFENDERSI” – IL MACABRO MURALE CON ILARIA CHE PENDE DA UNA FORCA: “ILA. ANTIFA”

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1 - I MEDIA UNGHERESI: «SALIS SPAZZATURA» E I NEONAZISTI RITORNANO IN PIAZZA

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

IL MURALE CONTRO ILARIA SALIS A BUDAPEST - UNGHERIA IL MURALE CONTRO ILARIA SALIS A BUDAPEST - UNGHERIA

Ilaria chi? Ma sì che la conoscete. È quella donna che viene ritratta mentre penzola da una trave nei poster appiccicati nel parco che circonda lo zoo. Sulla veste hanno scritto il suo nome abbreviato, per fare spazio alla scritta «Antifa», antifascista, è questa la colpa che le vale l’impiccagione.

 

L’editoriale È quella donna della quale si parla nell’editoriale di oggi del Magyar Nemzet , il quotidiano più venduto d’Ungheria tra i non tabloid, che dopo anni di pesanti scomuniche ha barattato la propria sopravvivenza con la sottomissione totale a Viktor Orban e alla sua personale idea di libertà di stampa.

 

ILARIA SALIS ILARIA SALIS

Non è un caso che anche qui l’accento venga posto, a randellate verbali, su un unico aspetto. «Fiera antifascista», è il titolo dell’articolo firmato dall’ex direttore della testata Laszlo Szentesi. «Fino a cento anni fa, una persona come lei sarebbe stata lapidata nei quattro quinti del mondo. Noi invece le faremo un regolare processo. Qui, qualsiasi spazzatura ha diritto a difendere se stessa davanti alla legge». L’italiana viene definita «stupida come una zucca». Questa è la parte finale della lapidazione a mezzo stampa: «Da qualche parte, in una bettola italiana, si è riunita con altre persone come lei piene di odio, malate, dalla vita personale miserabile e degradata per recarsi in Ungheria dove ha picchiato alcune persone fino quasi ad ammazzarle».

 

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN

Arrivano grida dallo slargo davanti al ministero dell’Interno, di fronte al ponte delle catene che collega le due parti della città. Non sono molti, al massimo cinquecento, ma ci sono tutti, con le loro bandiere. Verdi, socialisti, Coalizione democratica. Protestano contro la Presidente della Repubblica Katalin Novak, che ha concesso la grazia al vicedirettore di un orfanatrofio condannato per aver coperto atti di pedofilia commessi dal suo superiore.

 

I fatti risalgono al 2018, e sono avvenuti a Bicske, la piccola città accanto al villaggio dove è cresciuto Orban. La questione ha un valore simbolico. I pochi oppositori finiscono prima o poi per essere tacciati di pedofilia o omosessualità. La legge da lui voluta nel 2021 contro la pedofilia è servita soprattutto a equiparare ogni forma di diversità sessuale alla pornografia e agli abusi sui minori […].

 

ROBERTO E ILARIA SALIS ROBERTO E ILARIA SALIS

«Quale madre di famiglia darebbe la libertà a un pedofilo?», «Il pesce puzza dalla testa». Nel variopinto alternarsi dei tazebai di protesta per la perdita dei diritti civili, spicca l’assenza di qualunque riferimento a Ilaria Salis e alla sua detenzione che proprio domani compirà un anno.

 

Tre ragazze militanti sostengono di non averne mai sentito parlare. Un anziano pensionato «antifascista e libertario» che ha portato in piazza una decina di manifesti ascolta il riassunto della vicenda della maestra e militante monzese con vivo interesse, per poi commentare che le carceri ungheresi sono così da sempre, perché stupirsi

 

ROBERTO SALIS - PADRE DI ILARIA SALIS ROBERTO SALIS - PADRE DI ILARIA SALIS

[…] I murales con Ilaria impiccata fanno un macabro verso a quello che ritrae l’antifascista italiana mentre spezza le catene, affisso la notte del 30 gennaio davanti all’ambasciata ungherese a Roma. E costituiscono un avviso di chiamata.

