macron serraj haftar

BOMBE SU HAFTAR: ''HANNO UCCISO 5 DEI NOSTRI''. MA IL GENERALE ANNUNCIA DI ESSERE A 20 KM DA TRIPOLI. L'ONU: ''FERMATE L'ESCALATION O RITERREMO RESPONSABILE CHI HA PRESO L'INIZIATIVA'' - PER I LEGHISTI, DIETRO L'AGGRESSIONE MILITARE DI HAFTAR C'È LA MANINA DI MACRON, SEMPRE PER I SOLITI MOTIVI (DARE IL PETROLIO ALLE AZIENDE FRANCESI E NON ALL'ENI). CONTE E MOAVERO OVVIAMENTE FRENANO

 

  1. LIBIA: MEDIA,RAID DI TRIPOLI CONTRO LE FORZE DI HAFTAR

haftar

 (ANSA) - Almeno secondo un'emittente libica, negli scontri a sud di Tripoli le forze che appoggiano il premier Fayez al-Sarraj hanno usato anche l'aviazione contro l'esercito nazionale libico di cui il maresciallo di campo Khalifa Haftar é comandante generale. "Una fonte militare a Panorama: l'aviazione del governo di Accordo nazionale ha compiuto oggi un raid aereo che ha preso di mira le forze di Haftar ad al-Hira, a nord di Garian", scrive la pagina Facebook della tv.

SARRAJ HAFTAR MACRON

 

  1. LIBIA: PORTAVOCE HAFTAR, UCCISI 5 MILITARI

(ANSA) - Cinque militari dell'Esercito nazionale libico (Lna), di cui il  maresciallo di campo Khalifa Haftar è (RPT: è) comandante generale, sono rimasti uccisi negli scontri per il controllo della zona a sud e a sud-est di Tripoli fra Tarhuna ed el-Azizia.    Lo riferisce il sito Alwasat citando il portavoce dello Lna, Ahmed al-Mismari. Ieri era stata segnalata l'uccisione di almeno un altro militare di Haftar (due, secondo informazioni dell'Associated Press).

 

  1. LIBIA: PORTAVOCE HAFTAR, SIAMO A 20 KM DAL CENTRO

HAFTAR E GIUSEPPE CONTE

 (ANSA) - Il portavoce dell'Esercito nazionale libico (Lna) Ahmed al-Mismari ha sostenuto che le forze del generale Kahlifa Haftar sono arrivate a 20 km dal centro di Tripoli. "Al-Mismari: l'esercito é 20 km a sud di Tripoli" si legge in un tweet dell'emittente Al Hadath. In giornata fonti ufficiali del Lna avevano sostenuto che é stato preso il controllo di "Wadi el Rabie", ovvero una strada a 20 km in linea d'aria dal lungomare di Tripoli.

 

  1. LIBIA: CONSIGLIO SICUREZZA ONU, STOP A AZIONI MILITARI

VINCENZO MOAVERO MILANESI CON IL GENERALE KHALIFA HAFTAR

(ANSA) - I membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno espresso "profonda preoccupazione per le attivita' militari a Tripoli, che mettono a rischio la stabilita' del paese, le prospettive per una mediazione dell' Onu e una soluzione politica globale alla crisi". In una dichiarazione chiedono "all'Esercito Nazionale Libico (Lna) del generale Khalifa Haftar di fermare tutte le attivita' militari", e "a tutte le parti una de-escalation militare perché non puo' esserci una soluzione militare al conflitto".

 

Hanno poi espresso la volontà di ritenere responsabile chi porta avanti il conflitto, lanciando un "appello a tutte le parti perché riprendano il dialogo e attuino l'impegno ad un'azione costruttiva sul processo politico dell'Onu".

