giorgina sparkling

DA UNA CASA ZOZZA A UNA ZOZZA IN CASA – VOLETE UNA SEXY COLF CHE VI SCOPI… PER TERRA? CHIAMATE GIORGINA SPARKLING, PER 50 EURO L’ORA PULISCE CASA SEMINUDA (MA È VIETATISSIMO TOCCARE!) – IL SUO RACCONTO: “FACEVO PARTE DI 'COMUNIONE E LIBERAZIONE', MI SONO STANCATA DI UNA VITA PERFETTINA - I DIPENDENTI IN SMART WORKING, SONO I MIEI CLIENTI MIGLIORI. MENTRE STANNO AL COMPUTER, GUARDANO ME IN TANGA CHE PULISCO. SONO COMUNQUE PERSONE DI ALTO LIVELLO” – CHI SONO I “CLIENTI FAMOSI” DI CUI NON PUÒ FARE I NOMI CHE VOGLIONO UNA DONNA DELLE PULIZIE SPECIALE?

Da www.fanpage.it

 

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Giorgina Sparkling è nota come la sexy colf d'Italia. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it, la modella e coniglietta di Playboy ha raccontato in cosa consiste il suo lavoro e ha svelato quanto guadagna. Il suo sogno è aprire una "compagnia di eventi di sexy colf" e ha già ricevuto numerose richieste da parte di persone desiderose di intraprendere la sua stessa carriera: "Mi hanno contattato donne, gay e trans". Giorgina Sparkling, infine, ha confidato: "Ho degli schiavi" e ha svelato le richieste che le fanno.

 

Sei una modella molto nota, coniglietta di Playboy, sei apparsa spesso in tv, da Ciao Darwin a Pomeriggio Cinque. Ma chi era Giorgina, prima di diventare un personaggio pubblico?

Ero tecnico dei servizi sociali. Lavoravo in una cooperativa sociale di tipo B che aiutava le persone con disabilità. Ero molto giovane, non avevo fatto neanche l’università, sono entrata con uno stage. Ho avuto fortuna e sono diventata la capo referente dell'ufficio.

 

GIORGINA SPARKLING

La responsabilità però era troppa per me. Dopo cinque anni sono impazzita. Non mi ritrovavo più in quella vita perfettina, in cui facevo parte di Comunione e Liberazione (un movimento cattolico fondato da Don Luigi Giussani, ndr) e andavo tutte le domeniche in chiesa.

 

E hai deciso di cambiare completamente direzione.

Sono scappata. Ho preso un aereo e sono andata a Washington D.C. da uno zio. Ho iniziato a lavorare nei casino, portavo i bicchieri a quelli che giocavano, poi ho fatto la ballerina techno. Facevo foto di nudo come modella, sono stata dieci anni in giro per il mondo. Avevo poco più di vent’anni.

 

Poi hai portato il servizio delle sexy colf in Italia. Come ti è venuta questa idea?

Ho cominciato negli Stati Uniti, quando non sapevo come sbarcare il lunario. Ho sempre fatto le pulizie a casa mia, così una mattina mi sono svegliata e mi sono detta: “Perché non farle in bikini?”.

 

Ho messo degli annunci in cui mi offrivo di lavare l’auto o di pulire la casa seminuda ed è stato un successo. Quando sono tornata in Italia, dato che non sapevo come fare a sopravvivere, ho fatto la sexy colf anche qui.

 

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In cosa consiste questo lavoro? È più una performance a domicilio o fai concretamente le pulizie? 

Le faccio veramente. Il cliente magari lavora al computer e nel frattempo io pulisco in bikini. Faccio tutto: lavo i pavimenti, le finestre, spolvero, stiro. E non mi tiro indietro davanti a una chiacchierata. Mentre sono lì che cucino, il cliente spesso viene a farmi delle domande.

 

Quanto guadagni facendo la sexy colf?

