FERMI TUTTI: LA TELEFONATA AL 112 DEL (PRESUNTO) PUSHER ESISTE: IL ''CORRIERE'' PUBBLICA L'AUDIO. ''DUE RAGAZZI MI HANNO RUBATO LA BORSA. LI CHIAMO MA VOGLIONO SOLDI PER RIDARMELA'' - SI ERA DIFFUSA LA VOCE CHE LA TELEFONATA NON ESISTESSE E CHE SERGIO BRUGIATELLI, AVVICINATO DAI DUE AMERICANI IN CERCA DI DROGA, AVESSE UN ''CANALE DIRETTO'' CON L'ARMA ESSENDO UN INFORMATORE SULLA MOVIDA DI TRASTEVERE
Fiorenza Sarzanini per www.corriere.it
Ecco la telefonata al 112 fatta la notte fra il 25 e il 26 luglio da Sergio Brugiatelli, l’uomo avvicinato dagli studenti americani (accusati di aver ucciso il carabiniere Mario Cerciello Rega), che in piazza Mastai a Roma racconta di essere stato derubato del borsello.
L’operatrice passa la chiamata ai carabinieri.
L’uomo dice che due ragazzi in piazza Gioacchino Belli gli hanno rubato la borsa. «Chiamo i ragazzi sul mio telefono ma mi chiedono i soldi e io dentro ho i documenti, il codice fiscale». Dice di aver provato «a inseguirli con la bicicletta e loro sono fuggiti a piedi». Chiede ai carabinieri di intervenire e loro dicono che arriveranno subito.
i due americani fermati per la morte di mario cerciello rega
Si tratta di un documento fondamentale per accertare che cosa è accaduto nei minuti successivi, fino all’accoltellamento mortale del vicebrigadiere Cerciello Rega. Finora era stato infatti ipotizzato che non ci fosse una chiamata diretta al 112 e invece l’audio dimostra che - nonostante fosse stato avvicinato per vendere droga - Brugiatelli decise di chiamare i carabinieri e provare a recuperare il borsello. E adesso anche lui è diventato un testimone chiave per ricostruire l’esatta dinamica della vicenda.