Antonio Castro per “Libero Quotidiano”
La famosa compliance fiscale tra amministrazione e contribuenti rischia di rimanere una chimera nel libro delle promesse impossibili. La qualità delle risposte dell'Agenzia delle Entrate - testata dall'equipe dell'Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli - ha dato risultati deludenti: dei 105 uffici provinciali contattati, 62 uffici (che coprono due terzi della popolazione italiana), non hanno risposto o hanno fornito risposte errate.
TEST DELUDENTE Salta fuori - come anticipato dal sito repubblica.it - che soltanto 21 uffici su ben 100 (quelli che statisticamente si occupano del 16% della popolazione), «hanno dato risposte interamente corrette». Il monitoraggio sul campo dell'Osservatorio sui conti pubblici - dopo l'esperimento sui tempi di risposta delle Prefetture alle domande dei cittadini - ha contattato telefonicamente oltre 100 Uffici provinciali dell'Agenzia delle Entrate per effettuare un'indagine sul modello di quella effettuata tempo addietro con gli uffici per il pubblico delle Prefetture locali.
Nel caso degli sportelli per i rapporti con i contribuenti delle agenzie fiscali il quesito posto dagli uomini dell'ex alto dirigente del Fondo monetario internazionale riguardava le modalità per presentare un'istanza di revisione della rendita catastale di un immobile. «Istanza», puntualizza la stessa Agenzia delle Entrate sul proprio sito on-line, «che si può effettuare presentando all'Ufficio provinciale un modulo compilato assieme a dati anagrafici, catastali e documentazione della differenza tra rendita effettiva e rendita catastale».
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Il test per gli uffici dell'Agenzia non è stato proprio un successo spiega a Libero il direttore dall'Osservatorio: «A dirla tutta dovrebbe essere una valutazione del funzionamento degli uffici che dovrebbe fare ciascun ministero, ogni ufficio pubblico. E invece non viene fatto sistematicamente».
Cottarelli, una vita trascorsa ai vertici del Fondo monetario internazionale ed ex Commissario per la spending review, si sorprende ancora adesso dei disservizi. «Per realizzare questo raffronto», racconta il docente che tiene un corso alla Bocconi proprio di Fiscal Macroeconomics, «abbiamo messo due persone a fare qualche telefonata. Non si tratta di un lavoro impossibile. È una valutazione dei servizi e della performance che in Italia non viene fatta sistematicamente e che, invece, servirebbe non poco per misurare il grado di soddisfazione dei cittadini ma, soprattutto, intercettare i problemi nel rapporto con l'utenza».
L'approccio diretto con la pubblica amministrazione italiana per chi ha trascorso la propria vita all'estero (a Washington, in particolare), non deve essere stato proprio semplice. «Tutto nasce dalla mia esperienza personale. Facevo domande e spesso non ottenevo risposta. Oppure, che è anche peggio, la risposta che ricevevo non era giusta». Dopo le Prefetture e le Agenzie delle Entrate, Cottarelli promette di mettere i "suoi" dell'Osservatorio a verificare l'effettiva funzionalità dei servizi pubblici. Però non anticipa chi e come verrà "sondato". Però promette: «Non ci fermeremo. Continueremo finché non sarà lo Stato a compiere un'autovalutazione del proprio lavoro». Sembra una minaccia, ma è più una promessa. Soprattutto per i cittadini.
«Per eseguire questa rilevazione, abbiamo contattato, attraverso i numeri di telefono degli Uffici provinciali dell'Agenzia delle Entrate disponibili sul sito della stessa Agenzia, ogni ufficio nella fascia oraria in cui è prevista l'assistenza». Risultato: «Dei 105 uffici provinciali contattati, 62 (che coprono due terzi della popolazione italiana), non hanno risposto o hanno fornito risposte errate. Solo 21 uffici (16% della popolazione), hanno dato risposte interamente corrette».
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