 

 

 

  1. SOSPETTI LEGHISTI SULLA FRANCIA MA PREMIER E MOAVERO FRENANO

Alberto Gentili e Cristiana Mangani per ''Il Messaggero''

 

 

IL GENERALE HAFTAR

«Sarebbe devastante se qualcuno, per interessi economici e commerciali, stesse invogliando la soluzione armata. Ogni riferimento a chi c' è dietro Haftar è puramente casuale». Matteo Salvini, complice il fatto di avere incontrato il suo omologo francese Christopher Castaner e di essere ospite del G7 a Parigi, non accusa apertamente la Francia. Ma il ministro dell' Interno, anche ufficiosamente, fa capire di nutrire il forte sospetto che dietro l' offensiva del generale Khalifa Haftar ci sia proprio Parigi: l' eterno competitor di Roma sulle questioni libiche.

 

Ma Salvini è solo nella sua offensiva felpata. Dopo che a febbraio, in seguito all' incontro tra Luigi Di Maio e un leader estremista dei gilet gialli, Emmanuel Macron ha ritirato l' ambasciatore, né Giuseppe Conte, né Sergio Mattarella intendono riaprire le ostilità con i francesi. Soprattutto se, come dicono alla Farnesina, «al massimo si ha qualche sospetto, non suffragato da prove certe». «È vero che la Francia - osserva un' alta fonte diplomatica - ha avuto un rapporto privilegiato con Haftar, ma ora quel rapporto ce l' abbiamo pure noi e a quel che ci risulta Parigi in questa fase non ha interesse a un' escalation militare in Libia».

 

Di certo, c' è che il governo italiano è stato colto di sorpresa dall' offensiva del generale, avversario del presidente riconosciuto dall' Onu Fayez al Serraj. E che ora, con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, lavora a un immediato cessate il fuoco. Con la speranza che l' offensiva delle truppe di Haftar si areni e il generale non riesca ad entrare a Tripoli da trionfatore, defenestrando Serraj. «Haftar sta cercando con questa azione militare di aumentare il proprio potere contrattuale», dice un' altra fonte del governo, «ma in realtà appare tecnicamente impossibile che possa uscire vittorioso. Perché non ha forze sufficienti per abbattere Serraj e perché, come dimostrano le notizie che arrivano dalla Libia, i suoi avversari non gli stanno stendendo davanti un tappeto rosso, anzi...».

 

LIBIA SCONTRI TRIPOLI

I RISCHI Un ottimismo che deve però fare i conti con la realtà libica, basata su tradimenti, voltafaccia, cambi di schieramento con milizie, ora a fianco di un leader, ora di un altro. E in questo scenario l' Italia, sebbene continui a considerarsi referente privilegiato della Libia, ha pur sempre appoggiato Serraj.

Un leader comunque disarcionato e debole, pressato dai Fratelli musulmani e dai misuratini.

 

Un' eventuale caduta della Tripolitania potrebbe rappresentare un problema per il nostro paese che ha il 70 per cento degli interessi su quel territorio: dal petrolio al gas dal quale deriva una parte delle nostre forniture. Con l' avanzata di Haftar, che è sostenuto dagli Emirati Arabi, dalla Francia e dalla Russia, il rischio di perdere terreno è evidente. A questo si aggiunge anche la visita recente del premier Conte in Qatar, paese sostenitore delle milizie pro-Serraj e dei Fratelli musulmani. Accordi e amicizie che non aiutano.

 

eni libia

LA SICUREZZA DELLE AZIENDE Inoltre sono in cantiere diversi altri lavori. Tanto che, davanti alle tensioni in atto, già qualche settimana fa l' ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, aveva chiesto un piano che garantisca la sicurezza dell' azienda che realizzerà i lavori di The Alternative Road (Sahili). L' autostrada dell' amicizia che era stata chiesta da Gheddafi al Governo Italiano quale risarcimento finale per i danni subiti dalla colonizzazione italiana. I 1.700 km che avrebbero dovuto congiungere Rass Ajdir a Imsaad, il confine con l' Egitto, a quello con la Tunisia, per una spesa prevista di 3 miliardi di dollari.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”