Pierluigi Battista per il “Corriere della Sera”
Per quelli che negano le malefatte della giustizia ingiusta, per chi, magistrati con l' incanto della manetta facile e giornalisti che suonano il piffero dell' accusa e non ascoltano mai la difesa, ha la spudoratezza di dire che non ci sono innocenti in galera, proponiamo di ricordare una vittima dell' ingiustizia organizzata, non di un errore giudiziario, ma di un orrore giudiziario.
E cioè di Lelio Luttazzi, morto esattamente dieci anni fa, un grande dello spettacolo italiano, un eccellente musicista, un direttore d' orchestra, un regista e scrittore, un uomo garbato e intelligente che nel 1970 fu sbattuto in galera per una vicenda in cui non c' entrava niente da magistrati dall' arresto facile.
Di magistrati che hanno distrutto non solo la carriera, ma anche la vita di Lelio Luttazzi, mentre loro non hanno pagato per il loro clamoroso errore, ma anzi la loro carriera è andata speditamente avanti, non osiamo immaginare con quante sofferenze patite da altri innocenti in galera di cui, privi della notorietà di Luttazzi, non sappiamo assolutamente nulla, come del protagonista Alberto Sordi in Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy.
«Stavo in galera, chiuso in una celletta d' isolamento piccolissima. Bugliolo. Secchio. Come le bestie», scriverà Luttazzi in un libro struggente come Operazione Montecristo (editore Mursia). 33 giorni di angoscia, di paura, di umiliazioni che non saranno mai risarciti, di cui nessuno, nella magistratura, pagherà le conseguenze.
Ma Luttazzi, che era un signore, scrisse ancora nel suo libro: «Per tanto tempo mi sono portato dentro una rabbia senza fine contro il Pubblico Ministero che mi aveva interrogato, e non mi aveva creduto«, però «il rancore si è stemperato negli anni» anche se «per l' ingiustizia ho ancora parecchio fastidio». «Fastidio» per un' ingiustizia colossale, devastante, destinata a segnare gli anni a venire.
Sarebbe una buona cosa, ma non avverrà, se, a dieci anni dalla sua morte, ci si ricordasse pubblicamente e solennemente di Lelio Luttazzi, delle nefandezze compiute ai suoi danni da una giustizia iniqua e spietata. Chiedere scusa, certo, sarebbe troppo per chi pensa che il rispetto per la magistratura non sia qualcosa da conquistare giorno per giorno ma un obbligo indiscutibile. Il rispetto per Lelio Luttazzi, piuttosto: quello è ciò che dovrebbero imparare.
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Il pianoforte di Lelio Luttazzi raffaella carra' e lelio luttazzi lelio luttazzi fiorello Lelio Luttazzi con Mina e Delia Scala Lelio Luttazzi e Raffaella Carra sandra milo lelio luttazzi Pensieri di Lelio Luttazzi mina lelio luttazzi