falcone mattarella

"NON FU SOLO DELITTO DI MAFIA" - I SOSPETTI DI FALCONE E L’OMICIDIO MATTARELLA: "SI POTREBBE RISCRIVERE LA STORIA DEL PAESE. SI TRATTA DI CAPIRE SE LA PISTA NERA SI COMPENETRI CON QUELLA DI COSA NOSTRA” – A 40 ANNI DAL DELITTO LA COMMISSIONE ANTIMAFIA PUBBLICA L’AUDIZIONE INTEGRALE DEL GIUDICE CHE ALL’EPOCA INDAGAVA SUGLI ATTENTATI POLITICI COMMESSI DA COSA NOSTRA - DAL GOLPE BORGHESE A SINDONA...

Giovanni Bianconi per corriere.it

 

sergio mattarella e il fratello piersanti ucciso dalla mafia

«È un’indagine estremamente complessa perché si tratta di capire se, e in quale misura, la “pista nera” sia alternativa a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa», diceva Giovanni Falcone, nel 1988, a proposito dell’omicidio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione siciliana assassinato otto anni prima, il 6 gennaio 1980 nel centro di Palermo.

 

Fra due settimane saranno passati quarant’anni esatti da quel delitto, e la commissione parlamentare Antimafia ha deciso di ricordare l’anniversario pubblicando il verbale integrale dell’audizione dell’allora giudice istruttore davanti alla commissione dell’epoca, datato 3 novembre 1988.

 

sergio mattarella

In quel momento Falcone stava svolgendo indagini su un paio di terroristi neofascisti indiziati dell’uccisione dell’uomo politico, fratello di Sergio, l’attuale presidente della repubblica e sull’ipotesi della connessione tra estremismo nero e Cosa nostra aggiunse che quell’eventuale convergenza d’interessi «potrebbe significare altre saldature, e soprattutto la necessità di rifare la storia di certe vicende del nostro paese, anche da tempi assai lontani».

 

La «pista nera»

L’audizione di Falcone e degli altri giudici istruttori del pool antimafia sopravvissuto alle polemiche con il nuovo capo dell’ufficio Antonino Meli, era finora coperta dal segreto (sebbene qualcosa fosse già trapelato in alcuni processi e qualche pubblicazione), e fa parte dei documenti che la commissione parlamentare ha deciso ora di rendere noti. In quel momento Falcone stava indagando soprattutto su Giusva Fioravanti, l’ex capo dei Nuclei armati rivoluzionari per il quale l’anno successivo avrebbe spiccato un mandato di cattura proprio per l’omicidio Mattarella, poi rinviato a giudizio insieme al presunto complice Gilberto Cavallini, anche lui militante dei Nar.

 

falcone

Ma nel successivo processo in corte d’assise Fioravanti e Cavallini furono assolti su richiesta della stessa Procura, perché gli elementi raccolti furono giudicati insufficienti, e i verdetti di non colpevolezza furono confermati fino in Cassazione. Ma al di là delle sentenze, la cosiddetta «pista nera» ha continuato ad essere battuta dagli inquirenti negli anni successivi, fino all’ultima inchiesta della magistratura palermitana condotta dal procuratore Francesco Lo Voi e dal sostituto Roberto Tartaglia, oggi consulente dell’Antimafia che sta curando la desecretazione dei verbali.

 

 

 

Dal golpe Borghese a Sindona

Sulle possibili connessioni tra Cosa nostra e neofascisti, Falcone nel 1988 ricordava che «i collegamenti risalgono a certi passaggi del golpe Borghese, in cui sicuramente era coinvolta la mafia siciliana. E ci sono inoltre collegamenti con la presenza di Sindona», il bancarottiere legato alla mafia che nei mesi precedenti all’assassinio del presidente della Regione si trovava clandestinamente in Sicilia, a stretto contatto con i boss della Cupola. «Questi elementi comportano la necessità di un’indagine molto approfondita che peraltro stiano svolgendo, e che prevediamo non si possa esaurire in tempi brevi», concluse Falcone.

francesca mambro e giusva fioravanti

 

Il giudice, poi divenuto procuratore aggiunto di Palermo, fece tutto ciò che c’era da fare per portare a giudizio gli estremisti neri nel 1991, poi si trasferì a Roma per lavorare al ministero della Giustizia e un anno più tardi, nel 1992, fu ucciso nella strage di Capaci insieme alla moglie Francesca tre agenti di scorta. Quando saltò in aria, Falcone era in corsa per guidare la neonata Procura nazionale antimafia, da dove avrebbe voluto riprendere in mano le indagini. Comprese quelle sugli omicidi politico-mafiosi, tra cui spicca il delitto Mattarella. Per il quale, nonostante la condanna dei componenti della Cupola come mandanti, a quarant’anni di distanza non si conoscono ancora gli esecutori materiali.

michele sindona

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...