DAGOREPORT! - E LA DUCETTA SCODELLÒ L’”INTERVISTA COLLETTIVA”. DOMANDE & RISPOSTE IN FOTOCOPIA PER REPUBBLICA, CORRIERE DELLA SERA E LA STAMPA. OVVERO, LA NEGAZIONE DEL GIORNALISMO, L’UMILIAZIONE DELL’INFORMAZIONE. UN PERONISMO MEDIATICO TRA IL RIDICOLO E IL GROTTESCO: SENZA IL MINIMO SINDACALE DI UN CONTRADDITTORIO, SENZA UNO STRACCIO DI FOTO, CON L’AGGRAVANTE PER I TRE GIORNALONI DI NON AVERE IN PRIMA PAGINA LA VERA NOTIZIA DEL GIORNO, BATTUTA STAMATTINA DA TUTTI I SITI: IL FERRAGOSTO DELLA MELONI FAMILY IN ALBANIA, IN BARBA ALLA "NAZIONE" E AL FUOCO DI PUGLIA DEL COGNATO LOLLO - SOTTO DETTATURA DELLA CAPATAZ IN GONNELLA DI PALAZZO CHIGI, LA FREGNACCIA PIÙ DIVERTENTE RIGUARDA LA FAMIGERATA TASSA AGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE. UN SEGNO DI MASSIMA DEBOLEZZA DELLA REGINA DI COLLE OPPIO. CHE SA BENE CHE IL MOMENTO DELLA VERITÀ ARRIVERÀ A SETTEMBRE QUANDO DOVRÀ METTERE MANO ALLA FINANZIARIA. E IN CASSA MANCANO PIÙ DI 20 MILIARDI. ALTRO CHE TAGLIO DEL CUNEO, QUI SI RISCHIA IL CULO A FETTE…
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E la Sora Giorgia scodellò la “casalinata”. Ovvero, la negazione del giornalismo, l’umiliazione dell’informazione, confermando il sarcasmo di Karl Kraus sulla stampa: "Non basta non saper pensare: bisogna anche saper esprimere l'assenza del pensiero".
Tre giornali e un'intervista fotocopia per Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa. Un peronismo mediatico tra il ridicolo e il grottesco: senza il minimo sindacale di un contraddittorio, senza uno straccio di foto, in compenso stesse domande e risposte per tutti e tre. Risultato: la super-velina dell’estate. Così parlò la Ducetta. Eia Eia alalà!
Vi ricordate? Quando l’allora premier (per mancanza di prove) Giuseppe Conte incappava, soprattutto all’estero, in qualche battuta d’arresto, ecco che interveniva il suo solerte portavoce Rocco Casilino pronto ad apparecchiare una bella ‘’intervista collettiva” con i giornaloni d’Italia al fine di evitare una narrazione di sconfitta per il suo Peppiniello Appulo.
Alle proteste dei giornalisti (“Ma che stamo a fa’, l’Agenzia Stefani? Domande identiche e risposte uguali, e col divieto di fare contro-domande? Conte mica è il Papa in viaggio!’’), lo scaltro “Tarocco” arricciava il labbro liposuzionato e sibilava: “Vabbe’, vuol dire che l’intervista a Conte uscirà solo sul “Corriere’’…”. A quel punto “Repubblica” e “Stampa”, invece di mandarlo a quel paese, squadernavano i taccuini agli ordini di Casalino per evitare di prendere un ‘’buco’’ (ma quale “buco”, Conte non diceva un cazzo!).
LA REPUBBLICA - INTERVISTA GIORGIA MELONI - 14 AGOSTO 2023
E’ quello che è successo, con beneficio di inventario, ai tre giornalisti davanti ai cancelli della Masseria Beneficio, tra gli ulivi di Ceglie Messapica, provincia di Brindisi, dove svacanzano Meloni e i suoi cari. I tre giornaloni si guardano bene dal dirci come e dove è stata fatta l’intervista, né tantomeno come hanno deciso di dividersi le domande da fare, magari i bravi cronisti si sono messi d’accordo prima tra di loro oppure ha fatto tutto Giorgia con l’onnipotente Patrizia Scurti, onnipresente anche in masseria (il marito è capo scorta della premier) per la gioia di Sister Arianna.
giovanbattista fazzolari pistolero
Di più: essendo stata fatta ieri l’’’intervista collettiva’’ alla Sora Giorgia c’è pure l’aggravante per Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa di non avere in prima pagina la vera notizia del giorno, che stamattina è stata battuta da tutti i siti: il Ferragosto della Meloni Family in Albania.
