Dopo la caduta di Kabul, i talebani hanno aperto i cancelli del carcere di Pul-e-Charkhi, liberando anche l'autore del massacro dei cancelli dell'aeroporto il 26 agosto. Il kamikaze dell'Isis-K che si è fatto saltare in aria, facendo 170 morti, tra cui 13 marines, era stato liberato di recente da un carcere afghano. Lo ha riferito lo stesso Stato islamico Khorasan nella sua newsletter citato dalla Bbc.
Il 15 agosto, il giorno della conquista di Kabul, i talebani hanno aperto il carcere, liberando migliaia di detenuti. Tra questi, secondo i media, c'erano miliziani dell'Isis. Episodi analoghi sono avvenuti anche in altre città. Secondo quanto riferito dall'Isis-K, Abdul-Rahman al-Logari, è uscito dal carcere "quando l'ex governo è caduto"; una volta libero, "è corso ad unirsi ai suoi fratelli" e si è arruolato nella cellula degli attentatori suicidi.
Manifestazione delle donne a Kabul
Dopo Herat, anche Kabul scende in piazza. Alcune decine di donne ed attiviste della società civile afghane hanno manifestato davanti al Palazzo presidenziale per chiedere alla comunità internazionale e ai talebani di rispettare i loro diritti politici, economici e sociali. Lo riporta l'emittente locale, Tolo News, all'indomani di una protesta simile svoltasi a Herat, nell'Ovest del Paese, in cui le donne hanno chiesto ai nuovi padroni di garantire loro una presenza nel futuro governo. Un documento che circolava tra le manifesstanti chiede che alle donne venga garantito il diritto all'educazione e la libertà di parola, come pure il diritto a contribuire alla vita politica e sociale del Paese.
Baradar guiderà il governo
Il mullah Abdul Ghani Baradar, a capo dell'ufficio politico dei talebani, negoziatore dei colloqui a Doha in Qatar, guiderà il nuovo governo afghano. Il mullah Mohammad Yaqoob, figlio del Mullah Omar, e Sher Mohammad Abbas Stanekzai avranno posizioni di rilievo nell'esecutivo.
La resistenza nel Panshir
L'annuncio arriva nel pieno della battaglia in Panshir, tra forze talebane e resistenza guidata da Ahmad Massud. Migliaia di combattenti anti-talebani, milizie locali e quello che rimane dell'esercito afghano, si sono riuniti nella valle a nord del Paese per combattere gli studenti coranici. Le negoziazioni, volute dai talebani, non hanno portato a nulla, con accuse da entrambe le parti di non avere intenzione di sedersi al tavolo. Sono in corso pesanti bombardamenti, riportano fonti locali.
La crisi umanitaria
La legittimità del governo agli occhi dei donatori e degli investitori internazionali sarà cruciale per un'economia alle prese con la siccità e le devastazioni di un conflitto che ha ucciso circa 240mila afghani. I gruppi umanitari hanno avvertito della catastrofe imminente e l'economia, dipendente per anni da molti milioni di dollari di aiuti esteri, è vicina al collasso. Molti afghani stavano già lottando per sfamare le loro famiglie durante una grave siccità, prima che i talebani prendessero il potere. L'amministrazione Biden non ha intenzione di rilasciare i miliardi in oro afghano, gli investimenti e le riserve di valuta estera, parcheggiate negli Stati Uniti e congelati dopo la caduta di Kabul.
L'Onu riprende i voli
Le Nazioni Unite hanno ripreso i voli umanitari verso il nord e il sud dell'Afghanistan, dopo l'ingresso dei talebani a Kabul. Il servizio aereo umanitario delle Nazioni Unite sta ora operando voli "per consentire a 160 organizzazioni umanitarie di continuare le loro attività di salvataggio nelle province dell'Afghanistan", ha detto ai giornalisti il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric. I voli collegano la capitale pakistana Islamabad con la città di Mazar-i-Sharif nel nord dell'Afghanistan e con Kandahar nel sud. Tre voli sono già atterrati a Mazar-i-Sharif dal 29 agosto. Il servizio aereo umanitario delle Nazioni Unite è gestito dal Programma alimentare mondiale.
Colloqui Pechino-Kabul: "Vogliamo cooperare con la Cina"
I talebani non consentiranno a nessuna forza di utilizzare il territorio afghano per minacciare gli interessi della Cina, e adotteranno misure per garantire la sicurezza delle agenzie e del personale cinese in Afghanistan. Lo ha dichiarato Abdul Salam Hanafi, vicecapo dell'Ufficio politico dei talebani, nel corso di un colloquio telefonico con il viceministro degli Esteri cinese Wu Jianghao.
mike pompeo abdul ghani baradar
"La Cina ha sempre rispettato la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Afghanistan e ha perseguito una politica amichevole nei confronti del popolo afghano", ha replicato Wu. Nel corso della conversazione telefonica Hanafi ha riconosciuto l'importanza dell'iniziativa della Nuova via della seta (Belt and road initiative, Bri) per lo sviluppo e la prosperità dell'Afghanistan, ed ha aggiunto che i talebani intendono sostenere e partecipare ulteriormente alla cooperazione con Pechino, definito un "amico fidato dell'Afghanistan".