Antonio Castro per “Libero Quotidiano”
Una iniezione di grandi opere per rilanciare il Paese, sbloccare le risorse rimaste a poltrire in qualche capitolo di bilancio (alcune per lustri) e tentare di invertire la tendenza alla crescita omeopatica del Pil. Se è vero che le costruzioni e le grandi opere hanno un effetto leva potente sulla crescita economica e sull' occupazione, c' è da augurarsi che il "tappo" burocratico tirato via dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), possa avere un potere di rilancio.
Tanto più che tutta l' Italia ne ha proprio bisogno. Nei progetti sbloccati ieri da Palazzo Chigi figurano strade, scuole, ponti, ferrovie e ospedali. Un pacchetto di misure che sblocca - come ha sintetizzato il vicepremier Matteo Salvini - circa «50 miliardi di euro di opere pubbliche». E così dopo le trivelle della Tav in Val di Susa dovrebbero prendere a girare le betoniere e a riaprire i cantieri. E infatti il Comitato interministeriale ha sbloccato 36 miliardi per autostrade e strade e circa 15 miliardi per le ferrovie.
SUPER MANUTEZIONE
Una bella botta di quattrini. Che dovrebbe riversarsi un po' su tutta Italia. Basta sfogliare l' elenco degli interventi (e verificarne le date), per rendersi conto da quanto stavano nel congelatore della burocrazia ministeriale. Ad esempio il contratto di programma 2016-2020 tra ministero delle Infrastrutture e Anas con un piano di manutenzione straordinario di ponti, viadotti e gallerie per complessivi 36 miliardi di investimenti di cui 31,2 finanziati e 4,7 da finanziare.
E visto che non ci facciamo mancare niente - salvo lamentarsi poi che non abbiamo le risorse - spuntano fuori «risorse aggiuntive da allocare per 12,5 miliardi. Sbloccati per miglioramenti anche i cantieri per le tratte autostradali A4 Venezia-Trieste, A23 Palmanova-Udine, A28 Portogruaro-Conegliano, A57 tangenziale di Mestre. Il Cipe ha approvato inoltre il progetto definitivo del tratto Grosseto-Siena della Due Mari.
Se le strade vanno rimesse in sesto anche le ferrovie hanno l' occasione per rifarsi il maquillage. Arriva finalmente il via libera al Contratto di Programma di RFI 2017-2021 (anni 2018/2019). Che detto così sembra uno scioglilingua ma che tradotto si dovrebbe concretizzare in circa 15,4 miliardi di euro (di cui 7,3 miliardi di euro di investimenti da fondi di legge di bilancio 2019 e 5,9 miliardi da legge di bilancio 2018), oltre a 2,2 miliardi di FSC 2014-2020.
Vale a dire fondi strutturali di quasi 15 anni fa. Ma c' è anche la Pedemontana Lombarda il collegamento A4 Jesolo e Litorali. Se sulla riapertura dei cantieri autostradali e ferroviari si conta, non meno importanti è la procedura per sbloccare i fondi per gli «interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico». Vale a dire la messa in sicurezza di un Paese che frana al primo acquazzone. Spetterà questa volta ai governatori delle Regioni (in «qualità di Commissari straordinari delegati), gestire i 263 interventi già individuati e giudicati «immediatamente cantierabili entro il 2019». Il budget assegnato è di oltre 315 milioni di euro.
Ma c' è dell' altro. Dal Piano operativo Sport e periferie, alla riprogrammazione delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) della Regione Campania, a un' integrazione del Piano Operativo infrastrutture per l' Aeroporto di Reggio Calabria (da 25 milioni), e la messa in sicurezza delle aree portuali di Palermo e Castellammare di Stabia (rispettivamente 39 e 35 milioni).
PIANO ANTI DISSESTO
Se i ponti crollano e i treni non riescono a viaggiare non che gli ospedali stiano tanto meglio. E infatti circa 4 miliardi di euro dovrebbero essere spesi per la ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario. Anche le quattro ex centrali nucleari verranno (forse) bonificate.
Così come dovrebbero finalmente essere utilizzate le risorse residue già assegnate per l' Edilizia residenziale pubblica e i fondi per la ricostruzione post sisma in Abruzzo. C' è solo da augurarsi che sia la volta buona. Che i cantieri non vengano solo inaugurati ma aperti. E che questa doccia di cemento e acciaio porti in dote una crescita economica robusta.
opere pubbliche 2 opere pubbliche 7 LA DEMOLIZIONE CONTROLLATA DEL PONTE MORANDI PEDEMONTANA2 PEDEMONTANA PEDEMONTANA4 PEDEMONTANA3 ponte morandi genova 1 ponte morandi genova 2 opere pubbliche 6