catricala big

L'ALTRO LATO DI CATRICALÀ - ALL'ELISEO DI ROMA OMAGGIO IN PROSA AL GIURISTA MORTO A FEBBRAIO A 69 ANNI: ERA ANCHE UOMO IRONICO E AUTOIRONICO CHE RECITAVA DA ATTORE PER AMORE DEL DIRITTO - È STATO RICORDATO PER LE SUE PROVE ARTISTICHE DA AVVOCATO DIFENSORE DI HELMUT KOHL, FIDEL CASTRO O CATERINA DE' MEDICI - PRESENTI PIER FERDINANDO CASINI, PAOLA SEVERINO, GIANCARLO LEONE, SIMONETTA GIORDANI, INNOCENZO CIPOLLETTA E...

Mario Ajello per “Il Messaggero

 

tributo ad antonio catricala

Ricordare con tocco lieve e divertito Antonio Catricalà è l'omaggio più naturale che si potesse fare a un civil servant mai barboso o supponente, a un uomo ironico e autoironico, a un italiano sdrammatizzante e magari ce ne fossero tanti altri come lui.

 

Ma Catricalà non c'è più, è morto nel febbraio scorso a 69 anni e per gli amici però Antonio - raffinato giurista che ha percorso nei suoi vari ruoli tutto il filo delle istituzioni fino a Palazzo Chigi come sottosegretario, per non dire della presidenza dell'Antitrust - è come se fosse ancora sul palcoscenico dell'Eliseo e degli altri teatri in cui ha messo in scena da attore, nella serie Processi alla Storia, la sua spettacolare dottrina da esperto di leggi e di garanzie.

 

tributo ad antonio catricala 2

Ecco, lo si è voluto ricordare non per i saggi giuridici, nei quali era impeccabile, ma per le sue prove artistiche da avvocato difensore di Helmut Kohl, di Fidel Castro o di Caterina de' Medici.

 

Vederlo on stage era uno spasso e ieri sera un po' - nell'Eliseo riaperto per l'occasione con il padrone di casa Luca Barbareschi contento e commosso - si è potuto riassaporare il divertimento attraverso le clip dei suoi spettacoli.

 

Occhio a Catricalà che in uno di quei processi difendeva Helmut Kohl. Pier Ferdinando Casini interpretava l'imputato. E si divertiva a dire così Catricalà a proposito dell'interpretazione casiniana del grande cancelliere: «Il Kohl che è con me sul palco è sicuramente più bello di quello che sta in Germania».

 

tributo ad antonio catricala 1

Battuta risuonata anche ieri sera all'Eliseo tra i presenti - dall'avvocato Paola Severino a Casini, da Giancarlo Leone a Simonetta Giordani e a Innocenzo Cipolletta, dai magistrati Augusta Iannini e Antonia Giammaria a tutti gli altri - e il mattatore Gianni Letta a un certo punto se ne esce così sorridendo: «Pier in questi processi ha interpretato prima Kohl e poi Obama come teste a difesa di Castro. Non è che si stava allenando a fare il presidente?».

 

Chiara allusione alla prossima elezione del Capo dello Stato. Ma qui si scherza, naturalmente. Anche se in questa sala tutti avrebbero sognato di vedere, come segretario generale del Colle, proprio Catricalà (che lo avrebbero fatto benissimo).

 

E di lui resta il ricordo di esemplare grand commis, di una figura di cui l'Italia ha sempre avuto bisogno e infatti ci si è avvalsi di Catricalà sia nella Prima sia nella Seconda Repubblica, in quanto uomo indipendente e garante di tutti.

 

paola severino

«Antonio era un giurista nato - racconta dal palco Letta che era suo grande amico e da Catricalà veniva chiamato «il semidio» - e diceva sempre: sono cresciuto a pane e giurisprudenza. Suo padre Celestino infatti era avvocato, aveva lo studio in casa, a Catanzaro, e i primi rudimenti il figlio lì prese guardando e ascoltando il genitore».

 

Racconta ancora Letta: «Lui per tutta la vita si è dedicato al diritto da magistrato ordinario, da avvocato dello Stato (ha fatto anche il processo Moro), da consigliere di Stato. Arrivò primo nei tre concorsi e dall'inizio, fino alle alte cariche ricoperte poi nei ministeri e nei vertici della cosa pubblica, il senso dello Stato è stata la sua cifra».

 

LO STRADIVARI

pier ferdinando casini

La moglie Diana non ha potuto essere all'Eliseo ma si è video-collegata. L'amico Pippo Marra ha mandato un messaggio di saluto. E in apertura Elisa Greco ha raccontato come ingaggiò Catricalà attore: «Gli dissi, lo sai che un certo Kohl cerca un avvocato difensore? Lo vuoi fare tu? Ma certo, rispose Antonio. E venne fuori un grande spettacolo».

 

antonio catricala 4

Ecco in video anche Fidel Castro (interpretato da Giovanni Minoli) e in quel processo Catricalà non riuscì a far assolvere il dittatore cubano. Chiosa Casini: «Beh, è stato certamente più facile per Antonio difendere il cancelliere che il lider maximo». «Insieme a lui difendemmo anche Mao - racconta ora Cipolletta - e riuscimmo a farlo assolvere».

 

antonio catricala 5

E ancora: la clip del processo a Caterina de' Medici, con Paola Severino presidente della Corte, Leone testimone a difesa e Catricalà brillante difensore e vincitore del processo. Ci sarebbe stato bene, nel finale della serata, un allegretto suonato al violino. Non c'è stato. Anche se Catricalà - come dice Letta - era «lo stradivari nell'Orchestra dello Stato».

 

antonio catricala 2antonio catricala 10antonio catricala 9antonio catricala 8antonio catricala 7antonio catricala 6antonio catricala 1antonio catricala 11antonio catricala 3

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…