"NELLA MIA FAMIGLIA SONO TUTTI JUVENTINI" - LA DIFESA (E CHE DIFESA!) DI GIULIANA GREGO BOLLI, EX RETTRICE DELL'UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI PERUGIA DIMESSASI DOPO IL CASO SUAREZ E INDAGATA PER FALSO E RIVELAZIONE DI SEGRETO D'UFFICIO: "LA FOTO CON LUI? MIO NIPOTE MI AVEVA CHIESTO L'AUTOGRAFO. LA PROFESSORESSA SPINA E IL DG OLIVIERI SONO JUVENTINI. C'ERA UN CLIMA DA STADIO - AVENDO STUDIATO, IL GIOCATORE POTEVA SUPERARE UN B1. PERÒ IO NON L'HO MAI SENTITO PARLARE" - E MENO MALE TRA VERBI ALL'INFINITO E STRAFALCIONI TIPO "BAMBINO PORTA COCUMELLA", C'ERA DA BOCCIARE SUAREZ E TUTTA LA COMMISSIONE…
Fabio Tonacci per "la Repubblica"
Tra la professoressa Giuliana Grego Bolli e il bomber dell' Atletico Madrid, Luis Alberto Suarez, non ci sono sei gradi di separazione. Ce ne sono almeno seimila. Vivono in universi paralleli che si sono toccati solo una volta, il 17 settembre scorso, giorno dell'esame "farsa" sostenuto dal calciatore obiettivo di mercato della Juventus. E a bruciarsi è stata la rettrice (ora dimissionaria) dell'Università per stranieri di Perugia. Grego Bolli (69 anni) è indagata per falso e rivelazione di segreto d'ufficio. È difesa dallo studio legale Brunelli. Da quando è scoppiato lo scandalo, non ha mai voluto parlare. Né con i giornalisti, né con i magistrati. Adesso consegna a Repubblica la sua versione dei fatti.
Sapeva chi era Suarez?
«No. Quando mi hanno chiamato per dirmi che la Juventus stava cercando di fargli fare l'esame di italiano, mi hanno dovuto spiegare chi fosse. Nella mia famiglia sono tutti juventini, io non guardo le partite».
La sua prima reazione?
«Ho pensato che fosse un buona opportunità per rilanciare la visibilità del mio Ateneo».
È stata mai contattata dai manager bianconeri?
«No, mai. Ci parlava il direttore generale Simone Olivieri, a cui ho affidato l'organizzazione».
È noto che la Juve avesse fretta di far ottenere la cittadinanza all' attaccante. Avete anticipato una sessione di esame di soli cinque giorni e su richiesta di un solo candidato. È normale?
«La nostra scelta è stata parte dell'operazione di promozione dell' Ateneo ed è legittimo istituire una sessione aggiuntiva».
L'avrebbe fatto anche se il candidato non si fosse chiamato Suarez?
«Sì. Inoltre mettere l'esame il 17 serviva a evitare i rischi di assembramento dovuti alla presenza di un calciatore così famoso».
Rischi che c'erano il 22 settembre così come il 17. La pandemia usata come scusa?
«Il 22 ci sarebbero stati altri 40 candidati a sostenere l'esame di lingua e, in concomitanza, i test di ingresso per i corsi di laurea. È stata una mossa giusta, la rivendico».
I finanzieri hanno scoperto che la professoressa Stefania Spina aveva consegnato a Suarez il pdf con l'intero testo dell' esame. È normale anche questo?
«Non ho avuto alcun ruolo nella preparazione né dell'esame, né del certificato di prova superata».
È davvero convinta che l'esame livello B1 sia stato regolare?
«Il B1 richiede una capacità di farsi capire a livello medio-basso. Essendo ispanofono, Suarez era facilitato. Durante la pandemia l'esame di B1 si tiene solo in forma orale e dura circa 12 minuti. A queste condizioni risulta più accessibile. Avendo studiato, Suarez poteva superare un B1. Però io non l'ho mai sentito parlare».
Lo ha sentito la professoressa Spina. In un messaggio le spiega che Suarez ha una preparazione di livello inferiore, l'A. E lei risponde: "No, è un B1".
«Era una battuta, scherzavamo»
Sempre Spina, al telefono: "Suarez parla all' infinito" e "non coniuga i verbi". Scherzi anche questi?
«Non potevo sentire cosa si dicevano al telefono i miei collaboratori. Di sicuro c'è stata una sovrabbondanza di chiacchiere, un'euforia dovuta in parte alla legittima voglia di promuovere l'Ateneo e in parte alla fede calcistica. Spina e Olivieri sono juventini. C' era un clima da stadio».
L'impressione è che l' intero Ateneo si sia messo a disposizione.
«Non ho mai avuto questa sensazione, né pressioni di alcun genere. A me di Suarez non importava niente».
Veramente si è fatta fotografare insieme a lui dopo il test.
«Ero lì perché mio nipote mi aveva chiesto di portagli l' autografo».
Alla vigilia l' esaminatore Lorenzo Rocca teme che Suarez possa incontrare i giornalisti. "Gli fanno due domande in italiano e va in crisi...". Lei risponde: "Va fatto uscire dalla porta secondaria".
«Suarez è uscito da dove è entrato. La mia premura era evitare che i giornalisti gli chiedessero del contratto con la Juve. Argomento riservato e che niente c' entra con l'ambito universitario».
Quella conversazione si chiude con Rocca che le dice: "In due mesi riuscirà a diventare B1". Aggiunge che Suarez "sta memorizzando parti dell'esame". Sinceramente, ha mai rischiato di essere bocciato?
«Dal mio punto di vista, sì».
La Juventus vi aveva promesso qualcosa?
«Olivieri mi parlò della possibilità di stipulare una convenzione per i giocatori della primavera. L'ho ritenuta una buona opportunità, ma non l'ho mai presa sul serio».
Suarez era il primo studente famoso che vi capitava?
«In passato abbiamo avuto padre Georg Gänswein, l'assistente di papa Ratzinger. Se me l'avesse chiesto, avrei anticipato la sessione d'esame anche per lui perché siamo un'istituzione pubblica. Mi ferisce la cattiveria di chi ha pensato che volessi favorire un ricco, cosa proprio contraria ai miei principi».
Lei ha denunciato l'ex dg Cristiano Nicoletti. Perché?
«Appena diventata rettrice ho scoperto un ammanco di 3,2 milioni di euro per mancati incassi relativi ai programmi Turandot e Marco Polo dedicati a studenti cinesi. Le anomalie amministrativo contabili arrivavano fino al 2014. Abbiamo depositato un esposto in procura e preso i provvedimenti conseguenti interni tra cui il licenziamento di Nicoletti. Il quale ha fatto ricorso contro il licenziamento e ha portato alla procura una contro-denuncia contro di me e Olivieri, con la conseguenza di mischiare le acque e deviare l'attenzione dagli ammanchi. Dei miei esposti non so più niente, tranne che Nicoletti è indagato. Io ho lasciato l'Ateneo in buono stato, con un consuntivo 2019 in positivo di 2,9 milioni di euro».
C'è qualcosa che non rifarebbe?
«Non mi riavvicinerei al mondo del calcio. Se ritornasse un Suarez a chiedere di fare l'esame, direi di no. Non per Suarez, ma per il clamore che si porta dietro il calcio. Adesso ho paura di tutto».