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Estratto dell'articolo di Clemente Pistilli per www.repubblica.it
“Gli episodi di vessazione e a volte sessismo erano continui”. Il tenente colonnello Giampaolo Cati, a lungo capo del Centro ippico dell’Accademia militare di Modena e indagato dalla locale Procura con le accuse di molestie persecutorie, violenza privata e abuso d’autorità, non avrebbe reso un inferno la vita ai soli sottoposti nello storico istituto.
Il 44enne, che per umiliare le allieve le avrebbe costrette a lavare “frequentemente” i genitali ai cavalli, sarebbe stato un incubo anche per gli ufficiali. Particolari che emergono dalle indagini appena chiuse dal sostituto procuratore Francesca Graziano, che dovrà ora valutare se chiedere il rinvio a giudizio del militare. A parlare con gli investigatori su quanto accadeva nell’Accademia dove vengono formati i futuri ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei carabinieri, è stato anche un capitano, confermando le denunce di soldatesse e soldati.
L’ufficiale ha riferito che una collega maggiore si era più volte lamentata della “situazione di ansia e frustrazione che viveva ogni giorno per via degli atteggiamenti vessatori del tenente colonnello romano Cati nei suoi confronti e nei confronti di tutto il personale”, precisando che la collega aveva “fatto di tutto per andare via”. Il capitano ha poi parlato di dispetti andati avanti, in base a quanto aveva saputo e visto, per undici anni e che avevano spinto un altro tenente colonnello ad andare in pensione con due anni di anticipo “pur di non avere più a che fare “ con Cati. [...]
Un sistema che, a detta dell’ufficiale, in undici anni avrebbe avuto solo “delle piccole pause di poche settimane” e solo quando il tenente colonnello Cati "riceve qualche ammonimento verbale dai superiori, ma che progressivamente riprendono e spesso in maniera peggiore, quasi come a vendicarsi”. Particolari da cui emerge che i superiori del tenente colonnello sarebbero stati a conoscenza che più di qualcosa in Accademia non andava, ma nulla è cambiato fino a quando due anni fa l’attuale comandante, il generale Davide Scalabrin, ha presentato una dettagliata informativa alla Procura di Modena e alla Procura militare di Verona.
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