matteo bassetti a coffee break
A parlare con accenti molto critici dell'ultimo dpcm di Giuseppe Conte, ecco ancora Matteo Bassetti, l'infettivologo dell'ospedale San Martino di Genova che aveva apprezzato la precedente legge, non quella varata domenica 25 ottobre per il contenimento del coronavirus.
Ospite in collegamento a Coffee Break su La7, l'esperto spiega: "Per vedere se le misure saranno efficaci ci vuole tempo. Il dpcm che aveva dato mandato alle regioni di monitorare le situazioni, di pochi giorni prima, è stato immediatamente rimpiazzato da un secondo dpcm.
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Credo che questo dpcm porterà poco lontano - sottolinea Bassetti -: non credo che limitare la circolazione di qualche ora, e ristoranti e i bar, sia quello di cui l'Italia ha bisogno. Basta uscire per andare a lavorare e ci si rende conto che la gente si contagia in altre situazioni, non al ristorante: trasporti pubblici, le code".
Insomma, per Bassetti il dpcm va a colpire i bersagli sbagliati. Dunque, spiega la sua ricetta: "Credo che si debba mirare oggi alle categorie più a rischio. In ospedale abbiamo tanti giovani, ma chi paga di più il coronavirus sono le persone fragile, immunodepressi, obesi e soprattutto gli anziani, che dovrebbero avere la maggiore attenzione in questo momento".
E ancora: "Abbiamo detto: possiamo trattare a domicilio una quota importante di chi ha il Covid, almeno i poco sintomatici. Ma nella realtà i medici ce la stanno mettendo tutta, ma quando hai da assistere contemporaneamente 1.500 persone in un momento come questo, di picco epidemico, diventa impossibile. Non è un problema della medicina del territorio, è un problema organizzativo. È una cosa che andrà completamente ripensata", conclude Matteo Bassetti.
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