chef rubio liliana segre

I PRO-PAL SONO FUORI CONTROLLO: ACCUSANO LILIANA SEGRE, SOPRAVVISSUTA AD AUSCHWITZ, DI ESSERE UN “AGENTE SIONISTA”, E PARTONO CON LA CACCIA ALL’EBREO – CHEF RUBIO, DOPO AVER SALUTATO IL “FRATELLO NASRALLAH CHE PURTROPPO CI HA LASCIATI”, CHIEDE DI “SELEZIONARE I MURI DELLE CASE” DI CHI SOSTIENE ISRAELE – L’ALLARME PER IL PRIMO ANNIVERSARIO DEL 7 OTTOBRE: A UN ANNO DAL POGROM PERPETRATO DA HAMAS IN ISRAELE, SARÀ L’ENNESIMA OCCASIONE PER LE SFILATE CON LA KEFIAH DI SINISTRATI E FEMMINISTE (CHE A GAZA O SOTTO HEZBOLLAH SAREBBERO LAPIDATE)

1. RISCHIO ANTISEMITISMO IN VISTA DEL 7 OTTOBRE E SEGRE SCEGLIE L’IRONIA

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

Integrale: https://www.repubblica.it/cronaca/2024/09/30/news/antisemitismo_italia_7_ottobre_allarme_sicurezza_manifestazioni-423526233/

 

CARTELLO CONTRO LILIANA SEGRE ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A MILANO

Dispositivi ulteriormente rivisti al rialzo — «ma da tempo eravamo già al massimo: sono stati riorganizzati alcuni target per obiettivi specifici: attenzione massima» fanno sapere dal Viminale — e la consapevolezza che i giorni che stanno per arrivare saranno difficili. Perché quello che sta accadendo in Libano avrà ripercussioni inevitabilmente tutto l’Occidente, e dunque anche in Italia.

 

E perché da Milano a Roma, da Firenze a Bari sono in calendario le manifestazioni delle associazioni Palestinesi in vista del 7 ottobre. «Abbiamo evidenze — spiega una fonte della Prevenzione — che c’è chi si sta organizzando per rilanciare slogan e materiale antisemita. Nel pieno rispetto delle opinioni, questo non sarà possibile».

 

D’altronde, per comprendere il clima, basta vedere cosa sta accadendo a Milano dove sabato c’è stata la manifestazione pro Palestina con i cartelli contro Liliana Segre e altri esponenti della comunità ebraica. «A 94 anni io sarei un’agente sionista?» ha commentato, con ironia, con i familiari la senatrice a vita dopo aver letto sui giornali come era stata additata durante la manifestazione dai comitati ProPal.

CHEF RUBIO MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A MILANO

 

Una battuta anche per stemperare un clima di questo tenore: Chef Rubio, sottoposto a diverse indagini proprio per i suoi atteggiamenti antisemiti, è salito sul palco per dire: «Ognuno faccia quel che deve per essere coerente. Se uno è capace di selezionare i muri delle case dove abitano agenti sionisti, vada a segnalarlo con la bomboletta spray».

 

Follia. Non isolata come ha segnalato il generale Pasquale Angelosanto, ex capo del Ros oggi coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, che nell’ultimo report presentato al Parlamento ha documentato come dal 7 ottobre 2023 la frequenza di episodi di odio contro gli ebrei è salita da 20 a 90 al mese, più di quattro volte. Ecco perché le misure che le singole Questure stanno prendendo in vista delle manifestazioni dei prossimi giorni potrebbero non bastare.

 

sapienza studenti pro palestina 5

Come dimostra il caso di Roma, dove le due manifestazioni per sabato 5 ottobre sono state vietate, i cortei si terranno anche se non organizzati. Con un ulteriore problema: i possibili scontri con la Polizia […].

 

[…] Un primo test ci sarà domani a Milano in vista della mobilitazione pacifista indetta alle 18 in piazza San Babila da Cgil, Anpi, Arci con l’adesione del Pd e di tutto il centro sinistra. Lo slogan è ancora quello che ha diviso il 25 aprile milanese: «Cessate il fuoco» con l’aggiunta dedicato al Libano: «Fermate l’escalation militare».