Essì: in barba al fuoco di Puglia del cognato Lollo contro il premier albanese Edy Rama (“La qualità si paga”), il melonismo senza limitismo se ne frega del turismo mezzo azzoppato dal caro-vita della ‘’Nazione’’ (come la chiamano i fratellini d’Italia) e, armati di secchiello e manganello, si trasferiscono sulle spiagge low cost di Tirana, le Maldive del “vorrei ma non posso”.
CORRIERE DELLA SERA - INTERVISTA GIORGIA MELONI - 14 AGOSTO 2023
Sotto dettatura della capataz in gonnella di Palazzo Chigi, la fregnaccia più divertente riportata dai tre giornaloni riguarda la famigerata tassa agli extraprofitti delle banche, che ha costretto il presidente di Forza Italia, detto il “cameriere di Giorgia’’, tale Tajani Antonio, a ritrovare un filo di coraggio per smarcarsi dalla “padrona”. Te credo: la tassa va anche a svuotare una parte dei dividendi che i Berluscones intascano da Mediolanum, di cui hanno il 30%.
“Sulle banche ho deciso io”, digrigna la meloniana mascella. In realtà, il semaforo verde si è acceso durante la cena Salvini-Meloni a Bolgheri, esattamente il giorno prima dell’extra-blitz forsennatamente suggerito e spinto da Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza di Palazzo Chigi, un tipino che ama pistole e poligono ed è sempre rimasto fedele ai principi della Destra Sociale di Colle Oppio, contrari al “potere delle banche”, a partire dalla Banca d’Italia di Ignazio Visco.
LA STAMPA - INTERVISTA GIORGIA MELONI - 14 AGOSTO 2023
“Il patto della fiorentina” scodellato a Bolgheri tra Matteo e Giorgia viene imposto al ministro dell’Economia di Giancarlo Giorgetti, talmente contrario che, pur avendo una spina dorsale di pasta frolla, farà in modo di non presentarsi in conferenza stampa per illustrare l’intervento. Fatto gravissimo, mai successo nella folkloristica storia della Repubblica italica per una misura così importante, per di più finita in decreto legge omnibus, una “salsiccia” comprensiva di una pletora di provvedimenti tra i più svariati, compresi i granchi blu.
Se Fazzolari gongola (“Questo è l’unico governo che ha la forza di tassare le banche perché non ha rapporti privilegiati col sistema bancario”), Tajani s’incazza: pur ricoprendo la carica di vice presidente del Consiglio, nessuno l’aveva messo al corrente dell’operazione sbancabanche. Il povero erede di Silvio Berlusconi si ritrova a leggerlo sulle agenzie al pari dei vertici di Bankitalia ed istituti di credito.
VIGNETTA GIANNELLI - GIORGIA MELONI E PERICOLO INCENDIO
“Mi auguro che in consiglio dei ministri una cosa come quella avvenuta con la norma sugli extraprofitti delle banche non accada più”, ha pigolato Tajani. Ovviamente il duplex Meloni-Salvini sapeva benissimo che un intervento “degenere” sarebbe stato considerato un mero “esproprio” da parte dell’alleato di governo, e per evitare che nel consiglio dei ministri Forza Italia si mettesse di traverso, i novelli eroi del populismo/statalismo hanno approfittato del clima ferragostano per fargliela sotto il naso.
Nell’intervista collettiva, la messa in soffitta di Tajani viene confermata dalla stessa Meloni: "Ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo. Questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire". E salutame Arcore!
giorgia meloni con andrea giambruno, matteo salvini e francesca verdini alla cantinetta di bolgheri
La tassa sugli extraprofitti alle banche, che è stata bastonata come ‘’capitalismo parrocchiale” da Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di Strategia e Imprenditorialità alla Sda Bocconi, è soprattutto una mossa populistica acchiappa-consensi (nove italiani su dieci sono favorevoli alla tassa).
GIORGIA MELONI ALL HOTEL VILLA DELLE PALME A SANTA MARINELLA
Ma nello stesso tempo anche un segno di massima debolezza della Regina di Colle Oppio. Che sa bene che il momento della verità arriverà a settembre quando dovrà mettere mano alla finanziaria. E in cassa mancano più di venti miliardi. Altro che taglio del cuneo, qui si rischia il culo a fette.
daniela santanche giancarlo giorgetti
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giorgia meloni gli appunti di giorgia 9 agosto 2023 5
giorgia meloni antonio tajani - presidenzialismo - vignetta di osho
EDI RAMA ABBRACCIA GIORGIA MELONI PRIMA PAGINA CORRIERE DELLA SERA - 14 AGOSTO 2023