PROMESSE DA RENZUSCONI – L'EX MINISTRO PD VINCENZO VISCO: ''ABOLIRE LA TASSA SULLA PRIMA CASA? OBAMA NON LO AVREBBE FATTO'' – “NEL DISCORSO DI RENZI A MILANO NON C’ERA NESSUN RIFERIMENTO ALL’EVASIONE FISCALE, IN CUI SIAMO SECONDI SOLO ALLA GRECIA”
Paolo Griseri per “la Repubblica”
Abolire la tassa sulla prima casa? «Obama non lo avrebbe fatto. In America questa è la filosofia economica dei tea party». Vincenzo Visco, 73 anni, già ministro del Tesoro, accusato dalla destra di essere il “Dracula delle tasse”, non condivide la conversione di Renzi: «Abolire la tassa sulla prima casa è ingiusto e inaccettabile politicamente».
Professor Visco, perché è inaccettabile?
«Perché le prime case non sono tutte uguali. La mia casa a Roma vale circa un milione, la villa di Arcore ne varrà dieci e un appartamento in periferia vale 100 o 200 mila euro. Un fisco che tratta questi patrimoni nello stesso modo è un fisco profondamente ingiusto».
Come si potrebbe fare allora?
«Si potrebbe mettere un tetto che consenta di escludere dalla tassa sulla prima casa i redditi bassi. Ma abolirla per tutti non ha senso».
Renzi dice che il Pd non deve più essere il partito delle tasse. Non è d’accordo?
«Capisco che la destra, quando ero ministro, abbia montato una campagna sostenendo che noi eravamo il partito delle tasse. Solo perché abbiamo cominciato a colpire l’evasione. Non capisco perché dobbiamo accettare quell’accusa. Obama fa pagare le tasse ai ricchi per finanziare il welfare. Così fanno i partiti di centrosinistra in tutto il mondo. Non sbandierano slogan contro le tasse».
Ci sono le risorse per abbattere le tasse come dice Renzi?
«Nel suo discorso di Milano non c’era un riferimento alla lotta all’evasione. Noi siamo al secondo posto per entità dell’evasione fiscale, siamo dietro solo alla Grecia».
Si potrebbe fare di più?
«Certo. In occasione della discussione dell’ultima manovra il governo ha detto no a una proposta che prevedeva la trasmissione telematica dei dati in modo da poter controllare in tempo reale tutta la filiera dell’Iva. Una norma che avrebbe consentito di ottenere introiti per una quarantina di miliardi».
Insomma, lei è contrario al piano di riduzione delle tasse?
«Non ho detto questo. Oltretutto è ovvio che ogni governo cerchi di ridurre la pressione fiscale. Ho detto che è ingiusto ridurle con quei provvedimenti. Se lo Stato rinuncia a tassare la mia casa e, conseguentemente deve ridurre la spesa per sanità e pensioni in essere, non fa un’operazione di sinistra né eticamente condivisibile».
Che cosa condivide invece dell’impostazione di Renzi?
«Ciò che conta è ridurre il debito e che questo è più importante del rispetto dei parametri europei. Se a Bruxelles ce lo lasciano fare...».