Luca Monaco per repubblica.it
"Qui abbiamo tanti problemi, gli zingari non li vogliamo". Monta la rabbiosa protesta dei residenti di Torre Angela, estrema periferia Est del VI Municipio, che oggi pomeriggio si sono riversati in strada, di fronte all'ingresso dell'ex centro di riabilitazione in via dei Codirossoni, dove sono stati trasferiti cento rom "fragili". Sul posto sono subito arrivati alcuni dirigenti di CasaPound, pronti a cavalcare la rivolta dei residenti. Un gruppo di cittadini ha rovesciato e incendiato alcuni cassonetti per evitare l'ingresso dei rom, ha preso fuoco anche un'auto. Sono stati calpestati e distrutti i pasti a loro destinati - panini - e c'è chi ha urlato: "Devono morire di fame".
"Qui prima c'erano gli africani, ora i rom. Basta! L'unica cosa da fare per liberarci del problema è dare fuoco alla struttura, e lo faremo", hanno urlato dopo aver impedito la consegna dei pasti ai rom. I cittadini si sono ammassati davanti all'ingresso dell'edificio continuando a urlare frasi come "andate via, fate venire i terremotati che stanno sotto la neve".
Forza Nuova annuncia: "Ci schieriamo con la gente di Torre Maura così come già fatto a Magliana, Montecucco, Massimina, Tiburtino III e Tor Bella Monaca. Siamo pronti a innalzare le bandiere nere e i tricolori dietro le barricate romane che resistono all'invasione e alla sostituzione etnica". Intanto in Campidoglio si valutano eventuali soluzioni alternative e mercoledi si dovrebbe svolgere un incontro con i residenti.
La polizia, che presidia il centro in assetto anti-sommossa, ha riportato la situazione alla calma solo parzialmente. Cento persone sono rimaste davanti all'ingresso principale. "Non ce ne andremo, noi qui non li vogliamo. Siamo pronti a qualunque cosa", si ascolta tra la rabbia generale.
Non c'è stato nessun nuovo arrivò, tuttavia. Nonostante la propaganda dell'estrema destra, i numeri dei rom nel quadrante non sono affatto aumentati. Nel centro, un ex Sprar che ospitava migranti, ci sono 75 persone di cui 33 bambini, 22 donne delle quali tre in stato avanzato di gravidanza. Una di loro si sarebbe sentita male a causa dello stress provocato dalla manifestazione di protesta.
Si tratta di famiglie in stato di "fragilità sociale", che erano ospiti nel centro del Comune in via Toraldo a tre chilometri di distanza dalla struttura attuale. Sono stati spostati di soli tre chilometri perché il Comune ha dovuto restituire le mura dell'immobile in via Toraldo al proprietario e il centro in via dei Codirossoni è stato individuato in seguito a una gara europea indetta dal Campidoglio già nel 2015.
A fronte di un simile scenario, "capite bene che le proteste sono del tutto prive di fondamento", osserva la portavoce del Forum del Terzo settore del Lazio, Francesca Danese, "queste famiglie hanno gravi fragilità sociali. Sono integrate nel quartiere da anni e l'individuazione di quella struttura è utile a garantire la continuità dei cicli scolastici per i più piccoli. Gli uomini si rivolgono ai Caf di zona, insomma non c'è ragione alcuna per manifestare oggi: questi atti di intolleranza sono figli del clima di odio che certa cattiva politica sta alimentando nel Paese".
Maria Vittoria Molinari, dell'Unione sindacale di base (Asia-Usb), attacca il Campidoglio: "La vicenda è stata gestita male - dice -, il municipio non è stato affatto informato del trasferimento e non ha potuto interloquire con la cittadinanza, spiegare. Dal canto loro i cittadini protestano perché sono stufi delle decisioni dall'alto".
Davis, un libero professionista 41enne, è inferocito: "Urlo da oggi pomeriggio - esclama -, il nostro quartiere sta diventando una fogna con le carcasse delle macchine abbandonate, le strade piene di rifiuti e di buche. Le case popolari cadono a pezzi. Eravamo già pieni di rom, adesso i nostri non potranno più uscire di casa".
Angela Barone, la presidente del comitato inquilini Isveur Torre Maura, precisa: "Mi hanno contattata alle 15 , sono entrata nel centro a parlare con gli operatori c'erano solo poche persone in strada, poi con il tam tam la protesta è cresciuta. I residenti non sopportano che la zona venga trattata come la discarica di tutti i problemi cittadini".
2. IL COMUNE FA MARCIA INDIETRO
Il Comune di Roma fa marcia indietro e annuncia il ricollocamento in altri centri d’accoglienza della Capitale delle 60 persone di etnia rom il cui trasferimento a Torre Maura, nella periferia est, ha scatenato le proteste dei residenti della zona, con cassonetti dati alle fiamme, urla e barricate. “Le operazioni saranno curate dalla Sala operativa sociale a partire da stamattina e si concluderanno in sette giorni”, spiega il Campidoglio. Sulla vicenda è intervenuta anche la sindaca Virginia Raggi che, ospite a DiMartedì su La7 ha ribadito che su migranti e i campi rom sta portando avanti “quella che abbiamo definito la ‘terza via’: bisogna essere inflessibili con i delinquenti, ma i bambini e le persone fragili devono essere aiutati”....