IN QUALE PIANETA VIVONO QUESTI POLIZIOTTI? - VIDEO: DOPO L'ENNESIMA MORTE PER ASFISSIA, L'ISPANICO CARLOS LOPEZ DI TUCSON (ARIZONA), LA SINDACA SI SCHIERA CON IL CAPO DELLA POLIZIA - GLI AGENTI GLI HANNO TENUTO LA FACCIA A TERRA PER 12 MINUTI, FINCHÉ NON HA SMESSO DI RESPIRARE - IL SUO CRIMINE? ERA NUDO E IN STATO CONFUSIONALE NEL GARAGE. LO HANNO COPERTO CON UNA COPERTA SINTETICA E POI…

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Giuseppe Sarcina per il ''Corriere della Sera''

 

Ancora immagini agghiaccianti della polizia in azione. E un uomo di 27 anni ammanettato, bloccato con la faccia a terra per 12 minuti. Chiede, implora dell'acqua. Sussurra: «Non respiro più». Così il 22 aprile scorso è morto Carlos Ingram Lopez, 27 anni, ispanico di Tucson, Arizona. Il capo del Dipartimento di Polizia, Chris Magnus, ha diffuso la clip con l'intera sequenza di 25 minuti solo mercoledì scorso, 24 giugno, perché, ha spiegato, la famiglia doveva ancora vederla. Magnus ha convocato una conferenza stampa e ha «offerto le dimissioni» in diretta, senza avvisare le autorità politica.

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Gli stava accanto la sindaca Regina Romero, visibilmente colta di sorpresa. Romero, prima donna di origine latina a guidare Tucson, democratica, ha avuto parole durissime per la condotta degli agenti, «da licenziare immediatamente». Ma ha elogiato «l'integrità» e la «gestione» di Magnus. Il video è stato ripreso dalla «body camera» montata sulla divisa degli agenti. L'azione comincia intorno all'una, nella notte tra il 21 e il 22 aprile. Una pattuglia risponde alla chiamata di un'anziana signora, la nonna di Carlos: «Venite, sta combinando un disastro in casa».

 

Gli agenti rintracciano l'uomo nel garage. È nudo, sdraiato per terra, chiaramente in stato confusionale. I poliziotti si avvicinano con cautela. Uno di loro minaccia: «Se non la smetti di agitarti ti becchi una bella scossa». Nessuno, però, usa il taser, la pistola elettrica, o le armi da fuoco. Alla fine Carlos si ritrova con la pancia sul pavimento. Comincia a lamentarsi, ma i tutori della legge non lo spostano. Anzi lo coprono con una coperta gialla che sembra di materiale sintetico. Il tempo scorre nella luce livida del garage, nel silenzio interrotto dalle grida di una donna e dai lamenti sempre più flebili che arrivano da quel fagotto immobile.

 

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Dodici minuti e un poliziotto si scuote, solleva un lembo della coperta, urla: «Hey, hey». Un altro punta la torcia: «Non sembra molto cosciente adesso». Carlos Ingram Lopez è già morto, come stabilirà l'autopsia. Arresto cardiaco per asfissia. Nell'organismo viene trovata una quantità rilevante di cocaina. Il capo della polizia Magnus ha chiesto all'Fbi di indagare. I tre agenti si sono dimessi: Samuel Routledge, Ryan Starbuck e Jonathan Jackson. Uno, non sappiamo ancora chi, è afroamericano. È un caso che ricorda quanto è successo ad Atlanta, dopo l'uccisione del ventisettenne Ryashard Brooks, colpito alle spalle da tre colpi di pistola sparati da un poliziotto, il 12 giugno .

 

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Anche lì la responsabile del Dipartimento di Polizia, Erika Shields, si è dimessa. Sia Magnus che Shields avevano avviato un processo di cambiamento, incoraggiati dalle loro sindache. Romero a Tucson e Keisha Lance Bottoms, anche lei democratica, ad Atlanta. Ancora poche settimane fa Magnus aveva affermato di essere alla guida di uno dei Dipartimenti più moderni e culturalmente più avanzati nel Paese. In particolare aveva bandito la tecnica del «chokehold», la stretta alla testa.

 

Il 25 maggio scorso a Minneapolis, l'agente Derek Chauvin ne aveva utilizzato una variante, schiacciando con il ginocchio il collo di George Floyd. Dopo un mese di proteste, sit-in, la riforma della polizia è diventato un tema centrale negli Stati Uniti. Al Congresso di Washington democratici e repubblicani stanno cercando, faticosamente, un accordo per fissare almeno alcune regole standard di comportamento. Ma la scia di violenza sembra non fermarsi. Ieri mattina un agente a New York, David Afanador, è stato arrestato per aver cercato di strangolare «un sospetto».

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