Cristiana Mangani per “il Messaggero”
Il prepensionamento dello 007 Marco Mancini è il primo atto della direzione di Elisabetta Belloni al Dis. Il primo segnale di normalizzazione da parte di un direttore del Dipartimento per la sicurezza, la cui nomina è stata fortemente voluta dal premier Draghi.
Probabilmente se la situazione non fosse precipitata, Belloni avrebbe dato più tempo a Mancini per uscire dai ruoli dell' intelligence. Ma il video dell' incontro con Matteo Renzi in un autogrill di Fiano Romano, le nuove rivelazioni che la trasmissione Report si appresta a mandare in onda, hanno fatto sì che il direttore del Dis, in accordo con l' autorità delegata ai servizi, l' ex capo della Polizia Franco Gabrielli, decidesse di chiudere la partita rapidamente.
Non sembra che siano servite a molto le urla, le discussioni, le giustificazioni, che Mancini ha sollevato mentre gli comunicavano che avrebbe dovuto lasciare l' incarico. Ormai era deciso. E la pensione anticipata di qualche anno è stata solo l' inizio di un cambiamento di linea per il Dis. Durante gli anni alla Farnesina, Belloni ha sempre puntato alla mediazione, lontana come è dal protagonismo.
Quanto prima il neo direttore verrà sentita dal Copasir. In ballo c' è il dossier libico, del quale è molto esperta, ci sono altre cariche in scadenza: vice direttori da confermare o cambiare, nuovi incarichi da assegnare.
CYBER SECURITY
Nell' agenda del governo Draghi c'è, poi, l' Agenzia nazionale per la cybersecurity, un nuovo ufficio che dovrà blindare il funzionamento del settore pubblico e privato nazionale dagli attacchi cyber. E c'è anche una cambiamento più profondo che sta portando ad avvicendamenti e addii.
Dopo la nomina del capo del Dis, l' ulteriore proroga di Mario Parente a direttore dell' Aisi, c' era stato il presidente del Copasir, Raffaele Volpi (deputato in quota Lega) a lasciare dopo mesi di pressioni collegate alle accuse di chi, agitando la legge istitutiva, sosteneva che quella poltrona andava occupata da un membro dell' opposizione. Su questo fronte la situazione è ancora incerta e in evoluzione e un' altra disputa è aperta: in caso di ricomposizione del comitato con nomi nuovi, uno dei candidati accreditati alla presidenza per Fdi potrebbe essere l' ex ministro, Ignazio La Russa.
Ma in queste ore i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, hanno comunque affermato che «diversamente dalle dimissioni dalla carica di Presidente, le dimissioni da componenti del Copasir, quando non seguite dall' indicazione dei sostituti, sono prive di efficacia e non costituiscono un impedimento alla convocazione dell' organo ai fini dell' elezione del nuovo Presidente. Tale compito spetta al Vice Presidente del Comitato».
giuliana sgrena e marco mancini
Marco Mancini lascerà i servizi segreti a metà luglio, dopo 37 anni di carriera. «Ho sempre servito lo Stato, vado via amareggiato», avrebbe confidato ad alcuni colleghi. Secondo la norma, chi lascia questo tipo di incarico, ha comunque la facoltà di rientrare nell' amministrazione di provenienza, ma vorrebbe dire ritornare nell' Arma dei carabinieri con il grado di maresciallo. Inaccettabile per lui che era riuscito a scalare uno dopo l' altro i vertici dell' intelligence, fino a diventare capo reparto.
Sulla scelta di prepensionarlo pesa, probabilmente, anche il passato da dirigente del Sismi all' epoca di Niccolò Pollari. Restano diversi gli episodi che hanno segnato la sua carriera: la morte del collega Nicola Calipari durante l' operazione che portò alla liberazione della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq, il caso dell' imam Abu Omar. Ombre e segreti che lo 007 porta via con sé, forse già sigillate negli scatoloni pronti nel suo ufficio.