Estratto da www.leggo.it
Ha chiesto che gli venisse portata l'arma del delitto affinché, seduta stante, potesse confrontarla con le ferite trovate sul cadavere. A formulare la richiesta, oggi, è stato il consulente nominato dalla Procura di Benevento durante l'autopsia sul corpo di Annibale Miarelli, il 68enne brutalmente ucciso a Pannarano (Benevento) dal fratello Benito Miarelli, 57 anni, reo confesso dell'omicidio. L'indagato, che si trova in carcere, ha nominato come suo difensore l'avvocato Teodoro Reppucci.
Il 5 luglio Benito Miarelli, 57enne, ha confessato l'omicidio Benito Miarelli. Ora è in carcere con l'accusa di aver ucciso e decapitato con un'ascia l'altra notte il fratello Annibale di 68 anni, a Pannarano, in provincia di Benevento. «Si l'ho ucciso - avrebbe detto l'assassino durante l'interrogatorio in carcere dinanzi al gip e al suo legale - perché all'improvviso ha sentito delle voci che mi hanno detto che dovevo ammazzarlo».
La comunità di Pannarano, che conta circa duemila abitanti, è ancora sotto shock. La vittima, Annibale Miarelli, era un ex operaio in pensione, che si era trasferito in paese da circa sei mesi, dopo la morte della moglie, per ritrovare serenità nei luoghi della sua infanzia. L'abitazione dell'assassino e l'arma del delitto sono state sottoposte a sequestro, mentre le indagini dei carabinieri proseguono.