GENOVESE: PROTESTE PD-IV PER EDITORIALE DI FELTRI
(ANSA) - Proteste dal Pd e Iv per l'editoriale pubblicato da Libero a firma di Vittorio Feltri, in merito allo stupro nei confronti di una 18enne da parte dell'imprenditore Alberto Genovese. Nell'articolo dal titolo, "i cocainomani vanno evitati. Ingenua la ragazza stuprata da Genovese", Feltri scrive, parlando dell'imprenditore: "gli piacevano le donne e non credo faticasse a procurarsene in quantità. Che necessità aveva di ricorrere allo stupro per impossessarsi di una ragazza bella e giovane, dopo averla intontita con sostanze eccitanti? Ciò è incomprensibile sul piano logico". E ancora, "quanto alla povera Michela, mi domando: entrando nella camera da letto dell'abbiente ospite cosa pensava di andare a fare, a recitare il rosario?". "Sarebbe stato meglio rimanere alla larga da costui (...). Concediamole attenuanti generiche, ai suoi genitori tiriamo le orecchie". Parole definite "vomitevoli e disgustose" dalla senatrice del Pd, Simona Malpezzi. "Questa è violenza di genere, è vittimizzazione secondaria, è sessismo", aggiunge l'altra senatrice del Pd, Valeria Valente. "Disgustoso giustificare uno stupro. Non è libertà di stampa ma offesa a tutta la società", fa eco la senatrice Laura Garavini, vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi.
Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
Su Alberto Genovese, napoletano trapiantatosi a Milano e qui arricchitosi smodatamente dopo gli studi bocconiani, ha già scritto abbondantemente il nostro ottimo Filippo Facci, pertanto non ho molto da aggiungere. Posso solo fare una chiosa, visto che della vicenda non si smette più di parlare, come fosse una novità che i drogati vanno fuori di testa e ne combinano di ogni colore.
Il signorino di cui trattiamo consumava cocaina a strafottere e spesso la sera, per vincere la noia, organizzava nel proprio lussuoso attico dei festini con amici e soprattutto amiche che si concludevano con grandi performance gastrosessuali. Questo stile di vita notturna è abituale, tipico di chi, stremato dalla routine, cerca svaghi oltre la legalità, il lecito.
Capisco che Genovese, facoltoso oltre il limite della normalità, spingesse abitualmente l'acceleratore sulla strada del piacere.
Nessuno lo condannerebbe per queste disgressioni, tantomeno io che sono uomo di mondo. Ciò che fa schifo nella sua condotta è l'abuso della micidiale polverina bianca, notoriamente devastante sul cervello di chi ce l'ha piccolo e poco funzionante.
Va da sé che drogarsi allontana dalla realtà e favorisce comportamenti riprovevoli e addirittura criminali. Ma è altrettanto vero che chi si incammina sulle piste di coca perde la coscienza e la capacità di autogestirsi. Rimane un mistero.
Genovese, il quale nella vita aveva ottenuto qualsiasi soddisfazione non solo finanziaria, che bisogno aveva di ricorrere agli stupefacenti per campare agiatamente? Certo, gli piacevano le donne e non credo faticasse a procurarsene in quantità. Che necessità aveva di ricorrere allo stupro per impossessarsi di una ragazza bella e giovane, dopo averla intontita con sostanze eccitanti? Ciò è incomprensibile sul piano logico.
Personalmente ho constatato che si fa fatica a scoparne una che te la dà volentieri, figuratevi una che non ci sta. Dicono che Genovese sia andato avanti tutta la notte a violentare Michela, una ragazzina di 18 anni la quale pare fosse la terza volta che si recava nella abitazione del nostro "eroe" del menga. Prima osservazione.
Dopo che hai penetrato la fanciulla non sei soddisfatto? Nossignori. Vai avanti a farlo fino all' alba. Ammazza che forza. Sei un uomo o un riccio? Come si fa a darci dentro per tante ore. Io, anche quando ero un ragazzo, dopo il primo coito al massimo fumavo una sigaretta, poi dormivo delle grosse.
D'accordo che Genovese era carburato dalla coca, ma la cosa non giustifica tanto accanimento sulla passera. Quanto alla povera Michela, mi domando: entrando nella camera da letto dell' abbiente ospite cosa pensava di andare a fare, a recitare il rosario?
Non ha sospettato che a un certo punto avrebbe dovuto togliersi le mutandine senza sapere quando avrebbe potuto rimettersele?
Tanto più che Alberto godeva della fama di mandrillo. Sarebbe stato meglio rimanere alla larga da costui. Che adesso la vedrà brutta o non la vedrà per anni, perché sarà condannato. Gli auguriamo almeno di disintossicarsi in carcere. Alla sua vittima concediamo le attenuanti generiche, ai suoi genitori tiriamo le orecchie.