mario draghi emmanuel macron astrazeneca

EUROPA ALLA VACCINARA - LA FRANCIA INIZIA LA PRODUZIONE DI VACCINI PFIZER, MODERNA E JOHNSON&JOHNSON DIRETTAMENTE IN PATRIA: 250 MILIONI DI DOSI ENTRO IL 2021- LE DOSI SONO DESTINATE AL MERCATO FRANCESE E POI A TUTTI I PAESI EUROPEI - E NOI? SIAMO IN RITARDO E NON RIUSCIREMO A PARTIRE PRIMA DELLA FINE DELL'ANNO - È SOLO DA UN MESE CHE IL GOVERNO DRAGHI HA PRESO IN MANO IL DOSSIER, MENTRE IL CONTE-BIS NON SI ERA MOSSO AFFATTO…

mario draghi emmanuel macron

Paolo Baroni per "la Stampa"

 

Questa settimana lo stabilimento della Delpharm di Saint-Rémy-sur-Avre, nella regione Centro-Valle Loira, inizierà a produrre vaccini di Pfizer-BioNTech. Entro fine mese toccherà poi alla Swedish Recipharm che a sua volta ha siglato un accordo con Moderna. Poi c' è Sanofi che, in attesa di produrre il suo vaccino, parteciperà allo sforzo attraverso il suo sito vicino a Lione occupandosi della formulazione e del riempimento delle fiale del vaccino Johnson&Johnson a un ritmo di circa 12 milioni di dosi al mese.

 

VACCINO PFIZER 1

Entro l' estate ci sarà poi Fareva, che metterà in produzione il Curevac, nel momento in cui anche il vaccino tedesco avrà ottenuto l' omologazione europea. In tutto la Francia conta di arrivare a produrre entro l' anno 250 milioni di dosi. Il presidente Emmanuel Macron ne fa «una questione di indipendenza» e spinge da mesi in questa direzione.

 

«Attenti a parlare di produzione autonoma - avverte il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - perché con i contratti in essere tutti questi vaccini non sono destinati solo al mercato francese ma andranno a tutti i Paesi europei. L' autonomia è altra cosa».

vaccino anti coronavirus di moderna

 

Il ritardo dell' Italia Già. Ma in Italia, invece, come siamo messi? Inutile dire che se Oltralpe sono in grado di avviare adesso una produzione «made in France» è perché si sono mossi con largo anticipo: alla Delpharm, oltre ad importanti investimenti a cui anche lo Stato ha contribuito, sono infatti serviti 5 mesi di preparazione. Da noi è solo da un mese che il nuovo governo ha preso in mano la questione, mentre quello precedente non si era mosso affatto.

 

Francesi preveggenti o molto bravi? «Ammesso che riescano davvero a partire subito, prima di sei mesi non potranno avere i vaccini pronti, perché è questo il tempo che in media serve per questo tipo di produzione. Detto questo noi saremo pronti entro fine anno» ribadisce per l' ennesima volta Scaccabarozzi.

 

mario draghi emmanuel macron 2

Che spiega: «Sotto la guida del Mise stiamo portando avanti questo progetto strategico per far sì che l' Italia possa dare il suo contributo nella produzione di vaccini. Dopo il lavoro di scouting per individuare i produttori dei macchinari e quello sulle aziende, per capire chi li aveva già e se erano adatti o si potevano modificare, e chi poteva essere interessato, adesso si può passare ai contratti. Il tavolo lavora, come ha detto il ministro Giorgetti, per dare una risposta a un problema di salute, su cui ognuno deve fare la sua parte».

massimo scaccabarozzi

 

Quattro aziende in pista Sono almeno quattro per ora le aziende interessate ad una produzione «made in Italy»: oltre alla ormai nota Catalent di Anagni, che già oggi infiala il vaccino AstraZeneca ed ha stipulato un accordo con Johnson & Johnson, ai nastri di partenza ci sono la Patheon Thermo Fisher che in Italia ha due stabilimenti, a Monza e a Ferentino (Fr) e la Lachifarma di Lecce, che ha già investito 20 milioni di euro nelle nuove linee e si prepara a produrre anche 2 milioni di dosi al giorno.

 

impianto catalent di anagni

Dopo l'ultimo incontro di fine marzo al Mise ora si sta cercando di mettere in contatto le aziende, tenendo conto che ci sono già vaccini che hanno già previsto parte della produzione da noi. Oggi, però, il vero problema è il bulk, che è poi la sostanza di partenza che serve a produrre un vaccino. È questo che manca oggi (a tutti), altrimenti si potrebbe implementare già da subito attività come l' infialamento. Scaccabarozzi però tende a tranquillizzare: «Oggi i vaccini ci sono - conclude - e tempo 3-4 mesi le produzioni andranno a regime e quindi non avremo più problemi di forniture».

ad anagni trovate 29 milioni di dosi di astrazeneca

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