 

LILIANA SEGRE

La temperatura è alta: «Siamo a un passo dalla caccia all’ebreo » dice Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica milanese. Primo Minelli, presidente di Anpi Milano, non raccoglie e spiega l’urgenza della mobilitazione pacifista: «La comunità internazionale non può più far finta di niente, è clamoroso che non si riesca a imporre al governo israeliano di cessare i bombardamenti. Sappiamo benissimo che tutto nasce dal 7 ottobre […].  Ma la reazione del governo Netanyahu è spropositata». […]

 

manifestanti pro palestina occupano la stazione di torino 3

2. SE L’OCCIDENTE PIANGE I TERRORISTI DI HEZBOLLAH

Estratto dell’articolo di Assia Neuman Dayan per “La Stampa”

 

Universitari fuoricorso, nostalgici del comunismo, assessori delle zone a traffico limitato, attivisti di sinistra, hipster con falce e martello sono scesi in piazza a piangere la morte del compagno Nasrallah. L’Occidente ricco piange i terroristi dal telefono, mentre sui social vengono diffuse le immagini di cittadini libanesi e siriani che distribuiscono dolci e ragazze iraniane che festeggiano.

 

manifestazione pro palestina a chicago

L’Occidente piange perché non sa fare altro. In una settimana Israele ha decapitato tutta la linea di comando di Hezbollah, organizzazione terroristica libanese che dall’8 ottobre lancia razzi su Israele, che ha sterminato una squadra di calcio di bambini drusi, che ha impedito al Libano di vivere per anni, che negli anni ha commesso alcune delle peggiori stragi nel mondo, come nel 1983 a Beirut uccidendo 241 militari americani e 58 francesi, o come quella a Buenos Aires che ha ucciso 85 persone nell’edificio dell’Associazione Mutualità Israelita Argentina. Ma l’Occidente piange: piange i terroristi, piange gli assassini, piange.

 

SERGIO MATTARELLA SI FONDE CON MRS DOUBTFIRE E DIVENTA LILIANA SEGRE

Netanyahu […] ha dato l’ordine di attaccare il quartier generale di Hezbollah, Biden poi ha ringraziato per il lavoro svolto, e a quel punto gli universitari della Ivy League si asciugavano il lutto con la kefiah di cashmere. Nel canale Telegram degli studenti della Columbia University, i cui genitori pagano circa 70000 dollari l’anno di retta, si pubblicano video e pensieri in memoria di Nasrallah, e si danno indicazioni per le manifestazioni: «Mettetevi una maschera, indossate la kefiah, portate un amico, fate attenzione a usare la vostra carta d’identità nell’orario della manifestazione».

 

[…]Questo non è un sintomo, ma il risultato di anni di ideologia che ha pervaso le scuole e le università. Su X, il fu Twitter, una docente universitaria di «Societal Challenges of Climate Change» e attivista Pro Palestina, ha scritto questo: «Ho davvero bisogno che qualcuno mi spieghi come bombardare sei palazzi a Beirut sia diverso dal bombardare le Torri Gemelle».

 

Nessuno al mondo ha bisogno di sentirsi spiegare perché due più due non fa cinque, soprattutto una che insegna all’università, ma questo è quello che abbiamo. […]

 

manifestazione pro palestina a chicago

Nella manifestazione del 28 settembre a Milano si sono visti dei cartelli con le fotografie di «agenti sionisti», tra cui quella della senatrice Liliana Segre, ma d’altra parte l’«antisionismo» non guarda in faccia nessuno, soprattutto gli ebrei.

 

Credo sia largamente ipocrita accorgersi del livello a cui siamo arrivati solo perché c’è la faccia della senatrice Segre come bersaglio, quando è da un anno a questa parte non c’è nessun fraintendimento sulle intenzioni. Non ci sono state, né ci sono, né ci saranno manifestazioni Pro Palestina in cui si chiede ad Hamas di rilasciare gli ostaggi o ad Hezbollah di smetterla di lanciare razzi, perché il punto non è mai la Palestina.

 

COLUMBIA UNIVERSITY DI NEW YORK - MANIFESTAZIONI PRO PALESTINA

L’antisemitismo è una nevrosi di massa, è proiezione, solo che è venuta meno la sanzione sociale perché, davvero, non importa a nessuno, o comunque non è niente che non si possa risolvere scrivendo un messaggio di solidarietà a Liliana Segre sui social. C’è stato lo slittamento semantico da «antisemitismo» ad «antisionismo» come se l’antisionismo fosse vivo e non un processo concluso.

 

Rimaniamo in attesa di fingere stupore per la manifestazione che celebrerà l’anniversario del 7 ottobre 2023 come atto di resistenza, come se non succedesse da un anno a questa parte. Intanto l’Occidente continuerà a piangere, perché non ha nient’altro da fare.

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