DAGOREPORT
giancarlo giorgetti matteo salvini a cernobbio
I popoli vecchi, diceva Nietzsche, hanno la tendenza a monumentarsi. Qui in Italia non si finirebbe mai, e quando non sanno quale busto "marmorizzare" si sentono infelici ed iniziano a staccare il naso all’ultimo mezzobusto del Pincio. Adesso c'è nell'aria il partito anti-Draghi, detto anche “Mariopio al Quirinale”. trasloco che sottintende ovviamente elezioni anticipate al 2022. Partito di cui fanno parte Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. E in parte, pieno di dubbi, Matteo Salvini.
matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio
Il poverino lombardo si trova infatti tra due fuochi: da una parte viene rosolato allo spiedo dai draghiani Giorgetti, Zaia, Fedriga, Fontana; dall’altra, viene sabotato dagli oltranzisti alla Borghi (all’interno della Lega sono circa 12 i parlamentari no-euro, no-green pass, che sanno benissimo che l’ex Truce ha in mente di non candidarli più e minacciano di traslocare sotto le ali di Fratelli d’Italia).
matteo salvini e francesca verdini 29
A questo punto, il bipolare Salvini sa bene che, saltando Draghi da Palazzo Chigi al Colle, salterebbe anche il progetto della federazione con Forza Italia e quindi il suo sogno di entrare nel Partito Popolare Europeo (Berlusconi ha già fatto dire a Tajani che Draghi e Mattarella devono restare fino al 2023, termine della legislatura).
Ma l’angoscia più devastante per l’ex ganzo della Isoardi è un’altra: se, come si evince da ogni sondaggio, in caso di apertura anticipata delle urne, Fratelli d’Italia sorpassasse la Lega, sarebbe la Meloni la leader del centrodestra e Matteo il suo vice valletto.
Appeso ai sondaggi e ai consigli del futuro suocero Denis Verdini, davanti alla minaccia degli oltranzisti di votare contro il Green Pass, quindi contro il governo, Salvini si è precipitato da Draghi: se fai mettere la fiducia, sono fottuto. Mariopio non ha fatto una piega: allora devi ritirare gli oltre 900 emendamenti leghisti.
Il leader bipolare della Lega ha fatto allora un Green Pass indietro e Draghi magnanimo gli ha dato il via libera di votare a favore degli emendamenti di Fratelli d’Italia, tanto il governo non correva alcun rischio di andare sotto.
DENIS VERDINI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI