DAGOREPORT
Continua, ogni giorno di più, la crisi di nervi nei Palazzi della Roma politicante. Nei partiti va avanti la resa dei conti e di Conte, in una guerriglia logorante in cui ognuno tira l’acqua al suo piccolo mulino: mezzi-leader, correnti d’aria malsana, falsi alleati, peones da sbarco che si offrono al miglior offerente.
Scomparsa dall’orizzonte qualsiasi strategia, si naviga a vista anche nel governo. Con tatticismo esasperato, tutto si rimanda, madama la marchesa. Anche perché gli equilibri instabili della maggioranza non permettono di capire cosa si farà domani.
VIGNETTA ALTAN - CONTE E I SOLDI DALL EUROPA
La decisione idiota di Conte di rinviare, causa Covid, le elezioni regionali da luglio a settembre sta ingarbugliando l’esistenza stessa del governo perché il voto si andrà a sovrapporre al guazzabuglio sul Mes, per cui il voto in Parlamento non avverrà prima di ottobre.
Sul Mes, Forza Italia si è dichiarata pronta a supportare con i suoi parlamentari al Senato il voto contrario dei grillini fans di Di Battista al governo e incassare i 36 miliardi per la sanità. Oggi ma non a settembre quando il Centrodestra dovrà necessariamente marciare compatto per vincere in qualche regione, quindi Berlusconi è costretto a restare nei ranghi: non può votare la mattina a favore del governo e il pomeriggio con Salvini e Meloni. Tant’è che Berlusconi e Letta hanno alzato l’asticella: se il voto sul Mes viene rinviato a settembre, Conte può dimenticarsi il nostro appoggio a favore dell’extra-bilancio di Gualtieri.
Dall’altra parte, i cosiddetti vertici cinquestelle sono in tribolazione: alcuni grillini dall’udito fine hanno fatto notare il pizzino, passato sottotraccia e ignorato dai giornali, mandato dal duplex Di Battista-Casaleggio a Di Maio e Grillo: “State attenti, il 40% dei parlamentari del Movimento è contrario al Mes”.
Luigino si è fottuto dalla paura e se in privato minimizza (“I contrari sono solo il 25%”), in pubblico col sorriso prestampato, come avvenuto nell’intervista a “La Stampa”, scarica nel sederino di Conte il cetriolo del Mes: “Il premier continua a dire che sarà sufficiente il Recovery Fund e noi abbiamo fiducia nelle sue parole”.
ANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTE
“Giuseppi”, dal canto suo, ha paura anche lui e fa bene: sui fondi Ue e sul loro utilizzo, rischia una Caporetto politica. Forse anche per questo l’altro giorno ha cercato conforto in un colloquio privato con Angela Merkel. Peggio che andar di notte: la Cancelliera ha infilato il pugnale nella solita doppiezza italiana e ha fatto capire che l’esecutivo giallo-rosso sta giocando con il fuoco.
Il senso del suo discorso a Conte è stato: “Siete già pesantemente indebitati, volete approvare un altro scostamento di bilancio, state facendo pressioni sulla Commissione europea di Ursula affinché il Recovery Fund venga approvato entro luglio. Io stessa mi sto battendo per vincere le ultime resistenze dei paesi “frugali” ma voi, non solo non avete presentato un serio piano di riforme, ma preferite indebitarvi a tassi tra l’1,5 e il 2% che prendere i 36 miliardi del Mes praticamente a tasso zero (operazione che costerebbe 500 milioni di interessi ogni anno). E poi, l’affondo letale: avete prorogato la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti fino al 31 dicembre. Bene, cosa farete dal primo gennaio 2021? dove troverete i soldi?”
Per la serie: volete tutto, non fate niente, ma poi i nodi arriveranno al pettine e non può essere sempre l’Europa a togliere le castagne dal fuoco. Ma cosa poteva rispondere quel ciuffo incatramato di Conte? Poteva riconoscere la sua debolezza e ammettere alla Cancelliera di non avere una maggioranza per attivare il Mes?
Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte
Poteva forse rivelare che, ormai, Pd e M5s non gliene fanno più passare una e che il metodo inventato da Casalino, ‘’Conte, l’uomo solo al comando’’, ha fatto ormai gonfiare le palle sia Di Maio che Zingaretti? Ovvio che no. Ha finto di stizzirsi per le “ingerenze” tedesche sui nostri conti. Ma la ciccia è questa: ormai come si muove, lo fulminano. Prima hanno impallinato la sua sparata sull’abbassamento dell’Iva. Ora, qualche “gola profonda” di Palazzo Chigi e del Mef, ha spifferato tutto sul condono mascherato, infilato in modo carbonaro nel Decreto Semplificazione, fino a farlo stralciare.
Questa ingarbugliatissima situazione non è sfuggita all’occhio attento del Quirinale. Mattarella è preoccupato (pallido eufemismo) per la paralisi dell’Esecutivo ma non sa che pesci prendere. Anche perché dalle questure e dai servizi segreti, continuano ad arrivare rapporti sulla crescente tensione sociale. Si rischia una spirale pericolosa in cui disoccupazione e povertà possono deflagrare in modo incontrollabile.
Eppure Mattarella ha poche munizioni nella cartucciera. La notizia dell’opposizione al Mes del 40% dei parlamentari grillini lo ha destabilizzato perché, conti alla mano, potrebbe non bastare l’appoggio di Forza Italia. Allora l’unica “moral suasion” immediatamente spendibile è stata quella su Conte: stai calmo, sii meno arrogante, meno solitario nella gestione del potere.
Ora il Colle aspetta il Consiglio europeo del 17-18 luglio che dovrà decidere sul Recovery Fund e poi si dedicherà, con tutti gli strumenti possibili (whatever it takes, direbbe Draghi), a seguire la pratica Mes.
Vista la palude in cui è sprofondato il governo, al Quirinale hanno iniziato ad allungare lo sguardo oltre il ciuffo di Conte per un autunnale cambio a Palazzo Chigi. Mattarella sa benissimo che i suoi preferiti - da Sassoli a Enrico Letta fino alla Cartabia – non li voterebbe nessuno e allora, con i suoi consiglieri, il pover’uomo sta cercando pazientemente di far uscire un nuovo coniglio dal cilindro.
mattarella renzi zinga di maio
GIUSEPPE CONTE E IL BONUS MONOPATTINO giuseppe conte meme leghista giuseppe conte meme 1 conte casalino giuseppe conte meme7 Conte meme giuseppe conte angela merkel GIUSEPPE CONTE INCONTRA BEPPE GRILLO conte casalino