milano incendio grattacielo via antonini

MILANO IN FIAMME - DALLA CONCESSIONE EDILIZIA FINO AGLI ULTIMI INTERVENTI DI MANUTENZIONE SUGLI IMPIANTI, APERTA L'INCHIESTA PER DISASTRO COLPOSO (AL MOMENTO A CARICO DI IGNOTI) SUL ROGO DEL PALAZZO DI VIA ANTONINI: SEQUESTRATE LE AUTORIZZAZIONI E IL PROGETTO DELLA TORRE - SECONDO I CONDOMINI L'ALLARME SONORO ANTINCENDIO NON E' ENTRATO IN FUNZIONE - NELL'APPARTAMENTO IN CUI E' DIVAMPATO L'INCENDIO, POI...

Cesare Giuzzi per il Corriere.it

 

incendio torre del moro milano 2

Tutta la storia della Torre dei Moro è sotto indagine. Dalla concessione edilizia, che risale all’epoca Albertini, fino agli ultimi interventi di manutenzione sugli impianti elettrici e antincendio. È un’inchiesta ad ampio spettro quella avviata dalla procura sul rogo di domenica di via Antonini.

 

Ieri gli investigatori della squadra di polizia giudiziaria del dipartimento «Ambiente, salute, sicurezza, lavoro» guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano, hanno sequestrato «presso terzi» (quindi senza indagati) tutta la documentazione relativa al progetto della torre. Carte ritenute indispensabili per ricostruire le società coinvolte nella realizzazione dell’edificio, i responsabili dei lavori e i progettisti. Alcuni nomi potrebbero finire presto nel registro degli indagati in vista degli accertamenti irripetibili sui reperti.

 

incendio torre del moro milano 14

L’inchiesta è stata aperta per disastro colposo e al momento è ancora a carico di ignoti. Il fascicolo è affidato anche al pm Marina Petruzzella. C’è da capire se davvero, come hanno raccontato i condomini, l’allarme sonoro antincendio non è entrato in funzione. «Mia moglie è tornata indietro, ha premuto il pulsante al secondo piano ma non è successo niente», racconta un residente. Già i vigili del fuoco impegnati nelle prime operazioni di spegnimento avevano parlato di impianto antincendio fuori uso e di manichette che non «davano» acqua.

 

Rogo via Antonini Interno 7

Un problema sorto nelle prime fasi dell’intervento è legato anche al contesto ristretto in cui è stata costruita dieci anni fa la Torre dei Moro. L’autoscala da 50 metri, capace di raggiungere la sommità della torre e specifica per incendi in grattacieli, non è stata utilizzabile perché non c’erano gli spazi tecnici (12 metri dalla facciata) per posizionarla. Per fortuna tutti i condomini erano già fuori.

 

Le indagini si muovono su due fronti: la causa dell’incendio al 15esimo piano e l’analisi dei materiali del rivestimento. Il custode Walter Aru ha detto ai pm che «i contatori differenziali della luce erano abbassati». Ma le verifiche sono in corso. Tempi più lunghi per le prime analisi di laboratorio dei tecnici del Nucleo investigativo antincendi della direzione regionale Lombardia insieme agli esperti dell’ufficio di polizia giudiziaria di Milano.

 

Rogo via Antonini Interno 6

Ieri in procura è stata depositata la prima relazione delle Volanti. Gli agenti della «Mecenate», della «Romana» e della «Baggio bis» sono stati i primi soccorritori a intervenire. Si sono lanciati nel palazzo e hanno iniziato ad evacuare i residenti «al fine di mettere in sicurezza quante più persone possibili». All’ottavo piano «il forte calore ed il fumo rendeva impossibile la respirazione».

 

Tutti però erano ormai in salvo. Poi i primi equipaggi dei pompieri sono saliti con i respiratori fino al 16esimo bussando a tutte le porte. «Ero fuori. È suonato l’allarme sul telefonino. Ho visto da una telecamera l’ombra del fumo. Poi dei colpi fortissimi alla porta, infine l’impianto è saltato», racconta un residente. I piani 14, 15 e 16 sono ancora pericolanti. È lì che si sono registrati i danni maggiori.

 

Rogo via Antonini Interno 5

Nelle prime immagini del sopralluogo dei vigili del fuoco la distruzione è totale: porte divelte, calcinacci, pareti cadute. Alcuni appartamenti sarebbero però intatti. La conta dei danni è solo all’inizio.

incendio torre del moro milano 1Rogo via Antonini Interno 3incendio torre del moro milano 3incendio torre del moro milano 15Rogo via Antonini Interno 2Rogo via Antonini Interno 4incendio torre del moro milano 12Rogo via Antonini Interno

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…