“CON UNA SOLA FOTO HA URLATO IL PIÙ GRANDE E DISARMANTE VAFFANCULO ALLA SFIGA” – “LIBERO” IN LODE DI BEBE VIO E DELLA FOTO IRONICA DELLE PROTESI SUL LETTINO DELLA SPIAGGIA: “UNO SCATTO PIÙ FORTE DI TUTTA LA RETORICA SUI DISABILI E SULL'ACCETTAZIONE DELLA DIVERSITÀ. LA SCHERMITRICE CON UNA FOTOGRAFIA METTE IL SILENZIATORE A TUTTI I BLA BLA DI CUI CI SI RIEMPIE LA BOCCA E DÀ UNA STOCCATA A TUTTE QUELLE DONNE CHE PATETICAMENTE SI COPRONO IL SEDERE PERCHÉ SI VERGOGNANO DELLE SMAGLIATURE” – IL DRAMMA DELL’ATLETA PARALIMPICA, COLPITA NEL 2008 DA UNA MENINGITE FULMINANTE…
Lucia Esposito per “Libero quotidiano”
TORNO SUBITO - IL POST DI BEBE VIO
Con una sola foto Bebe Vio ha urlato il più grande, divertente, ironico, disinvolto e disarmante vaffaculo alla sfiga. In vacanza all'Isola d'Elba la campionessa decide di tuffarsi in mare, ma prima deve staccare dal proprio corpo le protesi. Poteva raccontarci di quanto sia faticoso andare in spiaggia e dover togliersi pezzi di sé, poteva spiegarci di quanto la malasorte si sia accanita contro di lei, poteva declamare per ore tutto il cahier de doléances, ma Bebe, ancora una volta, incanta tutti: stacca le braccia e le lascia sul lettino, insieme al cellulare e un cartello con la scritta "Torno subito".
Due parole che racchiudono mille discorsi. La disabilità non mi ferma: non solo torno, malo faccio subito. Non mi vergogno delle mie braccia finte. Non voglio nascondermi, anzi le mie protesi le sfoggio al sole distese sul lettino, accanto al mio cellulare. Guardatele pure ma, per favore, niente commiserazione. Spostate altrove i vostri sguardi morbosi e/o pietosi. Io sono questa. Ho gli arti finti, ma sono ancora qui. Faccio il bagno e mi godo l'estate con la leggerezza dei miei anni e la spensieratezza di questi giorni d'estate.
NIENTE RETORICA
Uno scatto più forte di tutta la retorica sui disabili e sull'accettazione della diversità. La schermitrice con una fotografia mette il silenziatore a tutti i bla bla di cui ci si riempie la bocca e dà una stoccata a tutte quelle donne che pateticamente si coprono il sedere perché si vergognano delle smagliature, quelle che trattengono aria come palloncini per tirare in dentro la pancia e sfoggiare addominali che non hanno.
Bebe Vio se ne frega e sorride. Altro che body positivity, questa fotografia è una lezione di vita. E anche un affondo contro chi costruisce grattacieli di problemi dal nulla. Tira di fioretto Bebe, ma questa foto è tagliente come una sciabolata. Il sorriso di Bebe Vio è un inno alla vita, è un raggio di luce in un mondo ammorbato dai piagnistei e da una litania di lamentele. Ecco, Bibi ha la capacità di raddirizzare le cose storte, di trovare uno spiraglio anche davanti a muri altissimi. Nel 2008 Beatrice Maria Adelaide, Marzia Vio Grandis (che lei ha alleggerito nel semplice Bebe Vio) ha solo undici anni.
Viene colpita da meningococco. Meningite fulminante. Una malattia che solitamente uccide. Lei se la cava con una bruttissima infezione che costringe i medici ad amputarle gli arti. Dopo cento giorni, poco più di tre mesi, Bebe esce dall'ospedale e va a scuola. Ci vogliono le spalle di Atlante per sopportare a soli undici anni tutto questo. A Che tempo che fa confessò di aver pensato al suicidio. Suo padre le chiese in che modo volesse morire. E lei gli rispose: «Buttandomi dal letto».
bebe vio in love foto mezzelani gmt126
Al che lui replico: «Guarda, il letto non funziona, se vuoi ti porto alla finestra. E aggiunse: «Bebe, ma non rompere le palle che la vita è una figata!». «E io - raccontò la campionessa - sono rimasta lì a pensare che la parte dura era finita e a quel punto era tutto relativamente in discesa. È stata questa frase a illuminarmi». Bebe si aggrappa alle parole di papà Ruggero, si convince che sì, la vita è prima di tutto una gran figata. Allora anche se hai solo undici anni chiudi in un nascondiglio del cuore i cattivi pensieri, ingoi il dolore insieme agli antibiotici e accetti braccia e gambe finte pur di attraversarla tutta questa vita che ti ha calpestato. «Rischiodi morire 50 volte, poi risorgo 51», ha detto Bebe in un'altra intervista. Lei è più fortee più testarda della sfiga.
EVVAI!
Quando il 22 marzo scorso le sono arrivati gli arti nuovi sui suoi seguitissimi social la schermitrice scrive: «Evvai! Mi sono arrivate le mani ed i piedi nuovi. Non avrei potuto fare questo senza l'incredibile evoluzione tecnologica degli ultimi anni. E chissà quanto ancora potrà migliorare la nostra vita in futuro».
La felicità sono mani e braccia più evoluti tecnologicamente che le permettono di fare movimenti più lenti e più precisi. E lei guarda già avanti e pensa a quanto potranno ancora migliorare i suoi arti bionici. Bebe ha la capacità di esorcizzare la sfortuna convinta che prima o poi una cosa bella arriverà. Si prende beffa della sfiga senza fare le corna, ma guardandola in faccia e fotografandola pure. E il suo sorriso in ogni scatto è la più grande e autentica dichiarazione d'amore per questa vita che resta- nonostante tutto- una gran figata.
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