giorgia meloni donald trump vladimir putin matteo salvini

DUCETTA STARS AND STRIPES – GIORGIA MELONI SI GODE L’ELOGIO DI DONALD TRUMP (“È UNA VERA FONTE DI ENERGIA, È GRANDE”), MA SE VUOLE DIVENTARE L’INTERLOCUTRICE PRIVILEGIATA DEGLI STATI UNITI DOVRÀ RISPETTARE GLI IMPEGNI DEL NOSTRO PAESE CON WASHINGTON. PRIMO FRA TUTTI: GLI INVESTIMENTI DEL 2% DEL PIL IN DIFESA, COMPLICATI IN UN PAESE SENZA UN EURO NEMMENO PER CONFERMARE I TAGLI ALL’IRPEF – LA ROSICATA DI SALVINI, CHE VOLEVA ESSERE IL TRUMPIANO NUMBER ONE, DI FRONTE AL PRAGMATISMO DEL TYCOON

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per www.repubblica.it

https://www.repubblica.it/politica/2024/12/09/news/trump_meloni_fantastica_intervista-423863826/

 

"Una vera fonte di energia. È grande". Giorgia Meloni non poteva sperare in un elogio migliore da Donald Trump, dopo il loro incontro a Parigi durante la cerimonia per la riapertura di Notre Dame. La conferma che può diventare l’interlocutrice privilegiata nell’Unione Europea, magari anche per convincerlo ad evitare la guerra dei dazi e la consegna dell’Ucraina a Putin, con tutte le conseguenze che una vittoria di Mosca avrebbe sulla sicurezza del Vecchio continente, ma anche degli Usa.

 

VIGNETTA GIANNELLI - GIORGIA MELONI COME DONALD TRUMP

Rientrato da Parigi, Trump ha parlato al telefono col New York Post di Rupert Murdoch. "Sono stato molto con lei", ha detto a proposito di Meloni, con cui ha cenato durante il ricevimento per i leader mondiali, insieme all’ormai vice presidente ombra Elon Musk. Ha commentato che è una "live wire", perché "ha un sacco di energia".

 

Gli altri incontri di cui ha parlato sono quelli con il padrone di casa, Macron, a cui ha ripetuto che "i membri della Nato devono pagare i loro conti" per salvare l’Alleanza, e con l’alleato storico degli Usa, il principe britannico William, oltre alla first lady Jill Biden. Una conferma dell’importanza che attribuisce al rapporto con la premier italiana.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A PARIGI PER L INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME

[…] Nei mesi scorsi il leader della Lega Salvini si è affannato per stabilire un rapporto diretto con Trump, sfruttando anche le riserve che alcuni membri del movimento Maga avevano espresso sul pragmatismo europeo di Meloni, il rapporto costruito con Biden e il sostegno a Zelensky. Donald però è ancora più pragmatico di lei e se ritiene che stabilirci un buon rapporto sia utile, non si lascerà sviare dai distinguo ideologici o dai personalismi.

 

Anita McBride, vice presidente dell’organizzazione degli italo-americani Niaf, ha spiegato a Repubblica che "i dazi alla Cina sono strategici, perché è il vero rivale geopolitico degli Usa. Quelli contro l’Europa sono invece transazionali e possono essere evitati con un negoziato sui commerci".

 

Qui potrebbe avere un ruolo l’Italia: "Meloni può diventare l’interlocutrice privilegiata europea, per ovvie affinità politiche. Deve accettare che su Nato e difesa saranno necessari nuovi investimenti, ma su dazi e Ucraina può mediare con Trump, negoziando per evitare i primi, e convincendolo che la vittoria di Putin non converrebbe agli Usa".

 

SALVINI TRUMP

È una convinzione bipartisan, almeno a sentire David Thorne, ambasciatore in Italia dell’amministrazione Obama: "Ovviamente Meloni stabilirà un buon rapporto con Trump, ma sui temi di sostanza comprende quali sono gli interessi economici e strategici dell’Italia e li difenderà.

 

A Roma conviene stare nell’Unione Europea ed evitare la vittoria di Putin in Ucraina. Meloni, proprio grazie al suo ascendente politico sul presidente, potrebbe diventare il leader europeo che media con lui per evitare i dazi e l’abbandono di Kiev. E non si ritroverebbe sola, in questo compito, perché molti politici repubblicani e importanti leader del mondo degli affari americano sono sulla stessa linea".

 

A patto però di investire almeno il 2% del pil nella difesa.

 

DONALD TRUMP ELON MUSK E GIORGIA MELONI A PARIGI PER L INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME

"Certo. Ma questo lo ripetevo sempre anche io, quando ero ambasciatore a Roma. Forse Trump usa un linguaggio più brusco, però la sostanza è la stessa ed è bipartisan. Peraltro conviene all’Europa, perché le azioni di Putin negli ultimi anni dovrebbero avervi dimostrato la necessità di essere in grado di difendervi da soli. Non credo che Trump abbandonerà la Nato, ma la convenienza per tutti di investire di più nella difesa mi pare evidente".

matteo salvini con la mascherina pro trump 7donald trump matteo salvinimatteo salvini come donald trump 1MELONI TRUMP 1INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME - DONALD TRUMP E GIORGIA MELONIMELONI TRUMPgiorgia meloni donald trumpgiorgia meloni donald trumpGIORGIA MELONI IN VERSIONE TRUMP - VIGNETTA BY MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...