Maria Rosa Tomasello per “la Stampa”
Le vittime ormai non si contano più. Una strage silenziosa, coperta dal rumore dei numeri enormi dei morti e dei contagi di questa emergenza: ogni giorno l' epidemia dilaga dentro le case di riposo e nelle Residenze sanitarie assistite (Rsa) di tutta Italia, falcidiando decine di anziani e seminando nuovi positivi tra gli ospiti e il personale che li assiste.
A rischio sono 300mila persone, in gran parte non autosufficienti, i più fragili, quelli che più di tutti bisognerebbe proteggere. Il caso più drammatico è quello di Mediglia, comune di poco più di 12mila abitanti alle porte di Milano: 52 persone sono morte nella Rsa di Mombretto, struttura che conta 150 ospiti.
La coppia di anziani coniugi separata dal coronavirus
È il 23 febbraio quando vengono accertati i primi 4 casi: da quel momento, l' infezione è inarrestabile. La struttura si blinda. I familiari lamentano ritardi nel comunicare il contagio in corso, con il rischio che l' infezione sia stata trasmessa a chi, ignaro, nei giorni precedenti alla scoperta era andato a visitare genitori o nonni. Lamentano le difficoltà a comunicare con i propri cari ora che sono irraggiungibili oltre i cancelli. «Tutte le strategie mediche e organizzative sono state condivise con l' Ats di Milano», fa sapere la Residenza Borromea.
Ma la rabbia monta tra i parenti, pronti a presentare denuncia. «Io mi chiedo come sia possibile che, con più di 50 morti, nessuno in Regione Lombardia sia ancora intervenuto», commenta Leonardo Larocca: i genitori di sua moglie sono positivi dopo una visita alla nonna, ospite della Rsa: «Non sapevamo cosa stava accadendo, e ora mio suocero è in condizioni critiche».
Ma Mediglia non è che la punta dell' iceberg. Nei giorni scorsi a lanciare l' allarme sono state Uecoop, che ha chiesto di dotare gli operatori di tutti gli strumenti di protezione e lo Spi Cgil, che ha definito le case di riposo «bombe a orologeria pronte a esplodere». I morti sono già troppi: la vita di comunità accelera il contagio, i tamponi vengono fatti col contagocce, il personale insufficiente e spesso privo di protezioni adeguate. Nella casa di riposo di Quinzano d' Oglio, in provincia di Brescia, gli anziani morti dall' inizio dell' epidemia sono 18.
A Gandino, in Val Seriana (Brescia), dal 24 febbraio si contano 15 decessi, mentre una quarantina di ospiti ha la febbre. A Barbariga, nella Bassa bresciana, gli anziani ospiti morti per Covid-19 sono sette, altri otto sono risultati positivi. Merlara, provincia di Padova: dieci morti. Cingoli, provincia di Macerata: 4 vittime. Un elenco terribile, che potrebbe continuare.
«Mancano mascherine e presidi, e non possiamo fare i tamponi: se il virus sfonda nelle Rsa sarà la Caporetto», è l' allarme di Paolo Pigni, direttore della Fondazione Sacra Famiglia, che guida la residenza per anziani di Cesano Boscone, tra le più grandi della Lombardia. La sede centrale è salva, ma dentro le filiali di Perledo e di Settimo Milanese il contagio è in corso. Non è solo il Nord a registrare infezioni a cascata nelle strutture per anziani: a Bucine, in provincia di Arezzo, contagiati 22 degenti su 83, positivi anche 8 operatori.
A Bari un uomo è morto e 9 persone sono positive nel centro per anziani Don Guanella. Casi segnalati in Sicilia, a Palermo come a Messina, ma anche nel Lazio dove, a Civitavecchia, nella Rsa Madonna del Rosario, in 46 sono positivi. Così, per tutelare chi è indifeso, c' è chi decide di mettersi in isolamento volontario con gli ospiti.
È la scelta che hanno fatto, in Liguria, i dipendenti di Villa San Fortunato: da ieri, nella sede di Rapallo e in quella di Camogli, infermieri, operatori socio-sanitari, cuoche si sono blindati con gli anziani. Per un paio di settimane tutti dentro, per proteggere i nonni.
Salgono a 69 le persone positive al coronavirus tra gli assistiti e il personale di una casa di riposo di Villafrati, nel palermitano. Altre 53 persone sono risultate infatti contagiate dopo essere state sottoposte al tampone. Un anziano di 90 anni, che era ospite della struttura, è morto ieri nell'ospedale di Partinico, nove sono ricoverati nello stesso nosocomio trasformato in Covid Hospital.
A dare la notizia è stato il sindaco di Villafrati, Francesco Agnello, in una diretta Facebook, annunciando che il paese sta per essere dichiarata "zona rossa". Trentuno di queste persone sono i pazienti della struttura che sarebbe stata infettata dalla visita di una giovane proveniente dalla Lombardia.
Villafrati diventa così “zona rossa” come Salemi e Agira, come ha deciso, con una propria ordinanza, il presidente della Regione Nello Musumeci, sentito il primo cittadino. Fino al 15 aprile, nel piccolo centro palermitano ci sarà il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale e la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, ad eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Potranno entrare e uscire dal paese solo gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nell'assistenza alle attività inerenti l’emergenza.
Il sindaco si è già sentito con i vertici regionali della sanità e con l'assessore Ruggero Razza, che già domenica aveva disposto l'isolamento per tutti gli ospiti e il personale della casa di riposo dopo l'esito dei primi 16 tamponi. Nella struttura sono assistiti 60 anziani e operano 75 dipendenti.
"Noi abbiamo cinque strutture per anziani nel comune, cinque eccellenze - ha aggiunto il sindaco nella sua diretta Facebook -. Dobbiamo scongiurare che ci possa essere il contagio in altre realtà. Invito tutti i cittadini a rispettare le disposizioni. Una volta che sapremo chi sono i positivi le famiglie dovranno osservare una quarantena. Saranno tutti controllati".
Un commissario all'Ircss Oasi Maria Santissima di Troina per contrastare l'eventuale dilagare del Coronavirus. Con un proprio decreto, l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, su input del presidente della Regione, Nello Musumeci, ha nominato Giuseppe Murolo quale commissario per l'emergenza sanitaria nella struttura dell'Ennese che ospita persone con fragilità e nella quale si sono verificati alcuni casi di contagio.
Murolo, responsabile del servizio di "Qualità, governo clinico e Centro regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente", che fa capo al dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell'assessorato alla Salute, opererà in affiancamento alla direzione sanitaria dell'Oasi per rafforzarla sotto il profilo organizzativo in un momento particolarmente delicato per l'intera comunità troinese. Il neo-commissario ha già incontrato i vertici della struttura per definire un piano straordinario di prevenzione e contenimento del contagio.
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