dmytro kozatsky - orest azovstal battaglione azov ucraina mariupol

A COSA SERVE UN CIMITERO DI EROI? - DOMENICO QUIRICO: “IL PIÙ GRAVE ERRORE COMMESSO DAGLI UCRAINI IN QUESTA GUERRA SCIAGURATA È STATA L'EPOPEA, FINITA IN RESA DISASTROSA, DELLA ACCIAIERIA AZOVSTAL A MARIUPOL. MESI DI EFFICACE PROPAGANDA CON GLI SQUILLI QUOTIDIANI SULL'ARDITISMO DEI DIFENSORI SEPOLTI NELLE VISCERE DELLO STABILIMENTO, SI SONO ESAURITI NELLA PERDITA DI SOLDATI MOLTO DETERMINATI E ADDESTRATI CHE SAREBBERO STATI RISOLUTIVI IN ALTRE BATTAGLIE..."

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

I santoni della scienza bellica, i gran marabutti delle discipline militari raccomandano sempre di imparare dai propri errori e di non ripetere mai la battaglia che si è appena perduta. Eresie come "difesa eroica fino all'ultimo uomo", "non cedere un centimetro di terreno", "sacrificarsi per infliggere le maggiori perdite al nemico" sono sobillazioni che invece si orientano, stuzzicanti, verso retori, politicanti e parolai come il ferro con la calamità. Sono intrugli che funzionano benissimo, ma per quelli che parlano della guerra standosene alla larga per strappare un applauso, e dopo un urrah! agli eroici difensori hanno già un piede in osteria.

 

bombe termobariche sull acciaieria azovstal 3

La cosa più pericolosa non è fare propaganda; in guerra è sempre legittimo, talora necessario visto che l'unico scopo è vincere. A ogni costo. È semmai cominciare a credere nel lessico fantasioso della propria propaganda.

 

Aggrediti da un prepotente più grosso e più forte è opportuno raccontarsi come eroici fino all'estremo, disposti a qualsiasi sacrificio umano, implacabili nel resistere, di essere tutti spartani alle termopili. È un ruolo che solo la vittima può recitare legittimamente, l'aggressore non può. Gli tocca la parte di chi imbraccia la minaccia annientatrice, del feroce senza tentennamenti. La parte dei russi e di Putin.

AZOVSTAL

 

Il più grave errore commesso dagli ucraini in questa guerra sciagurata è stata l'epopea, finita in resa disastrosa, della acciaieria Azovstal a Mariupol. Mesi di efficace propaganda con gli squilli quotidiani sull'arditismo dei difensori sepolti nelle viscere dello stabilimento, e degli sventurati civili intrappolati con loro, e tutti egualmente decisi a resistere fino alla morte, si sono esauriti nella perdita di soldati molto determinati e addestrati che sarebbero stati risolutivi in altre battaglie. Con l'aggiunta del disastro filmato della resa ai soldati russi, che ha certamente piagato l'orgoglio di civili e combattenti ucraini.

 

AZOVSTAL

Ora un altro stabilimento, questa volta chimico, l'Azot e un'altra città martire dirupata dalle cannonate, Severodonetsk. Una mischia strada per strada da giorni. Alcune centinaia di soldati e civili si sono barricati nella zona industriale, un quadrato di rovine, l'ultima ancora non sotto controllo dei russi.

 

Secondo le indicazioni, confuse e contraddittorie che arrivano dal fronte, esisterebbe ancora quella che in linguaggio militare si chiama la linea della vita, ovvero un ponte e una strada su cui fuggire prima che la morsa russa si chiuda interamente. Si può dunque completare, senza troppa palpitante confusione, la ritirata. Infliggere ai russi l'impressione di un lavoro malfatto. Altrimenti potrebbe essere un'altra resa dolorosa.

 

evacuazione acciaieria azovstal

C'è una decisione urgente da prendere a Kiev. E non pare che ci sia accordo. Bisogna scegliere tra l'epica difesa per continuare a affermare che «i russi non controllano Severodonetsk» luogo chiave della battaglia del Donbass, ma immolando inutilmente altri soldati.

 

O cominciare a preparare l'opinione pubblica con timidi accenni alla necessità di doversi ritirare, la decisione militarmente sensata, ma precipitando le retrovie nel pessimismo e nella rassegnazione.

 

ACCIAIERIA AZOVSTAL

A opporsi sembra non siano i generali preoccupati da alcuni segni di sbandamento tra le file sfibrate dal martellamento russo. I politici invece pensano sia necessario insistere sull'immagine dell'eroismo a oltranza. Solo così, dicono, gli alleati si convinceranno che occorre rinforzare sempre di più i difensori.

 

Nelle ultime ore infatti si moltiplicano gli appelli a inviare subito l'artiglieria pesante promessa da inglesi e americani: in tre giorni si garantisce, spazzeremmo via i russi da Severodonetsk. Fingendo di ignorare che queste armi bisogna prima imparare ad usarle. 

 

donne e bambini nascosti nell acciaieria azovstal di mariupol

Ecco: i cannoni. Severodonetsk e la sua odissea sventurata confermano che il simbolo di questa guerra, all'inizio descritta come futuristica tutta droni missili e forze speciali, invece è lui, il vecchio, terribile, implacabile cannone.

 

L'ordigno che ha creato, ormai sono cent' anni, nelle trincee della guerra che fu detta Grande, l'incubo della distruzione industriale dell'uomo. Nel Donbass è suo il fracasso della guerra. Non l'aereo o il carro armato. I cannoni russi che distruggono, pigiano uomini e cose, scavano trincee di assoluto indiscriminato annientamento. 

 

azovstal

Il cannone che picchia risoluto, come se ogni volta avesse individuato la sua vittima, il suo bersaglio particolare e su quello si accanisse. Il rombo delle batterie dei pezzi campali sono ormai come il segno naturale dello scorrere delle ore del giorno, una polifonia che squarcia e assorda.

 

E ogni colpo sembra che picchi un essere vivo, e affondi cercando un suo passaggio sotterraneo in una materia cedevole e morbida, la materia umana. Per i soldati e i civili ucraini che sopravvivono a Severodonetsk (pare siano ancora diecimila) e nei villaggi sulla linea della avanzata russa l'angoscia nasce dal silenzio che dalle loro linee risponde al rombo dell'altra parte. 

 

LA RESA DEL BATTAGLIONE AZOV

Non ci sono cannoni per ribattere. C'è solo una bestemmia di boati nemici che somiglia a una voragine e che nella sua implacabile continuità diventa a sua volta un terribile silenzio.

 

Non ci sono dei che vegliano su di te, sei solo carne e ossa. Edifici e trincee, strade e ripari sprizzano in schegge fumanti, il maelstrom di fuoco smonta in bagliori vacillanti il mondo di un minuto prima, ti getta nel vuoto, manda in pezzi perfino il timore e la speranza. 

I COMBATTENTI DEL BATTAGLIONE AZOV SI ARRENDONO

 

Anche i più coraggiosi diventano fatalisti, rassegnati: quando il destino cieco fatto di esplosivo e di acciaio deve colpire, lo farà senza che tu possa fare nulla. Ci si sente chiusi in una disperata eternità, come dei sepolti vivi in una miniera povere creature umane inghiottite in una solitudine inenarrabile da un caos minerale, meccanico. Nello spazio tra il lancio e l'esplosione il film dei ricordi ti passa davanti agli occhi in quell'unico orribile secondo. E la guerra diventa ciò che è, lo scorrere in fiumi monotoni dell'inumano.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!