RETORICA ATOMICA O PERICOLO REALE? COSA FARÀ LO ZAR
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI
La Terza guerra mondiale è già arrivata. Sulle prime pagine dei giornali e nei titoli dei notiziari televisivi russi, per il momento. Anche solo così è una notizia. Perché l’uso di quelle parole, e la loro evocazione, era stato caldamente sconsigliato dal Cremlino fin dai tempi della prima invasione dell’Ucraina. Nel 2014, mentre cresceva l’attrito con l’Occidente, le linee guida preparate dal governo invitavano i media a non disegnare scenari apocalittici […].
Noi siamo pronti, è questa la chiave di lettura che il Cremlino veicola all’interno di una Russia che si sente sempre più in missione, sola contro tutti. […] Mosca guarda con una certa preoccupazione a quel che i «nemici» stanno per decidere, perché da una settimana ovunque non si parla d’altro. Al tempo stesso ci tiene a mostrare il petto in fuori, alimentando timori sulla possibile escalation occidentale, ma facendo anche sapere ai propri cittadini di essere pronta a ogni eventualità.
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI
È un doppio registro, una sorta di deterrenza mediatica che si riflette nelle parole dei protagonisti. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov esprime qualche residua cautela quando sostiene che la continuazione della guerra avrà conseguenze inevitabili «per gli interessi di quei Paesi che hanno optato per l’escalation e per una politica volta a provocare un nuovo livello di tensione», mentre Serghei Lavrov prefigura piani di «deterrenza nucleare» se gli Usa metteranno in atto il «dispiegamento di missili a medio e corto raggio».
valigette nucleari con putin a stalingrado
La Russia di oggi è un Paese da tempo intriso di ideologia imperialista. Domenica sera, il principale conduttore televisivo della nazione, Dmitry Kiselyov, commentando le immagini delle testate in dotazione all’esercito, in diretta sul primo canale si è lanciato in una disquisizione sulla potenza virile, chiamiamola così. Tutte le principali reti televisive hanno raccontato in modo dettagliato vantaggi ed obiettivi dell’uso dell’arma nucleare in Europa.
Le prime esercitazioni per l’uso delle armi tattiche in Russia e Bielorussia sono state l’argomento unico dei talk show domenicali, i più seguiti. «Una salva di un’unità di Iskander, e sono trentadue missili, è capace di radere al suolo uno Stato dalle piccole dimensioni, ad esempio, la Polonia».
Una ebbrezza militaresca sembra avere contagiato anche i falchi che provengono dalla politica attiva. Come Dmitry Suslov, ex consigliere personale di Putin, oggi vicedirettore del Centro ricerche della Scuola superiore di economia che ha appena pubblicato sul sito del settimanale Profil una analisi dal titolo eloquente. «È ora di pensare ad un’esplosione nucleare dimostrativa». Oppure come Serghey Markov, analista e commentatore noto anche alle nostre latitudini, che discetta di F16 e auspica «un vento radioattivo capace di spingersi fino a Varsavia». Almeno a parole siamo ai giochi di guerra, nucleare.