Estratto dell'articolo di Roberta Polese per www.corriere.it
Il procuratore capo di Treviso Marco Martani, che con il sostituto procuratore Giovanni Valmassoi indaga sulla morte del venticinquenne veneziano Alex Marangon, lascia aperte tutte le piste. Dopo aver anticipato l’esito dell’autopsia sul corpo del giovane dicendo: «Alex è stato picchiato pesantemente», ora le indagini sembrano concentrarsi sull’ipotesi che il giovane, forse in preda alle allucinazioni di erbe psicotrope, sia precipitato per 15 metri da un terrazzamento dell’abbazia in cui si stava tenendo un rito sciamanico con musica, due «curanderi» colombiani e altre venti persone.
[…] L’autopsia svolta dal medico legale Alberto Furlanetto insieme al collega Antonello Cirnelli nominato dalla famiglia, sembra dire che Alex sia stato picchiato brutalmente: un colpo contundente, forse un bastone o una pietra, gli avrebbero distrutto la testa, mentre altri colpi all’addome e al torace gli avrebbero rotto le costole.
Il movente? La famiglia pensa che durante quell’incontro sciamanico sia successo qualcosa a cui Alex non voleva partecipare. L'11 luglio l’avvocato Nicodemo Gentile che tutela la famiglia, ha detto che il giovane sarebbe stato spinto giù dal dirupo. «L’aspetto più importante di tutti — ha detto il procuratore — è l’esito dell’esame tossicologico, che arriverà tra qualche settimana, non escludiamo che in preda a sostanze psicotrope, il giovane non sia stato più in grado di contenersi, e che si sia buttato nel dirupo, per questo — ha aggiunto il procuratore — stiamo facendo sopralluoghi nell’abbazia per cercare tracce e indizi».
tatiana marchetto e andrea gorgi zuin
Sotto accusa, in questo tipo di riti, è l’erba ayahuasca, un prodotto delle zone amazzoniche in grado di provocare gravi effetti psicotropi. […] Gli organizzatori dell’evento dicono che l’erba non è stata utilizzata quella sera, tuttavia l’ayahuasca è un prodotto promosso da uno dei due curanderos presenti alla serata: Jhonni Benavides, colombiano accompagnato da un connazionale medico.
Importante è il ruolo dei due stranieri che la mattina del 30 giugno, mentre tutti cercavano il giovane, hanno lasciato l’abbazia senza farsi vedere dai carabinieri giunti sul posto attorno alle 7, e avrebbero lasciato l’Italia senza dare spiegazioni. «Non abbiamo alcuna prova contro di loro — ha spiegato Martani — se l’esito del tossicologico fosse positivo sapremmo dove trovarli».
[…]«Non è escluso che nella caduta e nell’impatto con la vegetazione, Alex abbia potuto provocarsi ferite gravi» aggiunge il magistrato. L’altra sera a «Chi l’ha visto?» la famiglia ha fatto sentire un audio registrato il 30 giugno, quando ancora Alex non si trovava e loro erano andati all’abbazia per chiedere sue notizie.
L’organizzatore Andrea Zuin dice loro di aver sentito che «Alex si è alzato all’improvviso, ha gridato e poi si è sentito un tonfo, è andato giù» indicando il belvedere da dove il giovane sarebbe precipitato. Zuin, inoltre, dice che poi tutti i partecipanti «lo hanno cercato per ore dappertutto». Ma perché cercarlo per ore se era chiaro che Alex si era buttato dalla terrazza? Perché attendere fino alle sei del mattino per dare l’allarme? E perché i curanderi se ne sono andati in fretta e furia? Inoltre dal portafoglio di Alex mancherebbero 500 euro e alcune collane e braccialetti cui era molto legato.
andrea gorgi zuin alex marangon ricerche di alex marangon ritrovamento del corpo di Alex Marangon andrea gorgi zuin
ricerche di alex marangon andrea gorgi zuin