PERCHÉ IL FONDATORE DI TELEGRAM, PAVEL DUROV, È ANDATO A “SUICIDARSI” IN FRANCIA? IL MILIARDARIO RUSSO SAPEVA BENISSIMO DI ESSERE SOTTO INCHIESTA, EPPURE È VOLATO LO STESSO A PARIGI, CONSEGNANDOSI DI FATTO ALLE AUTORITÀ. FORSE LO ASPETTAVANO GUAI PEGGIORI IN RUSSIA? ESSENDO ANCHE CITTADINO FRANCESE, NON SARÀ MAI ESTRADATO IN NESSUNA PARTE DEL MONDO (MEN CHE MENO A MOSCA)

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MEDIA, GIUSTIZIA FRANCESE PROROGA DETENZIONE DUROV

(ANSA) -  Le autorità giudiziarie francesi hanno prorogato la detenzione del fondatore di Telegram, Pavel Durov, dopo il suo arresto in un aeroporto di Parigi per presunti reati legati all'app di messaggistica: lo riporta il Guardian, che cita una fonte vicina alle indagini. Il 39enne franco-russo potrà essere detenuto adesso per un massimo di 96 ore. A quel punto il giudice può decidere di liberarlo oppure di sporgere denuncia e rinviarlo in custodia cautelare.

 

L’IPOTESI DELLA «RESA» E L’OMBRA DEL CREMLINO NELLE CHAT TUTTI I SEGRETI DELLA GUERRA MOSCA-KIEV

Estratto dell’articolo di Angelo Allegri per “il Giornale”

 

TELEGRAM APP DI MESSAGGI ISTANTANEI TELEGRAM APP DI MESSAGGI ISTANTANEI

il retroscena La notizia è arrivata, come ovvio, da una canale Telegram, Baza, ben noto per le sue fonti nei servizi di sicurezza russi: i funzionari del ministero della Difesa di Mosca hanno ricevuto l’ordine di cancellare messaggi e documenti inviati attraverso il servizio di messaggistica creato da Pavel Durov, appena arrestato a Parigi. Il timore è che mitici codici crittografici che proteggono la sicurezza di Telegram possano ora in qualche modo essere violati.

 

Nulla di cui stupirsi perché il servizio […] è diventato «un campo di battaglia digitale nella guerra russa contro l’Ucraina». Telegram è il principale strumento di gestione delle informazioni su entrambi i lati del fronte. Ma sono i russi ad approfittarne di più. Fino al punto che Andriy Kovalenko, capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina arriva a dire che «l’arresto di Durov può essere paragonato all’hackeraggio del codice Enigma da parte degli inglesi durante la Seconda guerra mondiale».

 

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Anche la detenzione del geniale informatico di origine russa separa dunque le due parti in conflitto. Per i russi è una provocazione del mondo occidentale che rivela la sua ipocrisia nel campo della libertà di parola, per gli ucraini quanto è successo offre la possibilità di spezzare una catena pericolosa che lega Durov al potere russo.

 

Fino a qualche anno fa, a dir la verità, Durov e il Cremlino sembravano combattere su fronti opposti. Di fronte al rifiuto di consegnare i codici segreti il Cremlino vietò Telegram, impegnandosi in una guerra contro l’imprenditore durata qualche anno e di fronte alla quale l’interessato pensò bene di trasferirsi negli Emirati Arabi.

 

Poi le cose sembrano esser cambiate. E alla svolta […] non sono estranee le necessità finanziarie di Telegram stesso, che non ha ancora fonti di ricavi tali da autosostenersi. Per finanziare la propria attività Durov creò una nuova società per le criptovalute, Ton (Telegram Open network) su cui scambiare una moneta digitale, il gram.

 

L’operazione fu avviata con una sottoscrizione pubblica tra gli investitori americani che è arrivata a raccogliere 1,7 miliardi di dollari. A mettere il bastone tra le ruote […] fu però la Sec, l’autorità di controllo americana, che individuò una serie di irregolarità imponendo a Durov la restituzione dei soldi e il divieto di raccogliere altri soldi negli Stati Uniti.

 

In cerca di finanziatori l’imprenditore si rivolse ad altri operatori attivi sui mercati internazionali: sopratutto arabi e oligarchi russi (non manca tra gli altri il solito Roman Abramovich), che secondo gli ucraini hanno contribuito al riavvicinamento con il potere di Putin.

 

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Nel frattempo Telegram è diventato la principale fonte del discorso pubblico in Russia.

Blogger (anche ostili al governo), giornali messi fuori legge ma anche milizie come la Wagner e forze di sicurezza, hanno scelto Telegram come canale di informazione. Senza suscitare nessuna protesta ufficiale.

 

Nei giorni scorsi si era parlato di un possibile incontro tra Durov e Putin, che si trovavano entrambi in Azerbaijan. L’incontro non è avvenuto, ma alcune fonti (anch’esse ucraine) parlano di contatti ad alto livello con l’amministrazione presidenziale.

 

il canale telegram per spacciare il canale telegram per spacciare

Tutto fino all’arresto di sabato, che ha spiazzato gran parte degli osservatori. Perché mai Durov, che sapeva di essere sotto inchiesta, è andato a «suicidarsi» consegnandosi di fatto alle autorità? C’è perfino chi parla della volontà consapevole di farsi arrestare per evitare guai peggiori. Oltre che quello degli Emirati l’imprenditore ha anche il passaporto francese. È la garanzia che non sarà mai estradato in nessun’altra parte del mondo.

