"IO E AMANDA KNOX CONOSCIAMO LA VERITA'" - RUDY GUEDE, USCITO DI PRIGIONE DA POCHI GIORNI DOPO LA CONDANNA PER L'OMICIDIO DI MEREDITH KERCHER, HA PROFESSATO UN'ALTRA VOLTA AL "SUN" LA SUA INNOCENZA - "AVEVO LE MANI SPORCHE DI SANGUE PERCHE' CERCAVO DI SALVARLA, NON DI UCCIDERLA" - "IL TRIBUNALE MI HA CONDANNATO PER COMPLICITA' IN OMICIDIO PERCHE' IL MIO DNA ERA LI', MA I DOCUMENTI DICONO CHE C'ERANO ALTRI..."
Dagotraduzione dal Sun
Rudy Guede, 34 anni, l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, ha rilasciato un’intervista esclusiva ieri al Sun in cui non solo ha ribadito la sua innocenza, ma ha puntato il dito contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
L’uomo, uscito in anticipo la scorsa settimana dopo 13 anni di carcere, ha dichiarato: «Avevo le mani sporche di sangue perché cercavo di salvarla, non di ucciderla». Meredith, 21 anni, di Coulsden, nel sud-est di Londra, è stata aggredita sessualmente e uccisa a Perugia nel 2007.
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«La prima cosa che voglio dire è alla famiglia Kercher, e quanto mi dispiace per la loro perdita». «Ho scritto una lettera in cui spiego loro quanto mi dispiace, maè troppo tardi per chiedere scusa per non aver fatto abbastanza per salvare Meredith».
«La corte ha accettato che ho cercato di aiutarla mettendole degli asciugamani sulle ferite». E ha aggiunto: «Il tribunale mi ha condannato per complicità in omicidio semplicemente perché il mio Dna era lì, ma i documenti (legali) dicono che c’erano altri e che non ho inflitto le ferite mortali».
Alla domanda se si riferisse alla Knox o a Sollecito, entrambi scagionati dopo quattro anni di carcere, Guede ha risposto: «Non voglio dire altro se non che andrebbero letti i documenti. Come ho detto, dicono che c’erano altri lì e che non ho inflitto le coltellate. Conosco la verità e lei (Amanda, ndr) conosce la verità».
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