Qui in Italia mi faccio pagare 50 euro all’ora, negli Stati Uniti 80 dollari. Ovviamente non mi possono toccare. Preferisco mantenere un prezzo basso perché se lo alzi, poi si aspettano altro. A volte, mi chiamano per fare la sexy cuoca o la sexy cameriera. Se c'è una festa, cucino per tutti, servo da mangiare, però lì mi faccio pagare di più. E alla fine della serata faccio uno spogliarello.

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Ho notato che proponi questo servizio in diverse città. Ci sono delle persone che lavorano con te?

Non ancora, ma sto cercando di aprire la mia compagnia di eventi di sexy colf. Ci sono tante ragazze che vogliono lavorare. Ho tante richieste anche da gay e trans.

 

Voglio dare una possibilità a tutti. Al momento, le persone che sono in attesa che questo progetto diventi operativo sono una decina, tre uomini, sei donne e una trans.

 

Ricerchi persone che abbiano dei criteri specifici per lavorare con te come sexy colf?

No, si può essere bassi, alti, prosperosi…in fondo, le persone che richiedono il servizio hanno gusti diversi. Non ci sono neanche limiti d’età.

 

Chiunque può farlo, l’importante è che sappiano fare bene le pulizie, che sappiano cucinare senza avvelenare il cliente, che siano persone simpatiche, perché se vai lì e te la meni è inutile che ci vai.

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Hai clienti noti nel mondo dello spettacolo o dello sport? Qual è il profilo medio di chi richiede questo servizio?

Ho clienti famosi ma non posso fare nomi, altrimenti non mi chiamano più. Spesso partecipo alle feste private nello sport. Quanto al profilo medio, devo dire che i dipendenti in smart working, sono i miei clienti migliori. Mentre stanno al computer, guardano me in tanga che pulisco. Sono comunque persone di alto livello, come direttori di banca. Non sono impiegati o operai.

 

Qual è la cosa più strana che ti è capitata?

La primissima volta avevo pulito la casa di un tizio. Dopo tre, quattro ore ero stanchissima, tutta sudata, mi colava il trucco e questo mi ha detto: “Ma non me le pulisci le finestre?”. Ma come? Io me ne dovevo andare (ride, ndr). Ero scioccata.

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Capisco la fiducia nel prossimo, ma non hai timore a ritrovarti seminuda –  e quindi in una condizione di vulnerabilità – nella casa di uno sconosciuto?

Sì, ce ne sono di pazzi in giro. Proprio per questo faccio tante telefonate prima. Almeno cinque o sei perché il potenziale cliente capisca che non può assolutamente toccarmi. Su mille richieste, ne becchi cinquanta che siano davvero seri.

 

Se vedo un atteggiamento ambiguo, chiudo la telefonata. E poi ho un amico che mi accompagna a lavoro, viene a prendermi e mentre sono lì, mi contatta per sapere se vada tutto bene. Infine, mando ai clienti la mail con le regole da rispettare.

 

Quali sono?

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Guardare ma non toccare, non usare parole scurrili e se, facendo le pulizie, dovessi assumere posizioni che possono sembrare sexy – quando ad esempio mi piego – il cliente non può alludere a nulla di sessuale nei suoi discorsi.

 

Cosa rispondi a chi ritiene che questo tipo di lavoro mercifichi la donna e svilisca la dignità di chi fa la colf?

Per me non è così. Parlo per me stessa, ma il servizio che voglio dare è la pulizia. La cosa primaria è pulire, quindi non sto sminuendo le persone che lo fanno. Anzi, ne approfitto per dire alle colf d’Italia, di qualunque età, che se dovessero avere voglia di fare più soldini, possono venire a lavorare con me.

 

Oltre al lavoro di sexy colf, gestisci anche un profilo su OnlyFans.

Sì, ma ora voglio aprire anche LoyalFans, perché io ho gli schiavi e loro usano quella piattaforma. Con gli schiavi faccio anche sessioni reali. Ho le mie sissy che mi vengono a pulire casa. Mi diverto un sacco perché di solito sono io quella che pulisce. Questa cosa, nella BDSM, si chiama sissificazione.

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Come si svolgono questi incontri?

