UMBERTO B. – CLIP DAL DOCUFILM DI NOVE SU BOSSI
Sabrina Cottone per “il Giornale”
È una coincidenza che anima la politica il docufilm su vita, opere e sparate di Umberto Bossi in arrivo alla vigilia del 21 dicembre 2019, giorno in cui la Lega Nord fondata dal Senatúr si trasformerà per congresso in ciò che è ormai da tempo: la Lega di Matteo Salvini. Ma sono gli antichi fasti del Bossi che lo speciale in onda domani sera sul «Nove» racconta con agrodolce alternarsi di cronaca e testimonianze, anche se il film «Umberto B. Il Senatúr» si apre su colui che ne ha raccolto, riveduto e corretto l' eredità: applausi, selfie, odi al capitano Matteo con birra in mano, sigla ITA(LIA) sulla manica della t-shirt azzurra. Tutto intorno, l' amplificatore hi-fi dei social.
ROBERTO CASTELLI UMBERTO BOSSI
In principio, negli anni Ottanta, e poi in mezzo, c' è quel che è stato quando internet, Facebook, Twitter, Instagram erano di là da venire e Bossi proclamava con aria da profeta del Nord che «i muri sono i libri dei popoli» e i suoi più o meno fedeli seguaci, Roberto Maroni, Francesco Speroni, Roberto Castelli, tutti presenti all' appello del film, guidavano le squadre dei writers padani. Ponti di autostrade, muraglioni di contenimento, esterni dei palazzi, tutto andava bene e poco si salvava per lanciare messaggi come «Padania libera», «Piccoli ma lombardi», «Padroni a casa nostra», «La libertà vince».
umberto b. il documentario di nove su bossi 2
Mezzo di comunicazione originale e poco male se Castelli, già parlamentare, finì anche in una retata della polizia. Sarà forse strano, ma nel docufilm animato da molti cari amici del fondatore della Lega, una delle voci narranti tenera con l' Umbert è Gad Lerner, che fu tra i primi a scoprire il fenomeno, a sentirsi dire da Bossi che «la Lega ce l' ha duro» e a riuscire convincere Angelo Guglielmi, allora direttore di Rai3, che stava esplodendo la questione settentrionale e che i lumbard urlanti dovevano entrare in video. Uomo sobrio, lo racconta Lerner, che «quando è arrivata la malattia (l' ictus del marzo 2004, ndr), è stato travolto dagli appetiti di chi gli stava intorno».
Rivedere le uscite sessiste di Bossi contro Margherita Boniver, tra il celodurismo e la canottiera da manovale ostentata contro i radical chic, le donne in fila per farsi firmare il foulard e non solo, l' alleanza consumata, spezzata e ripresa con Silvio Berlusconi, le «baionette in canna», le frasi urlate dal palco «noi continuiamo la lotta dei partigiani, mai con i fascisti», e anche «signora, il tricolore se lo metta...» con le accuse di vilipendio della bandiera e del Presidente, le adunate di Pontida e le ampolle di acqua del «dio Po», è un amarcord straniante reso meno violento dal tempo trascorso, che trasforma osanna e scandali in sequenze utili per comprendere ciò che è stato e che è.
massimo d'alema a palazzo chigi nel 1998 ph guido harari:contrasto
Massimo D' Alema, che con lui preparò il ribaltone del 1994 che fece cadere il governo Berlusconi, ricorda gli incontri nella casa di Bossi «alla periferia di Roma con una sussistenza gastronomica terribile: sardine in scatola nel loro olio e pane in cassetta. Cercavo non dico di non mangiare, ma di non guardare». Con una certa stima: «In lui c' era un disprezzo degli agi e delle raffinatezze romane da vero barbaro».
Colpisce rivedere il duetto con Antonio Di Pietro, quando il Pm terrore dei politici lo intimidiva sui 200 milioni alla Lega della maxitangente Enimont. «Evento unico» sentenziava severo Di Pietro in toga. E Bossi, sorridendo sornione persino nell' aula del tribunale milanese: «Grosso». Di Pietro: «Unico o grosso?».
C' è l' arruolamento di Irene Pivetti, futura presidente della Camera. «Ma io non sono leghista», gli disse. E Bossi rispose che non importava, a lui premeva che fosse cattolica e che si occupasse dei rapporti con quel mondo. A Maroni, tra mille aneddoti poco noti, scappa anche di dire che era un casciaball: raccontava frottole per cavare d' impiccio se stesso e la Lega. La scena finale, dopo la malattia e il recupero, racconta un uomo solo, che fatica ad accendersi il sigaro ma non si arrende. Nemmeno davanti alla platea di una festa che gli regala un solo applauso.
bossi salvini maroni bossi salvini maroni maroni al congresso della lega VIGNETTA BENNY MARONI E IL CAPPIO PER BOSSI jpeg pozzetto bossi maroni
umberto bossi 6 UMBERTO BOSSI E SILVIO BERLUSCONI UMBERTO BOSSI SILVIO BERLUSCONI roberto calderoli umberto bossi umberto bossi umberto bossi poeta UMBERTO BOSSI BRUNO CAPARINI UMBERTO BOSSI matteo salvini umberto bossi umberto bossi 8 umberto b. il documentario di nove su bossi umberto b. il documentario di nove su bossi 1 fan con una maglietta di bossi umberto bossi con silvio berlusconi umberto bossi 7 umberto bossi con bruno vespa umberto bossi 1