Da “il Giorno”
Prosciolti perché il fatto non costituisce reato: si è chiusa così, in udienza preliminare a Padova, la vicenda giudiziaria che ha visto protagonisti Lino Bottaro, 63 anni, e Rita Benini, 51, genitori di Eleonora, morta il 29 agosto dello scorso anno per leucemia linfoblastica acuta. La ragazza, originaria di Bagnoli di Sopra (Padova), si era ammalata a 17 anni. I medici dell' ospedale di Schiavoni e del reparto di Oncoematologia pediatrica dell' Azienda ospedaliera di Padova le avevano consigliato di sottoporsi alla chemioterapia che le avrebbe dato ottime possibilità di guarigione.
La giovane però aveva rifiutato le cure consigliate, preferendo fare ricorso a metodi riconducibili alla medicina alternativa del medico tedesco Hammer, sostenitore della tesi secondo cui i tumori e le leucemie altro non sono altro che un riflesso fisico di traumi psicologici.
Accompagnata dai genitori, si era rivolta a una clinica di Bellinzona, in Svizzera, presentando anche un memoriale di 20 pagine scritte a mano in cui motivava la sua scelta, spiegando di non credere nella validità delle terapie tradizionali e di essere anzi sicura che queste l' avrebbero solo danneggiata.
Eleonora aveva anche incontrato il giudice del Tribunale dei minori che ne aveva riconosciuto la maturità. Poi, pochi giorni dopo essere diventata maggiorenne, la giovane è morta. La procura di Padova aveva così aperto un' inchiesta nei confronti dei genitori della giovane per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell' evento.