 

PAVEL DUROV, IL NERD CHE SFIDA PUTIN

Estratto dell'articolo di Micol Flammini per "il Foglio" - 13 aprile 2018

 

[...] Per fronteggiare le proteste che nel 2011 si diffondono per tutta la Russia, l’Fsb, i servizi segreti russi, chiede a VKontakte di bloccare le pagine di sette gruppi che venivano utilizzate per organizzare le manifestazioni, ma da parte dei due fratelli arriva il primo no alle autorità.

 

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Una mattina Pavel si risveglia con l’Fsb fuori dalla porta, vuole imporgli la chiusura delle pagine e lui manda al Cremlino il secondo no, quello più famoso: twitta la foto di un cane che fa la linguaccia. Per un po’ il governo lo lascia in pace, VKontakte cresce, la società si arricchisce.

 

“Chi ci lavorava lo faceva perché era un’esperienza esaltante, la squadra iniziava a essere piena di soldi, Pavel ogni tanto distribuiva denaro”, racconta la fonte. Una volta, nel 2013, l’imprenditore arrivò nell’appartamento dell’edificio Singer con un bonus per uno dei dipendenti che gli rispose: “Io non lavoro per i soldi, ma per l’idea”. Pavel propose allora di buttare i soldi dalla finestra, “Facciamolo in maniera creativa però”, disse e iniziò a fare con le banconote degli aeroplanini. Aprirono la finestra e lanciarono i biglietti per strada. Ci volle un po’ prima che la gente si accorgesse che fossero soldi veri, poi iniziò ad azzuffarsi e la squadra di VKontakte mise fine al teatrino. “Telegram ancora non esisteva, ma in quegli aeroplanini c’era già l’idea”.

 

caccia al video dello stupro su telegram caccia al video dello stupro su telegram

Nel 2012, Durov viene accusato dalle autorità di aver investito un agente della polizia in un incidente stradale. E’ la prima mossa del Cremlino per iniziare a minare la posizione del giovane imprenditore. Di lì a poco, Durov perderà il controllo della sua creatura. “VKontakte è scivolato nelle mani del governo, è stato tutto silenzioso e rapido”, racconta la nostra fonte.

 

Dalla polizia le indagini passarono ai servizi segreti e due dei maggiori azionisti della società vendettero la loro quota, il 48 per cento, alla United capital partners, un fondo vicino al Cremlino. [...]

 

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Mentre dicevano addio alla loro prima creazione, i Durov stavano già sperimentando una seconda rivoluzione, un’app di messaggistica istantanea, sicura e impenetrabile: Telegram, il cui simbolo è un aeroplanino.

 

Nel frattempo avevano lasciato la Russia e avevano comprato la cittadinanza delle Isole Saint Kitts e Nevis, in America centrale, facendo una donazione di 250 mila dollari. L’ossessione non era più la condivisione libera e selvaggia di ogni contenuto, ora per i Durov il nodo fondamentale destinato a rendere unica la nuova app doveva essere la sicurezza delle comunicazioni, la privacy a ogni costo.

 

Che si trattasse di conversazioni tra amanti o tra terroristi, per Nikolai e Pavel la missione era proteggere i contenuti degli utenti – dall’anarchia di VK alla segretezza di Telegram, dalla condivisione alla riservatezza. La fondazione della nuova società è meno romantica. I due sono ormai esperti, Pavel su tutti i social, Tinder incluso, è una star.

 

PROPAGANDA FILORUSSA TELEGRAM PUTIN PROPAGANDA FILORUSSA TELEGRAM PUTIN

Sanno già che la nuova creazione sarà qualcosa di eccezionale, mettono su una squadra di dodici ingegneri, stabiliscono la sede legale a Berlino mentre quella fiscale è nomade, si sposta con lo staff, Pavel invece, dopo un periodo in Finlandia e alcuni mesi in Indonesia, si è stanziato a Dubai.

 

Più ambizioni e forse meno patriottismo. VK era una creatura russa, Telegram è globale, utilizzata dall’Isis, dai progressisti in Iran, dagli ufficiali del governo di Mosca e da milioni di occidentali. [...]

 

 

[...] Molti governi europei invece accusano Telegram di non fare abbastanza per impedire le comunicazioni dei terroristi. Infine il Cremlino. Mosca vorrebbe obbligare Durov a cedere i dati degli utenti e ha inventato norme ad hoc per farlo, aggiungendo dei commi alla legge antiterrorismo.

pavel durov vkontakte pavel durov vkontakte

 

La Roskomnadzor, l’organo che controlla le comunicazioni in Russia, ha già dato un ultimatum alla società che ha risposto con il suo solito no. Se il 1984 è l’anno di nascita che unisce Pavel Durov e Mark Zuckerberg, il 2018 è quello in cui il primo dà una piccola lezione al secondo. E mentre Zuckerberg viene accusato di aver lasciato che Cambridge Analityca accumulasse i dati dei suoi utenti, Durov viene minacciato dal governo per la strenua difesa della privacy dei suoi utenti. [...]

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