I FONDI E L'AFFONDO SU ENEL – LA NOMINA DI SCARONI ALLA PRESIDENTE DEL COLOSSO ENERGETICO È SEMPRE PIU’ NEL MIRINO. DOPO LA PRESENTAZIONE DI UNA LISTA ALTERNATIVA PER IL CDA DA PARTE DI COVALIS, È VENUTO ALLO SCOPERTO UN ALTRO GRANDE INVESTITORE, MONDRIAN: “SIAMO PREOCCUPATI PER IL PROCESSO DI ELEZIONE DEL BOARD, PER LA COMPLETA MANCANZA DI TRASPARENZA SUL PROCESSO E SUI CRITERI PER LA SUA SOSTITUZIONE” – UNA LISTA DI MINORANZA ANCHE PER LEONARDO…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell'articolo dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

Paolo Scaroni Paolo Scaroni

La partita intorno all’elezione del nuovo cda di Enel si scalda. Dopo la presentazione della terza lista, di maggioranza, da parte del fondo Covalis di proprietà del lituano Zach Mecelis, ieri è venuto allo scoperto un altro grande investitore, Mondrian, che ha masse gestite pari a 50 miliardi di dollari in posizioni di lungo periodo.

 

Nell’Enel controlla l’1,7%, pari a un valore di circa un miliardo su 60 della capitalizzazione di Borsa del colosso elettrico. E le parole dei suoi gestori, Elizabeth Desmond e Zsolt Mester, sono state particolarmente dure nei confronti del Mef e al suo metodo per definire la prima lista di maggioranza, con Paolo Scaroni presidente e Flavio Cattaneo ad.

 

flavio cattaneo 2 flavio cattaneo 2

«Siamo preoccupati per il processo di elezione del board di Enel — esordiscono i due esponenti di Mondrian — abbiamo molta stima dell’attuale ceo Francesco Starace e siamo molto insoddisfatti per la completa mancanza di trasparenza sul processo e sui criteri per la sua sostituzione, così come per l’assenza di coinvolgimento da parte del governo italiano nonostante i nostri sforzi di instaurare un dialogo costruttivo».

 

[…]  Il ministro Giorgetti e il suo team ritengono di aver seguito pedissequamente le indicazioni di legge e il regolamento per arrivare alle nomine nelle partecipate, con incarichi ai cacciatori di teste e poi pescando i candidati all’interno di queste liste. A questo riguardo gli uomini di Giorgetti hanno preparato un report che spiega per filo e per segno come si è proceduto e nei prossimi giorni lo divulgheranno al mercato in modo da dissipare tutti i dubbi.

 

GIANCARLO GIORGETTI GIANCARLO GIORGETTI

[…]  La prossima settimana arriveranno i giudizi dei proxi advisor, Iss, Glass Lewis, che stanno analizzando i nomi proposti. E si fanno i primi calcoli. In assemblea potrebbe intervenire il 70% del capitale votante (il dato preciso si conoscerà il 28 aprile), e il Mef potrebbe arrivare al 42% circa dei voti presenti. Il restante 58% è in mano ai fondi internazionali.

 

Secondo la banca d’investimento Jefferies l’assemblea del 10 maggio non sarà dirompente: la lista presentata dal governo avrà la maggioranza dei voti, il ceo designato Cattaneo ha una storia di creazione di valore alle spalle e ciò è positivo, e la strategia di riduzione del debito continuerà anche se lentamente.

 

PAOLO SCARONI PAOLO SCARONI

L’unica discontinuità che potrebbe accadere in assemblea è l’elezione di un presidente diverso da Scaroni. Dal momento che questo è nominato direttamente dall’assemblea con un voto a sé stante, se la lista Covalis coagulasse almeno il 5% del capitale votante potrebbe aver diritto a un posto in cda che spetterebbe a Marco Mazzucchelli. E quindi il voto disgiunto dei fondi sarà decisivo per decidere se preferire Mazzucchelli a Scaroni al vertice della società.

 

Ma c’è un’altra azienda, oltre all’Enel, che può vantarsi di aver ricevuto tre liste per il rinnovo del cda, e si tratta di Leonardo, attualmente guidata da Alessandro Profumo. Proprio ieri si è saputo che gli azionisti GreenWood Builders Fund, Sachem Head e Banor Sicav, hanno presentato una lista “corta”, quattro nomi, che va a competere con quella presentata da Assogestioni.

 

ROBERTO CINGOLANI ROBERTO CINGOLANI

Fonti vicine ai fondi fanno sapere che la mossa è stata concordata con il management attuale e futuro di Leonardo, attraverso contatti con l’investor relator della società della difesa. Quindi un approccio molto più morbido rispetto a quello di Covalis, e soprattutto che non va a cozzare con le volontà del primo azionista, il Mef, con il 30,2% del capitale.

cingolani giorgetti franco mattarella cingolani giorgetti franco mattarella

[…]

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)