Simona Pletto per “Libero quotidiano”
Partivano per il Salertinano e nel giro di una giornata tornavano a casa diplomati. In 24 ore riuscivano a fare quello che normalmente si fa in cinque anni. Agguantavano cioè un diploma di scuola superiore senza aprire un libro né frequentare l' istituto scolastico. Tutto questo è stato possibile a Castellabate, il borgo arroccato, in provincia di Salerno. È qui che per la somma di 3mila euro in molti rientravano con un diploma da poter mettere in un curriculum, oppure da appendere in bella mostra in casa o in un studio.
In alcune scuole di Castallabate, la cittadina del film "Benvenuti al Sud", c' era un sistema rodato per garantire diplomi facili al costo di 3mila euro, messo in piedi da un' organizzazione con base nel Salernitano. Un giro d' affari per un milione di euro che ha coinvolto falsi diplomati di 40 province d' Italia dove sono scattate 340 perquisizioni.
L'operazione della Procura guidata dal procuratore capo Antonio Ricci è ancora in corso, ma i carabinieri di 40 province, delegati dai colleghi della compagnia dei carabinieri di Agropoli, diretti dal capitano Fabiola Garello, e dalla sezione di Polizia Giudiziaria dei carabinieri della Procura di Vallo della Lucania, hanno trovato già abbastanza riscontri, come ad esempio documentazione, ma soprattutto hanno trovato a casa di queste persone il diploma che chiaramente è stato sequestrato.
SOLO SULLA CARTA
In un attimo i "furbetti" del diploma facile si sono ritrovati di nuovo con soltanto la licenzia media. Il titolo di studio, infatti, era stato conseguito senza frequentare i corsi e falsificando i verbali di esami, che risultavano sostenuti ma solo sulla carta. Il sistema era collegato ad alcuni istituti scolastici, di base nel Salernitano e dalle indagini è emerso che alcune scuole di Castellabate si sarebbero prodigate per il conseguimento facilitato di titoli di studio.
Una vera e propria struttura piramidale; c' era chi si occupava di far ottenere i diplomi dietro pagamento di 3mila euro, chi li consegnava e chi falsificava i verbali degli esami. In una sessione straordinaria di prove avrebbero preso parte 300 candidati, tutti magicamente risultati idonei e diplomati.
Si ipotizza che il giro d' affari dell' intera organizzazione si possa aggirare intorno al milione di euro. Le indagini volte a chiarire le singole condotte sono ancora in corso. Le perquisizioni hanno riguardato le province di Salerno, Caserta, Napoli, Avellino, Benevento, Udine, Biella, Vicenza, Verona, Torino, Brescia, Asti, Lecco, Mantova, Novara, Varese, Milano, Monza, Como, Imola, Bologna, Bergamo, Genova, La Spezia, Parma, Reggio Emilia, Modena, Lucca, Perugia, Cuneo, Chieti, Firenze, Prato, Roma, Viterbo, Potenza, Cosenza, Reggio Calabria, Trapani, Cagliari, Latina e Rieti.
AVELLINO E CASERTA
Il nostro Paese non è certo nuovo a simili scandali.
L' ultima indagine in ordine di tempo, in tema di falsi diplomi acquistati, ha riguardato Avellino e la provincia di Caserta. Anche qui, in un solo mese, si è scoperto un giro di una cinquantina di diplomi "comprati", ottenuti al costo di 2.300 euro senza ovviamente sostenere esami né tantomeno frequentare i corsi. In questo caso si trattava di certificazioni internazionali in campo informatico e altre riconosciute dal Miur. I titoli servivano nella maggior parte dei casi ad aumentare i punteggi dei beneficiari della compravendita per partecipare al concorso nel personale Ata. Il caso era stato sollevato da un servizio televisivo di "Striscia la notizia".
Da qui è stato scoperchiato il vaso di Pandora sul sistema delle false attestazioni, che ha visto finire nel registro degli indagati una trentina di persone.Cambiano i titoli di studio, ma il sistema truffaldino resta lo stesso. Su quello appena scoperto nel Cilento, restano ancora aperte le indagini. Per ora non ci sono indagati, ma nel giro di pochi giorni la posizione di alcuni personaggi coinvolti (tra cui personale docente) e che avrebbero anche intascato il denaro, potrebbe cambiare.