putin congiura

“AMMETTIAMOLO: IL PIANO NUMERO UNO DI BIDEN, DELLA NATO E ANCHE DEGLI EUROPEI È CHE QUALCUNO A MOSCA UCCIDA PUTIN” - DOMENICO QUIRICO: “SCANDAGLIAMO UN GIUDA DEL REGIME CHE ELIMINI IL TIRANNO. CI PENSEREMO NOI A TRASFORMARE IL TRADITORE IN UN BRUTO FOLGORATO SULLA VIA DELLA DEMOCRAZIA. MA IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE NON È SE UN ASSASSINIO SIA MAI GIUSTIFICABILE MA SE SIA EFFICACE. QUASI MAI IL RISULTATO È STATO CONFORME AI DESIDERI DI CHI PENSAVA DI RISOLVERE TUTTO AL PREZZO DI UNA SOLA VITA PER DI PIÙ SCIAGURATA...”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

Ammettiamolo. In questa orgia di bugie, disinformazione, mezze verità, propaganda che marchia anche il conflitto ucraino almeno con noi stessi abbiamo l'obbligo della sincerità. Esclusa per fortuna l'ipotesi di entrare direttamente in guerra con uomini, aerei, bombe atomiche, amputata la possibilità di affidarsi alla diplomazia avendo definito Putin il nuovo Hitler con cui l'unico rapporto possibile è come per i nazisti, darsi appuntamento nell'aula di un tribunale apparecchiato per una seconda Norimberga, il piano numero uno di Biden, della Nato e anche degli europei è uno solo: che qualcuno a Mosca uccida Putin liberandoci dal fardello.

 

putin judo 4

Insomma si invoca, neppur troppo scopertamente, un «happy end» mediante il tirannicidio, la congiura. Non resta che il pugnale di un monarcomaco, come si diceva nel secolo di ferro, quello delle guerre di religione (e quale secolo è più di ferro ahimè di questo appena avviato?). Scandagliamo un giuda del regime oligarchico che per trenta denari o per salvare la pelle elimini il tiranno.

 

Ci penseremo noi a trasformare il traditore in un Bruto senza paura folgorato sulla via della democrazia e dei diritti umani. Sentiamo già l'odore delizioso del sangue. Il pugnale è strumento vecchiotto. La Cia (e i loro colleghi del Kgb poi Fsb) hanno nell'assassinio del singolo nemico una certa pratica anche non sempre coronata da successo: dai sigari bomba al polonio è stato arricchito tecnologicamente l'armamentario dei Borgia.

 

Vladimir Putin 10 marzo 2022

Nei primi giorni di guerra correvano rumori su piani ingegnosi dei russi per decapitare l'Ucraina uccidendo il coriaceo e ipercomunicativo Zelenski. Piano evidentemente o inesistente o inconcludente. Chissà che dall'altra parte dell'oceano non abbiano qualcosa di più risolutivo in mente.

 

Lo scenario del dopo? Anche quello sarebbe già scritto: all'annuncio della fine prematura e spiccia del despota le folle russe scendono i piazza, finalmente libere dalla paura, per salutare l'avvento della prima democrazia russa, gli apparati repressivi si sfaldano, Navalny e gli altri oppositori liberati dalle galere vengono portati in trionfo alla Duma e prendono il potere. Soprattutto i soldati impantanati dal fango dell'Ucraina e dal disgusto della guerra gettano le armi e tornano a casa.

 

Vladimir Putin agosto 2007

Gli oligarchi o fuggono in Corea del Nord o vengono catturati e costretti a confessare i loro delitti. Tutto il mondo torna al suo posto. Bisogna trovare però il tirannicida. E' uno scenario possibile? O meglio: è uno scenario probabile? Per prima cosa, si suggerisce, alleggeriamoci del fardello morale: domandarci cioè se un delitto abbia in questa circostanza giustificazione.

