Marco Ascione per il "Corriere della Sera"
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Presidente Conte, sul reddito di cittadinanza è circondato. Il centrodestra tutto contro, e il Pd che non pare intenzionato ad affiancarla in una battaglia campale. Dovrà ammainare la bandiera.
«Le assicuro che non accadrà, non è nell'ordine delle cose. Resto a quanto ha dichiarato Draghi, che condivide la necessità di questo sistema di protezione. L'iniziativa del centrodestra, spalleggiata da Italia viva, non potrà avere successo, perché il reddito di cittadinanza è un fatto di necessità oltre che di civiltà. Siamo stati gli ultimi in Europa ad avere introdotto questa misura che garantisce coesione e sicurezza sociale, cosa che non è possibile se milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà».
giuseppe conte matteo salvini meeting rimini 1
Sicuro che il reddito di cittadinanza vada bene così com' è? Se tornasse indietro non avrebbe proprio alcun tentennamento?
«Lo rifarei non una, ma cento volte. L'Italia sul reddito di cittadinanza non può più tornare indietro. Alcune necessità di modifiche scaturiscono tutt' al più dalla sua messa in pratica. Perciò dico sì a un tavolo che monitori la sua efficacia, rafforzi i controlli per evitare abusi e favorisca il dispiegamento di tutti i vantaggi per gli imprenditori collegati alle assunzioni».
Scommetterebbe sulla durata della legislatura? Pare che il suo auspicio sia che Draghi resti a Palazzo Chigi con un bis di Mattarella al Quirinale.
«Non ho mai detto questo».
Ma se Draghi va al Colle si torna a votare ?
«Non voglio entrare in questa discussione che anticipa i tempi e rischia di togliere tranquillità al governo in carica, al quale bisogna invece assicurare tutto l'appoggio perché possa affrontare le sfide dell'autunno».
Il Movimento 5 Stelle è reduce da un corpo a corpo con la ministra Cartabia e con le altre forze di maggioranza sulla riforma del processo penale. Ci sono imprescindibili priorità?
«Dobbiamo approvare subito la riforma del processo civile all'esame di Palazzo Madama. Sarà un passaggio chiave anche per rendere il nostro sistema economico e sociale più attraente per gli investitori stranieri».
GIUSEPPE CONTE - LA PIAZZA - CEGLIE MESSAPICA
Si preannuncia un bis dell'ultimo scontro?
«Non direi, perché le condizioni di partenza sono diverse. Ci sarà un confronto. L'altro tema determinante dell'autunno saranno le pensioni».
Con il rischio di tornare alla Fornero, fumo negli occhi per Salvini. E anche per voi.
«Le pensioni sono un problema molto urgente. A dicembre scadrà quota 100. Avremo uno scalone di 5 anni. Si parla molto di quota 41, ossia di consentire la pensione a chi ha 41 anni di contributi, ma sarebbe molto onerosa.
Avviamo piuttosto un confronto per ampliare la lista dei lavori gravosi ed usuranti sulla base dell'indice Istat di speranza di vita. Sarebbe un percorso razionale ed equo. L'alternativa è il pensionamento anticipato a 63 anni in base alla sola quota contributiva, con la possibilità a 67 anni di una integrazione in base alla quota retributiva. Poi c'è la questione Fisco: viste le difficoltà ora sarebbe giusto rinviare le cartelle esattoriali».
A propositivo di Salvini: è stato suo ministro degli Interni e oggi attacca tutti i giorni Lamorgese sui migranti.
«Ma lui che cosa ha fatto sull'immigrazione? Già quando era un mio ministro cercai di fargli capire che un problema così complesso non si affronta con demagogia, facendo la voce grossa in televisione, sui giornali e sui social. Gli chiesi, senza successo, di migliorare il sistema dei rimpatri, ma non ci riuscì pur avendo i pieni poteri di ministro.
giuseppe conte matteo salvini meeting rimini
Avrebbe dovuto lavorare con costanza nella cornice europea, dove non è mai stato troppo presente. Senza contare che i decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne.
L'eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell'Interno sui rimpatri e sull'immigrazione ha fallito. È un dato di fatto».
E l'attuale guida del Viminale?
GIUSEPPE CONTE ALLA FESTA DI COMPLEANNO DELLA RAGGI
«Lamorgese è molto competente, sa come muoversi. A Malta riuscì a strappare un accordo che prefigurava la gestione Ue dei flussi mediterranei. Poi è arrivato il Covid, con il conflitto libico e la crisi tunisina. Situazioni che Salvini non ha dovuto fronteggiare».
Molti leader, nel mondo, hanno detto che con i talebani saremo costretti a dialogare. Lei, nella scelta delle parole, era sembrato andare oltre: ripeterebbe che il nuovo regime si è dimostrato «abbastanza distensivo»?
«La frase è stata tagliata ed estrapolata. Io aggiungevo anche che erano "parole tutte da verificare". È stata una polemica del tutto pretestuosa».
GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA
Grillo lo ha più sentito? Come definirebbe il vostro rapporto: una tregua armata?
«Con Grillo ci siamo sentiti e confrontati anche in questi ultimi giorni. Il rapporto è buono».
Le liti con Grillo, Casaleggio, le diverse anime del Movimento. Ma davvero non pensa: chi me lo ha fatto fare?
«Vivo questa esperienza con entusiasmo. Un entusiasmo contagioso».
Che effetto le ha fatto l'assalto dei No vax al gazebo dei 5 Stelle a Milano all'urlo di «traditori»? In una fase della loro storia anche i 5 Stelle hanno contribuito a creare un certo clima?
«Si tratta di poche persone fuori di testa, che in un modo egoistico e irrazionale fanno male a sé stesse e alla comunità nazionale. Persone che non hanno alcuna giustificazione».
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Lei è contro l'obbligo vaccinale. Il Movimento non rischia di passare per «Ni Vax»?
«Il Movimento è assolutamente a favore delle vaccinazioni. Non ravviso i presupposti dell'obbligo vaccinale perché la maggioranza degli italiani lo ha già fatto e continuerei a puntare sul binomio "libertà/responsabilità". Ma ciò non ha nulla a che vedere con le fobie antiscientifiche».
Si attende che il Pd appoggi Raggi a Roma se la sindaca andasse al secondo turno e Gualtieri no?
«Sì. Meglio: diciamo che mi attenderei il sostegno a un progetto politico alternativo a quello delle destre».
Viceversa, appoggereste Gualtieri?
«Vedrà che al ballottaggio andrà Raggi».
Arriverà mai la famosa alleanza strutturale con il Pd?
«Non credo che sia utile tuffarci in un'alleanza strutturale. La cosa importante è lavorare insieme per condividere un progetto solido e chiaro».
Teme un crollo dei 5 Stelle alle Amministrative?
«Non lo temo affatto. Ma il risultato di questo voto non potrà essere significativo per il Movimento, visto che il nuovo corso non ha ancora potuto dispiegare i suoi effetti. Quindi non potrà essere questo un banco di prova. Ma la faccia io ce la metto sempre».