“BIDEN HA DETTO LA VERITÀ: PUTIN DEVE ANDARSENE” – L’EX RE DEGLI SCACCHI GARRY KASPAROV SUONA LA SVEGLIA AGLI USA E ALL’OCCIDENTE: “L'AMBIGUITÀ TATTICA PUÒ ESSERE UTILE, MA LA MANCANZA DI STRATEGIA, DI UNITÀ MORALE E DI COERENZA PORTA DRITTI ALLA CATASTROFE. LA RUSSIA DI PUTIN È COME UNA POMPA DI BENZINA SENZA UN SOLDO GESTITA DA UNA MAFIA CHE PREFERISCE SPENDERE SOLDI A LONDRA E NEW YORK. OFFRIRE CAROTE A QUESTI CRIMINALI DI GUERRA NON FAREBBE ALTRO CHE PREPARARE IL TERRENO PER…”
Garry Kasparov per “la Stampa”
La guerra a tutto campo della Russia all'Ucraina sta entrando nella sua sesta settimana e gli ultimi giorni ci hanno mostrato un cambiamento negli obiettivi di Vladimir Putin. Tenuto conto che il Cremlino mente su tutto, si rendono necessarie prove concrete e incontestabili del ritiro russo o di qualsiasi variazione nel suo atteggiamento. Eppure, il fatto che l'esercito russo si stia allontanando dai suoi obiettivi originari e sia intenzionato adesso a porre rimedio al disastroso tentativo dell'esercito con un negoziato di successo sembra confermare le osservazioni sul campo di battaglia. Come disse una volta il mio ex sfidante Nigel Short al campionato del mondo, parlando di offerte di pace, "se il tuo avversario ti offre una patta, cerca di capire perché pensa di trovarsi in una situazione peggiore".
Questo suggerimento si adatterebbe bene anche alla consueta tattica di Putin di espugnare un territorio con la forza per poi fare perno sulla diplomazia e assicurarsi la conquista. Che sia simulata o finta, la pressione da parte dell'Ucraina e dei suoi alleati sulla Russia deve soltanto aumentare.
Kharkiv e Mariupol somigliano ormai ai cumuli di macerie sventrate che Putin ha creato ad Aleppo e a Grozny. Per contro, le armi di cui l'Ucraina ha bisogno per fermare l'artiglieria a lunga gittata, gli attacchi missilistici e i bombardamenti aerei sono ancora trattenuti dagli Stati Uniti e dalle altre nazioni dell'Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord.
Di questo si dovrebbe parlare, non della controversia sul presidente Biden che dice che Putin "non può restare al potere". Nessun leader del mondo libero dovrebbe mai esitare ad affermare esplicitamente che il mondo sarebbe un posto molto migliore se Putin non fosse più al potere in Russia, e uno dei modi per renderlo possibile è dirlo. Affermare senza mezzi termini che la Russia sarà un Paese reietto fino a quando Putin non se ne sarà andato è il modo migliore per scuotere chi lo appoggia tra le élite, i comandanti militari e i comuni cittadini russi.
Il problema si è presentato quando la Casa Bianca ha cercato di ritrattare quell'affermazione, definendola un'uscita improvvisata che non rifletteva la politica degli Stati Uniti riguardante un "cambiamento di regime" in Russia. La ritrattazione ha gettato altra benzina sul fuoco delle mie preoccupazioni per un'eventuale spaccatura all'interno della Casa Bianca tra coloro che sentono che è arrivato il momento di buttare Putin nel bidone della spazzatura della Storia e coloro che sono timorosi di qualsiasi cambiamento apportato allo status quo e che preferirebbero scendere a patti col diavolo che conoscono.
L'ultima soluzione sarebbe una ripetizione del 1991, quando il presidente George H.W. Bush fece il suo famigerato discorso "del pollo alla Kyiv" - a quanto si sa, scritto da Condoleezza Rice in persona -, nel quale si metteva in guardia l'Ucraina dal perseguire precipitosamente l'indipendenza dall'Unione Sovietica. Non più tardi di tre settimane dopo, l'Ucraina ignorò quel consiglio e dichiarò la sua indipendenza. L'Unione Sovietica crollò e si disgregò nel giro di pochi mesi.