Li sgrido e li frusto, perché io sono brava a fare le pulizie quindi mi accorgo se sbagliano. Prima, però, c'è una sessione conoscitiva di mezz'ora, che costa 150 euro, in cui mi spiegano cosa vogliono e magari gli faccio annusare un po’ il piede, leccare le scarpe. E poi il prezzo va a salire, a seconda che l'incontro duri mezz'ora o un'ora. Di più non li tengo, perché poi diventa pesante.

 

In genere che richieste ti fanno?

Di leccarmi i piedi o le suole delle scarpe. Hanno tutti questa mania, non si trom*a più, non so come fare (ride, ndr). Ho avuto uno schiavo che per leccarmi le suole delle scarpe per mezz'ora mi ha dato 400 euro.

 

E poi c'è chi vuole essere umiliato in pubblico. Mi accompagnano a pranzo, li metto a quattro zampe sotto al tavolo e gli lancio il cibo. E loro, come un cagnolino, lo devono mangiare. Questo davanti a tutti. Certo, cerco sempre dei posti come trattorie, dove ci mettiamo in fondo.

 

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La tua famiglia condivide le scelte professionali che hai fatto?

Io ho solo mia madre e, quando sono partita per gli Stati Uniti, per me è stato difficile lasciarla sola. Mio padre mi ha abbandonato quando ero nella pancia della mamma. Frequenta mia sorella più grande, ma non ha mai voluto riconoscere me. E sono la sua fotocopia. Un’assurdità, visto che lui e mia madre erano sposati.

 

Hai mai provato a riallacciare il rapporto con lui?

Quando avevo 14 anni, volevo sapere che faccia avesse. L’ho obbligato a conoscermi. Non mi ha voluto, non mi ha accettato. È stata una cosa sofferta. Infatti ero sempre molto triste da bambina, avevo un sacco di problemi. Mi sentivo abbandonata e rifiutata. Non ci parliamo più. Questo forte senso dell’abbandono me lo porterò dietro a vita, ha influenzato il mio rapporto con gli uomini.

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In che modo?

Cerco sempre la figura paterna che non ho mai avuto. Durante l'adolescenza ho anche subito una violenza da parte di una persona che mi ha fatto credere di volermi bene, che mi trattava come fosse un padre e invece… Sono nove anni che sono single e ho solo Sugar Daddy.

 

Quando sono andata a Miami, ho scoperto questi uomini che ti viziano se hai una relazione con loro, anche stabile e duratura. Ho detto: "Ah che figata" (ride, ndr) e ho cominciato a essere una Sugar Baby. Ho uno Sugar Daddy in ogni parte del mondo.

 

Come funzionano le relazioni tra Sugar Daddy e Sugar Baby?

È come se fosse una relazione vera e propria, l'intimità arriva col tempo. Però non ci si vede sempre, è più una cosa telefonica, perché magari sono sposati. E poi questi uomini ci sono per te, ti pagano l'affitto, se hai qualche problema o hai bisogno di qualsiasi cosa, che ne so…500 euro, loro te li mandano. Puntualmente, però, dopo due o tre anni si stufano e ti cambiano con una più giovane (ride, ndr).

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Un'ultima cosa. Di recente, un cartellone pubblicitario che ti riguarda e che è esposto a Montecatini Terme, ha causato un po’ di caos. Cosa è successo?

Sognavo di fare uno show sexy, ironico, burlesque nei night. Grazie a Rocco Siffredi, con cui c'è stima e amicizia, ci sono riuscita. Quel cartellone era la pubblicità del mio primo show. Dato che la foto era abbastanza sexy, tutti si fermavano a fare foto, video, fino a intralciare il traffico. Ci sono state delle polemiche, sono andati a lamentarsi.

 

Un po’ è stata anche colpa mia. Io vivo a Milano, il cartellone è a Montecatini e per non aspettare due settimane per vederlo, ho detto ai miei follower: "Se passate di lì fatemi la foto". Quindi, mio malgrado, mi ritengo responsabile.

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