giuseppe conte danilo toninelli matteo salvini elisabetta trenta nave gregoretti

IN AULA VA IN SCENA LO SCARICA-MIGRANTI – AL PROCESSO DI PALERMO PER IL CASO OPEN ARMS, NEL QUALE SALVINI È ACCUSATO DI SEQUESTRO DI PERSONA PER AVER NEGATO LO SBARCO A 147 MIGRANTI, GLI EX MINISTRI DEI TRASPORTI E DELLA DIFESA, TONINELLI E TRENTA, HANNO SCARICATO TUTTA LA RESPONSABILITA’ SUL CAPITONE – GIULIA BONGIORNO, AVVOCATO DI SALVINI, AZZANNA TONINELLI: “MA LEI È LAUREATO? LA DEVO CHIAMARE DOTTORE O IN QUALE ALTRO MODO?”

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Salvini al processo Open Arms

«La ringrazio per la domanda perché mi consente di chiarire che quanto affermato in passato dall'avvocata Bongiorno, all'epoca componente del governo come me, è totalmente falso», scandisce Danino Toninelli, già ministro pentastellato dei Trasporti e delle Infrastrutture, rispondendo a un difensore di parte civile.

 

«Ma lei è laureato? La devo chiamare dottore o in quale altro modo?» gli si rivolge poco dopo la stessa Bongiorno, rivelando al presidente del tribunale: «Il signor Toninelli è già a giudizio su mia querela, quindi si comprende l'acredine». Al suo fianco, dal banco degli imputati, Matteo Salvini assiste divertito: lui è l'unico a essere ancora ministro in questa anomala rimpatriata fra ex colleghi del primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, a maggioranza Lega-Cinque Stelle, riuniti nell'aula bunker dell'Ucciardone.

 

Salvini al processo Open Arms 4

Oltre a Toninelli, Bongiorno e Salvini c'è pure l'ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, testimone dei pubblici ministeri che accusano il leader leghista di sequestro di persona per aver negato lo sbarco a 147 migranti a bordo della nave spagnola Open Arms, fra il 14 e il 20 agosto 2019. Ai pm Calogero Ferrara e Giorgia Righi, Trenta ricorda che inizialmente firmò anche lei il divieto d'ingresso alla Open Arms in acque italiane, sulla base della «potenziale offensività» per la sicurezza nazionale certificata dall'allora ministro dell'Interno.

 

Poi però il Tar del Lazio sospese l'efficacia di quel decreto e a ferragosto Salvini gliene inviò un altro che reiterava il divieto: «Io non lo firmai perché mi pareva sbagliato riproporre una decisione già bocciata dal Tar, senza che ci fossero nuovi elementi e mentre la situazione a bordo della nave stava peggiorando. Combattere il traffico di migranti va bene, ma ho ritenuto che reiterare il divieto di sbarco violasse i diritti umani».

 

open arms.

Quando arriva il suo turno, Bongiorno (responsabile della Pubblica amministrazione nel governo Conte I) svela quello che secondo la difesa è un colpo di scena: da un sottomarino della Marina che sorvegliava il Mediterraneo furono fatte registrazioni audio-video che dimostrerebbero anomalie nel comportamento della Open Arms; compresa una conversazione tra una persona a bordo della nave spagnola e un'altra nelle vicinanze.

 

ELISABETTA TRENTA DANILO TONINELLI

Atti trasmessi all'epoca con un'informativa al ministero della Difesa, e in seguito agli uffici giudiziari siciliani, ma venuti alla luce solo ora con il deposito da parte della Procura di Palermo. «Vediamo se finalmente queste anomalie vengono alla luce, insieme all'informativa fantasma nascosta anche al Tar, al Senato e al gup», spiegherà poi l'avvocata.

 

Trenta dice di non averne saputo niente e ripete che le uniche informazioni sulla sicurezza provenivano dal Viminale: «Era Salvini a decidere sull'opportunità del blocco della nave, fosse dipeso da me mi sarei comportata diversamente». È il motivo per cui l'ex ministro dell'Interno è alla sbarra e lei no, come pure Toninelli che sale sul banco dei testimoni subito dopo.

 

migranti si tuffano dalla open arms

L'ex titolare dei Trasporti (incarico ricoperto oggi da Salvini), che a Catania per la vicenda della nave Gregoretti (dove Salvini è stato prosciolto in udienza preliminare) aveva risposto con una serie di «non ricordo», mostra di ricordare tutto benissimo e riassume il cuore del problema: «Anch' io ero d'accordo a combattere l'immigrazione clandestina, e in quei giorni feci dichiarazioni contro la Open Arms, che non si era comportata correttamente, e l'Europa che doveva farsi carico del problema; su quel punto c'era una responsabilità politica collegiale del governo che però in quei giorni d'agosto già non esisteva più. La Lega aveva aperto la crisi e Salvini, pensando di essere già in campagna elettorale, parlava alla pancia dei cittadini».

 

toninelli salvini

Del resto, se non ci fosse stata la rottura tra Lega e 5 Stelle, è probabile che questo processo non sarebbe stato autorizzato dal Senato. Il reiterato divieto di sbarco, secondo Toninelli, era figlio della propaganda dell'ex-ministro, e la responsabilità fu solo sua: «L'avvocata Bongiorno ha detto che prima dei Consigli dei ministri lei e gli altri aspettavano ore perché io, Conte, Salvini e Di Maio stavamo chiusi a discutere di ricollocamenti dei migranti negli altri Paesi, ma non ha mai atteso un secondo perché non c'è mai stata una riunione».

 

migranti si tuffano dalla open arms 1

Bongiorno ricontesta a Toninelli precedenti dichiarazioni su «scelte collegiali» in altri casi, facendo riemergere vecchie ruggini con l'ex collega che accusa: «Lei confonde le acque mettendo insieme le pere con le mele». Più tardi Salvini conferma che di riunioni con Conte e Di Maio ne ha fatte tante, «ma forse Toninelli non c'era, non so perché i suoi capi non lo chiamassero». E insiste, a proposito «dell'informativa fantasma», che «sarebbe gravissimo se qualche organo dello Stato avesse nascosto, omesso o dimenticato documenti rilevanti». Il 13 gennaio il duello tra ex alleati si replicherà con le testimonianze di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.

matteo salvini a palermo a processo per la open arms 4migranti a bordo della open arms 1matteo salvini a palermo a processo per la open arms 19matteo salvini a palermo a processo per la open arms 6

Ultimi Dagoreport

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...