giuseppe conte mario draghi luigi di maio

CONTE NON CONTA - LE NOMINE IN FERROVIE E CDP SONO L’ULTIMO COLPO ALL’ERA "GIUSEPPI". NEL GIRO DI TELEFONATE PARTITE IERI POMERIGGIO DA PALAZZO CHIGI PER INFORMARE DELLA NOMINA DI LUIGI FERRARIS E NICOLETTA GIADROSSI A FERROVIE, DRAGHI NON HA INTERPELLATO “GIUSEPPI” MA HA COMUNICATO LE SUE SCELTE A DI MAIO, L’UNICO CHE CONTA TRA I GRILLINI - SULLO SFONDO, LA CANDIDATURA A NAPOLI: RIUSCIRANNO LETTA E L’EX AVVOCATO DEL POPOLO A TROVARE UN NOME CONDIVISO?

giuseppe conte alle agora di bettini 2

1 - DRAGHI HA DECISO: SCANNAPIECO, NUOVO AD DI CDP E FERRARIS A CAPO DELLE FERROVIE. IL "METODO DRAGHI": IL PRAGMATISMO DOVRÀ ESSERE LA BUSSOLA PER ORIENTARE L'AZIONE DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLO STATO. CDP E FERROVIE DEVONO AVERE UNA NUOVA MISSIONE: ESSERE AL SERVIZIO DEL PAESE COME UN VERO FONDO SOVRANO (E NON DEI PARTITI) -  DALLA SUA LUIGI FERRARIS AVREBBE AVUTO L'APPOGGIO ANCHE DA LUIGI DI MAIO, CHE COMPENSEREBBE LA PERDITA DEI "SUOI" PALERMO E BATTISTI (FS). E GIUSEPPE CONTE? NON PERVENUTO. PER LUI UN'ALTRA SCONFITTA: NON SERVE NÉ APPARECCHIA. CONTA SOLO GIGGINO

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/draghi-ha-deciso-scannapieco-nuovo-ad-cdp-ferraris-capo-271398.htm

 

mario draghi giuseppe conte

2 - DRAGHI CORRE, CONTE NO

Simone Canettieri per “il Foglio”

 

“Forse Giuseppe dobbiamo riunirci con una certa urgenza”. L’ambasciata fatta recapitare a Conte porta la firma dei ministri M5s e dei capigruppo di Camera e Senato, tutti abbastanza in affanno. Frastornati. Ecco perché questa mattina, alle 8.30, l’ex premier riunirà su Zoom i colonnelli grillini che a oggi contano più del generale, ancora impantanato. Due esempi su tutti: il “mistero napoletano” delle amministrative e soprattutto le nomine.

 

Luigi Ferraris

Su Ferrovie ieri sera è arrivato il primo colpo di benna. E oggi tocca a Cdp. Per il M5s Draghi ha comunicato le sue scelte a Di Maio. Il metodo Draghi, dunque. Ancora una volta. E cioè: un giro di telefonate partite ieri pomeriggio da Palazzo Chigi per informare – o condividere a cose fatte, diciamo – i nuovi assetti di Ferrovie con i ministri più rappresentativi dei partiti di maggioranza e anche qualche leader politico. Nessuna sorpresa rispetto agli ultimi pronostici.

NICOLETTA GIADROSSI

 

Il nuovo ad di Ferrovie è Luigi Ferraris, ex numero uno di Terna, che prende il posto di Gianfranco Battisti, nominato nel 2018 dai grillini e molto gradito all’allora ministro Danilo Toninelli. Una donna alla presidenza di Fs: si tratta di Nicoletta Giadrossi, triestina con laurea in matematica a Yale, con esperienza già a Fincantieri (2016) e a Brembo (2017).

 

E questo non è che un debutto se si pensa a oggi, quando andrà in scena il vero cambio della guardia a Cassa depositi e prestiti. Con l’arrivo, dato per scontato, di Dario Scannapieco al posto di Fabrizio Palermo. Un altro colpo, secco e ben assestato, al sistema di potere targato Conte e che si aggiunge alle nomine effettuate in questi cento giorni (l’ultima di una lunga teoria: la svolta al Dis con Elisabetta Belloni al posto di Gennaro Vecchione).

dario scannapieco

 

Ferrovie e Cdp saranno binari fondamentali su cui correrà il Recovery plan. Conte non è stato interpellato dal premier, nemmeno quando la svolta è risultata chiara a tutto il mondo, con i lanci di agenzia che raccontavano dell’incontro mattutino Draghi-Franco. “Mi aspetto una polveriera”, è stato il commento dell’ex premier a proposito di una partita che ha visto il M5s alle prese con tutta la sua debolezza.

 

mario draghi luigi di maio 1

Quella di un partito di maggioranza relativa che da tre mesi aspetta l’ostensione del nuovo leader e il lancio del “nuovo movimento” (lo scorso 24 aprile Conte ha scritto su Facebook: “Conto di poter presentare all’assemblea degli iscritti il nuovo statuto e la Carta dei principi e dei valori all’inizio di maggio nel corso di un grande evento on line, aperto e partecipato”).

Gaetano Manfredi rettore Napoli

 

E dunque mentre i grillini si affannavano, costruivano intergruppi sulle nomine e cercavano di raccapezzarci qualcosa, Draghi a Palazzo Chigi metteva in fila i dossier delle partecipate, smontando e rimontando postazioni di potere. Tutte riconducibili all’èra Conte, che intanto è impegnatissimo nella difesa del superbonus (“ma io sono un politico, non un tecnico”, ama dire) e ieri si è collegato sempre su Zoom con il gruppo dei consiglieri M5s in regione Lombardia.

vincenzo amendola 1

 

Questione di tempi che non tornano. Anche perché a specchio, e nemmeno tanto sullo sfondo, c’è la vicenda di Napoli: riusciranno i nostri eroi (Pd e M5s) a trovare almeno in questa città un candidato condiviso? Gaetano Manfredi, che fu ministro rossogiallo dell’Università, è pronto a ribadire il suo no domani. A nulla è valso dunque il pressing di Enrico Letta e dell’ex premier per tentare di convincere l’ex rettore della Federico II. Anche un gruppo politico-tecnico, capitanato dalla viceministra M5s Laura Castelli, nei giorni scorsi ha provato a spiegare lo spazio di manovra reale per salvare dal dissesto il comune di Napoli, partendo dai primi fondi (circa 200 milioni) contenuti nel decreto Sostegni bis.

 

giuseppe conte

Rassicurazioni che però non sono bastate a Manfredi, sempre più convinto di non voler correre. E qui si ritorna in zona turbamenti e “che fare?”. Il presidente della Camera Roberto Fico si è tirato fuori, Vincenzo Spadafora pensa a terminare la sua esperienza da deputato semplice. I candidati grillini sono finiti e si ritorna così nel campo degli alleati. Il nome che circola è quello di Enzo Amendola, sottosegretario agli Affari europei. Che però, interpellato dal Foglio, si limita a dire: “Leggo dai giornali. Quindi non posso commentare cose che non so”. Insomma, manca la proposta formale. E soprattutto la risposta del diretto interessato. Un altro grattacapo per Conte (e Letta): costretto a rincorrere candidati e nomine mentre tutto si compie in maniera veloce.

Luigi Ferraris

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?