La ricetta aggiornata del 2022 prevede di mantenere Putin al tavolo dei negoziati per l'accordo sul nucleare con l'Iran e nel non concedere all'Ucraina i caccia e le altre armi d'attacco di cui ha bisogno per vincere la guerra. Tutto quello che sento ripetere dagli altri membri della Nato è che gli Stati Uniti sono diventati un ostacolo, e si impone una spiegazione. Consentire a Putin di tenersi un solo centimetro quadrato di territorio ucraino dopo aver bombardato la popolazione civile dovrebbe essere inammissibile. Concedere ampie aree dell'Ucraina orientale all'invasore in cambio di un cessate-il-fuoco non farebbe altro che dare a Putin il tempo di rafforzarsi e riarmarsi per la prossima volta perché ci sarà sempre una prossima volta. Nessun accordo di pace dovrebbe alleggerire in alcun modo le severe sanzioni che finalmente sono state imposte alla Russia con otto anni di ritardo.
L'unico svantaggio della fine della Guerra fredda fu la perdita della trasparenza morale procurata da un male evidente e presente.
Se si escludono una manciata di viaggiatori e qualche utile idiota, perfino i critici di Ronald Reagan non dubitarono della sua precisione quando definì l'Unione Sovietica "l'impero del male" in un discorso del 1983, a prescindere da quanto fu sconvolgente sentire un politico parlare così apertamente in termini morali. Per altro, fu anche tonificante per quanti di noi dentro l'Unione Sovietica sentirono dire ad alta voce dal leader del mondo libero quello che noi sapevamo essere vero.
Per alcuni, forse, l'età di Biden è un fattore negativo, ma Biden ricorda bene la Guerra fredda. Gaffe o meno, la sua considerazione riflette un istinto preciso: Putin deve andarsene. La guerra in Ucraina, però, è anche qualcosa che distoglie l'attenzione dalla sua agenda interna che annaspa. È difficile parlare di economia e di questioni sociali negli Stati Uniti quando tutti i notiziari della sera parlano prima e più di ogni altra cosa di una guerra vera e propria.
Chi è che detta legge a Washington a proposito di Ucraina? Se l'Amministrazione Biden vuole che l'Ucraina vinca, qualcuno alla Casa Bianca dovrà pur dirlo e dovrà pur fare tutto ciò che è necessario per renderlo possibile. Se gli Usa stanno offrendo un accordo a Putin o stanno esercitando pressioni sull'Ucraina affinché non accetti niente di meno della sovranità assoluta sul 100 per cento del suo territorio, dovremmo saperlo.
L'ambiguità tattica può essere utile, ma la mancanza di strategia, di unità morale e di coerenza porta dritti alla catastrofe.
vladimir putin volodymyr zelensky
La Russia di Putin è come una pompa di benzina senza un soldo gestita da una mafia che preferisce trascorrere il proprio tempo e spendere i propri soldi a Londra e New York. Offrire carote qualsiasi a questi criminali di guerra non farebbe altro che preparare il terreno per un ritorno all'accondiscendenza e alla corruzione che ci hanno trascinati in questa fase funesta.
Infonderebbe anche una scossa profonda alle premesse stesse della difesa collettiva nella regione. Come mi ha detto il mese scorso il Ministro lettone della Difesa Artis Pabriks, "non abbiamo paura dei carri armati russi, ma della debolezza dell'Occidente".
Il risultato finale in Ucraina definirà un nuovo ordine mondiale, nel bene come nel male. Taiwan e Cina tengono gli occhi puntati su quanto sta accadendo con grande attenzione.
La naturale alleanza di Xi Jinping con il suo amico dittatore di sicuro appare meno affascinante dopo la manifestazione di sostegno all'Ucraina da parte del mondo libero. Gli Stati Uniti possono ridare slancio alla loro leadership del mondo libero, oppure possono guidare da dietro, mentre la democrazia continua a perdere terreno.
L'Occidente si è addormentato, una volta terminata la Guerra fredda. Gli ucraini stanno sacrificando tutto per scuotere e svegliare il presidente Biden, la Casa Bianca e il mondo intero.
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