 

Oggi dovrebbe esserci la replica di quel che avvenne l’anno scorso. La Giornata dell’onore, che richiama neonazi da mezza Europa per rievocare la resistenza delle truppe di Hitler, tra le quali figuravano moltissimi ungheresi, contro l’avanzata dell’Armata Rossa.

ilaria salis - diario del primo anni in carcere a budapest 4 ilaria salis - diario del primo anni in carcere a budapest 4

 

Fu questa parata di poche centinaia di persone […] a portare qui la Salis.  […] Nel tardo pomeriggio di oggi la piazza verrà occupata dai neonazi e dalle loro celebrazioni. Più in basso ci sarà il raduno degli antifascisti. Dall’Italia sono arrivati finora cinque militanti romani, che stamattina davanti al carcere saluteranno la loro compagna. Per farla sentire meno sola. Anche perché più di così, è difficile.

 

2 - LE FORCHE DI BUDAPEST

Estratto dell’articolo di Niccolò Zancan per “La Stampa”

 

Sotto un ponte, dietro "Piazza degli Eroi". Lì c'è un gigantesco adesivo appiccicato al cemento grezzo, raffigura una ragazza che pende da una forca: impiccata, morta. E sul petto di quella ragazza, c'è scritto: «Ila. Antifa». Così - avverte quel murales - devono finire le ragazze antifasciste in Ungheria.

 

Budapest è una città in preda ai fantasmi del passato. Budapest nera. Budapest capitale della prima democrazia illiberale d'Europa. Budapest che oggi si prepara ad accogliere una parata di neonazisti che intendono celebrare il «giorno dell'onore».

 

ILARIA SALIS ILARIA SALIS

Si ritroveranno a Buda in piazza Kapistra all'imbrunire, percorreranno "via dell'Assedio" e poi marceranno nei boschi. Cioè ripercorreranno le stesse strade che i soldati nazisti ungheresi percorsero per cercare inutilmente di spezzare l'assedio dell'Armata Rossa. Settantanove anni dopo, andrà ancora in scena l'epilogo tragico della seconda guerra mondiale in questo preciso punto geografico: 18 mila morti.

 

«Ogni volta cercano di fare passare questo raduno come un appuntamento sportivo per famiglie, ma poi piazzano i check-point lungo la strada, sono vestiti come SS e portano gli stemmi di Adolf Hitler», dice preoccupato Zsombor Szász. Lavora nel municipio sulla piazza. «Anche noi oggi faremo una piccola manifestazione istituzionale, perché non vogliamo lasciare la nostra storia nelle mani dei neonazisti. I soldati sono comunque patrioti, quindi è giusto ricordare quello che è successo, cercare una riconciliazione con il nostro passato».

LA DETENZIONE DI ILARIA SALIS - VIGNETTA BY ELLEKAPPA LA DETENZIONE DI ILARIA SALIS - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

 

La parola patria a Budapest si sente in continuazione. Tutti intendono ricordare «i patrioti caduti nell'assedio della città», anche i partiti più moderati. Anche la sindaca del primo distretto Marta Naszaly, esponente di un partito ambientalista, farà una beve commemorazione.

 

La storia dell'arresto di Ilaria Salis è incominciata qui, esattamente un anno fa. Quando quella donna antifascista, un'insegnante di Milano, fu arrestata su un taxi con due cittadini tedeschi dopo una serie di scontri nelle vie della città. Con i neonazisti a picchiare gli "zingari" e gli antifascisti a inseguire quelli vestiti di nero.

 

Ilaria Salis è in carcere da quel giorno. È accusata di fare parte di un'organizzazione internazionale con base in Germania, la Hammer band. È accusata di aver partecipato a un pestaggio in zona Bank utca. Rischia vent'anni di carcere. Ma le vittime dell'aggressione hanno riportato ferite guaribili in otto giorni.

 

ILARIA SALIS ILARIA SALIS

[…] Cielo grigio, pioggerellina intermittente. Le nuvole si addensano su Budapest. Da un lato della strada c'è il maestoso palazzo del parlamento ungherese, poco lontano l'istituto di detenzione di Gyorskocsi utca in cui sta passando i suoi giorni l'antifascista italiana. E sono stati giorni e notti fra topi e scarafaggi, quattro rotoli di carta igienica al mese, cotone per le mestruazioni, pane e salame marcio come unico pasto.

 

Da lì Ilaria Salis viene portata in catene alle udienze del processo, e con le catene ai polsi e ai piedi si è dichiarata «non colpevole». Era venuta a manifestare contro l'adunata nazista del 10 febbraio 2023. In pochi a Budapest conoscono la sua storia. Nessuno sa dire quello che succederà oggi, quanta gente prenderà parte alle manifestazioni contrapposte. È il settantanovesimo anniversario «del giorno dell'onore». È un altro giorno nero in Europa.

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