 

Eppure dai tempi di Armodio e Aristogitone che eliminarono Ipparco un pioniere della tirannide nell'antica Atene, questo dibattito affatica filosofi e teologi. In effetti l'eliminazione fisica del dittatore ha antipatiche ma evidenti parentele con le pratiche del terrorismo. I confini sono labili visto che anche i terroristi usano gli stessi metodi e invocano l'assoluzione che viene da una buona causa, la loro. Allora non vi propongo ciance sulla legittimità di uccidere.

 

Putin internet

Non sono tempi adatti a questi etici dettagli, mi rispondereste. L'unico dibattito è quello pratico, materialistico: il tirannicidio ha dimostrato di avere alte probabilità di successo? Ovvero morto il despota cosa succede? Il nocciolo della questione, cinicamente imposto, non è se un assassinio sia mai giustificabile ma se l'assassinio sia efficace. Dovete poter rispondere che lo è: che ci consentirà cioè di raggiungere, nella Russia di oggi e in questa situazione di guerra, obiettivi altrimenti inaccessibili a causa del controllo ferreo che Putin esercita sul Paese; o per l'impossibilità in tempi brevi che perda la guerra e venga travolto dalla sconfitta.

 

Putin Lavrov

Che è più sicura tagliola in cui hanno lasciato la zampe lupi assai più astuti e feroci di lui. Inoltre dobbiamo esser certi che una diversa eliminazione dal potere richiederebbe un prezzo elevato, ovvero una guerra prolungata che è più costosa che una sola vittima. In questo caso potreste dire che il piano numero uno, e unico, è un atto politico efficace. Lo conferma il Corano che spiega: se ci sono due califfi uno dei due deve morire perché la morte è meglio della discordia.

 

Siamo nel caso coranico dei due califfi? L'eliminazione dell'uomo che incarna il neo imperialismo russo risolve tutti i problemi anche a lungo termine? Un assalto al palazzo di inverno, ovvero una rivoluzione, non sembra, analizzando la società modellata da Putin in vent' anni, possibile. E allora come insegnava il realista Machiavelli ci vuole una congiura «fatta da uomini grandi o familiarissimi del principe».

 

Putin

Attenti però, aggiunge: le congiure falliscono per imprudenza o per leggerezza ogni volta che coloro che ne sono a conoscenza superano il numero di tre o quattro persone. E' necessario dunque che nel cerchio più ristretto del potere putiniano qualcuno tradisca. A riguardare il passato occorre essere di palato grosso: in fondo molti dei tirannicidi dell'età classica avevano, accanto a proclamate esigenze di libertà, ben più personali e meschine motivazioni di vendicarsi del padrone. Lo stesso Bruto in fondo... Forse si può sperare in qualche oligarca umiliato nelle sue aspirazioni o depredato di una parte del bottino che gli spettava.

PUTIN CON I SOLDATI RUSSI

 

Darei più possibilità ai militari: nella guerra ucraina muoiono molti generali, segno che Putin li esige in prima linea sul modello staliniano, forse insoddisfatto dei risultati. Quelli che ordinavano una ritirata Stalin li faceva fucilare. Un ricordo che può solleticare qualche idea di rivolta salvavita. Resta da risolvere il problema del cosa accadrà dopo. Siamo certi che l'eliminazione violenta e oligarchica del tiranno non inneschi un caos peggiore? Il pessimismo è obbligatorio.

 

vladimir putin

Quasi mai il risultato è stato conforme ai desideri di chi pensava di risolvere tutto al prezzo di una sola vita per di più sciagurata. Nel 1914 il serbo Gavrilo Princip si illuse: ammazzando l'erede al trono austriaco i problemi dei Balcani sarebbero stati risolti, pensava. Invece eliminò l'unico personaggio che probabilmente, non per indole pacifista, avrebbe impedito che l'Europa precipitasse nella tragedia della Prima guerra mondiale.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” - L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - 

PICCATISSIMA DI ESSERE STATA DEL TUTTO IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA. IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...”

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…