teresa principato matteo messina denaro

“PENSAI CHE NON CI FOSSE LA VOLONTÀ DI CATTURARE MESSINA DENARO” – LE RIVELAZIONI ESPLOSIVE DI TERESA PRINCIPATO, MAGISTRATO CHE PER NOVE ANNI HA DATO LA CACCIA AL BOS: “LE INDAGINI FURONO TOTALMENTE OSTACOLATE. OGNI VOLTA CHE SI ALZAVA IL LIVELLO, AD ESEMPIO SULLA MASSONERIA, IN MOLTI NON CI CREDEVANO PIÙ” – “NON CREDO SI SIA CONSEGNATO. CERTO, ERA STANCO, MA LEI SE LO VEDE UNO CHE PER PRUDENZA NON INCONTRA MAI LA FIGLIA PER 20 ANNI METTERSI IN CODA PER FARE UN TAMPONE? E POI AVEVA FORTI RAPPORTI POLITICI. PENSI ALLA STORIA DI D'ALÌ …”

Giu. Leg. per “La Stampa”

 

teresa principato

[…] «Le indagini sulle ricerche di Matteo Messina denaro furono totalmente ostacolate. Ogni volta che si alzava il livello, ad esempio sulla massoneria, in molti […] cominciavano a non crederci più (per esempio sui collaboratori che stavamo sentendo) nonostante in otto anni di lavoro alla Dda di prove sulla mia professionalità ne avessi seminate.

 

E gli ostacoli furono frapposti nonostante gli scenari della cattura fossero molto promettenti. Sia io sia altri colleghi cercammo di convincere il procuratore a fermare i colleghi del gruppo agrigentino che volevano procedere all'arresto di un boss che secondo noi ci avrebbe portato dal ricercato. Avrebbero vanificato tutto. Anche i carabinieri del Ros ci parlarono. Invano».

 

[…] Teresa Principato, magistrato in pensione dal gennaio 2022. È la donna che più di tanti altri in passato ha dato la caccia a Messina Denaro […]. Nove anni di lavoro su piste estere e italiane cadute sul più bello, al miglio decisivo, sul più grande fantasma degli ultimi 20 anni. L'addio alla procura di Palermo nel 2018 e il passaggio alla direzione nazionale antimafia per quattro anni, sono l'appendice di una vita in magistratura.

 

messina denaro

Dottoressa, lasciò volontariamente la procura di Palermo?

«Considerato l'atteggiamento tenuto nei miei confronti da alcuni colleghi e responsabili dell'ufficio giudiziario dell'epoca me ne andai via, insalutata ospite. Non ritenevo ci fossero più le condizioni per rimanere».

 

Con quale stato d'animo se ne andò da Palermo?

«Mi costò molto. Ero arrabbiata, delusa. Tanto da pensare che non ci fosse la reale volontà di catturare il latitante. Lo credevano anche altri miei colleghi e diversi investigatori».

 

Ma di che storia sta parlando?

«Della storia di un'indagine stoppata della quale ho cercato anche di dimenticare alcuni particolari».

 

ARRESTO DI MATTEO MESSINA DENARO

Ce li racconti e – se ritiene – ometta il meno possibile.

«Seguivamo un capomafia, Leo Sutera. Appena uscito dal carcere incontrò Messina Denaro. Aveva anche il compito di farlo incontrare con due mafiosi palermitani. Fotografammo Sutera in un casolare mentre da sotto una pietra estraeva un pizzino del latitante. Lo lesse e lo rimise al suo posto».

 

«[…] Eravamo tutti certi che ci avrebbe potuto portare da Messina Denaro […] invece i colleghi che investigavano sul territorio agrigentino volevano arrestarlo in un'altra operazione, ma cosi ci avrebbero bruciato».

 

Teresa Principato

[…] Cosa le disse il vertice dell'ufficio?

«Mi chiese se fossi certa, del contenuto delle intercettazioni consegnatemi dal Ros. Confermai, ma non si convinse e successe un'altra cosa strana».

 

Quale?

«Seppi che poco dopo, in quei giorni, si recò in aula bunker dove venivano effettuate le intercettazioni sulle ricerche del boss. Chiese a un ufficiale di sapere se ve ne fossero di interesse».

 

[…] Parlò coi colleghi della vicenda?

«Lo dissi direttamente al procuratore capo cercando di dimostrare che più stringente della cattura degli agrigentini era il fermo del latitante».

 

 

[…]  Le arrestano l'unico uomo che poteva portarla a Messina Denaro...

la seconda versione del ritratto di messina denaro by flavia mantovan

«Non solo».

 

[…] «Poco tempo dopo arrestarono anche i due mafiosi palermitani che dovevano essere condotti dal latitante. [..] Pensai che l'indagine fosse stata totalmente ostacolata, che la cattura non fosse ritenuta prevalente e che sarebbe stato impossibile ricominciare daccapo».

 

E invece?

«Ripartimmo con enorme fatica dalla massoneria […] ma non fu facile nemmeno stavolta […] Mi ritrovai in una riunione senza nemmeno il consenso dei colleghi. Completamente sola e, inascoltata ospite, decisi di andare via in anticipo».

 

[…] E Messina Denaro è stato preso...

«Non credo si sia consegnato. Certo – senza nulla togliere al lavoro di alcuni – era stanco, aveva abbassato le difese. Lei se lo vede uno che per prudenza non incontra mai la figlia per 20 anni mettersi in coda per fare un tampone?».

 

antonio d'ali 5

[…] «E poi aveva forti rapporti politici. Pensi alla storia di D'Alì […] D'Alì ha fatto assumere in una delle sue banche il fratello dell'ex latitante e un Prefetto che voleva togliere dalle grinfie della mafia un'azienda fu fatto trasferire sempre da lui, cosi come il capo della squadra Mobile Giuseppe Linares».

 

E questo cosa le fece capire?

«Mi fece riflettere sulla possibilità della mancata realizzazione di altre indagini sulla cattura che in quegli anni andarono a monte».

arresto di matteo messina denaro 4ARRESTO DI GIOVANNI LUPPINO

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?