Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it
È stata una settimana molto difficile, per il M5S. Stando a un sondaggio che da due giorni sta circolando tantissimo nelle chat dei gruppi parlamentari, accendendo discussioni e scontri interni, il Movimento di Conte ha perso lo 0,8 in soli sette giorni.
Una rilevazione, compiuta da Swg, certifica da ieri sera che i cinque stelle sono precipitati sotto la soglia psicologica del 15 per cento: al momento sarebbero al 14,3 per cento, che li colloca ormai a distanza dagli altri, quarto partito d’Italia, lontani i tempi del boom del 33 per cento alle elezioni politiche del 2018.
giuseppe conte l'aria che tira 11
C’è anche chi, tra i grillini, teme che i numeri veri possano essere persino più ridotti: circolava, dieci giorni fa, un’altra rilevazione che dava il Movimento all’11 per cento. È stata abilmente silenziata, ma non abbastanza da non alimentare capannelli interni e dissenso.
Una cosa appare certa, innanzitutto dentro i gruppi parlamentari: l’effetto Conte, se c’è stato, non si vede più. Anzi. Il Movimento è in preda a fortissime spinte e malumori, su quale direzione strategica dovrà prendere in questo tornante decisivo, ma anche su questioni più prosaiche: nomine appena fatte, poltrone mancate, posti futuri e ricandidature (molto in bilico per i quattro quindi degli attuali parlamentari).
E il rischio di una piccola ma pericolosa diaspora. Giuseppe Conte ha appena portato a termine una infornata significativa di nomine, addirittura novanta grillini sono diventati membri dei 17 Comitati tematici previsti dallo Statuto.
Ma questo ha prodotto un doppio effetto, che non ha stabilizzato la leadership: innanzitutto, tra i presidenti degli otto comitati solo quelli dei quattro obbligatori entreranno nel “Consiglio nazionale”, l’organismo dirigente creato dall’ex premier che sarà un po’ la sua segreteria politica allargata.
CHIARA APPENDINO GIUSEPPE CONTE
Tra loro, pezzi da novanta come Chiara Appendino, Alfonso Bonafede, Fabio Massimo Castaldo (a cui è affidato il Comitato per i rapporti europei e internazionali), che si uniscono a cinque vicepresidenti super contiani (Paola Taverna, Riccardo Ricciardi, Mario Turco, che anche a palazzo Chigi aveva in mano il dossier Cina, Michele Gubitosa, Alessandra Todde).
Gli altri presidenti (quelli dei comitati facoltativi) non entreranno, sono esclusi insomma da quella che viene percepita come la futura stanza dei bottoni. A maggior ragione saranno esclusi i membri dei loro comitati. Si sta insomma diffondendo tra i grillini la sensazione che quelle nomine siano state solo fumo negli occhi.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
Il resto della truppa parlamentare (altre novanta persone), escluso da tutto, è ancora più malmostoso, e si interroga drammaticamente anche sul suo futuro. È già in piedi una operazione-diaspora che porterebbe in tempi rapidi almeno sei parlamentari M5S nel gruppo misto, pronti a confluire con gli ex grillini di “Alternativa c’è”, che al momento sono undici. Barbara Lezzi e Nicola Morra dicono apertamente che bisogna ragionare di «un nuovo soggetto politico».
Ma l’obiettivo più dietro l’angolo, raccontano dentro il Movimento quelli che hanno avvistato questa manovra, è arrivare a gennaio ai venti deputati necessari per creare un gruppo autonomo alla Camera, dove sono davvero vicini a riuscirci, e pesare nella partita per il Quirinale.
Una gara complicatissima, dove però potrebbero avere spazi di manovra interessanti non solo i centristi e i renziani, ma anche la galassia grillina o ex grillina che si sente abbandonata e tradita dai capi.
Conte non può ovviamente sanare tutti questi problemi, ma la vicenda della rinuncia forzata alla candidatura nel seggio di Roma centro, che gli era stata offerta dal Pd di Enrico Letta, ha pesato soprattutto su di lui, innanzitutto sul suo rapporto con il Pd, perché anche nel Pd si chiedono (e chiedono a chi nel Movimento conosce gli umori dei gruppi) se e quanto potrà essere l’avvocato a garantire solidamente gli assetti dell’alleanza tra 5 stelle e democratici.
Davide Crippa, il capogruppo M5S a Montecitorio, tutte queste cose le sta vedendo direttamente in questi giorni, e infatti invoca, anche in prospettiva del voto per il Quirinale: «I gruppi parlamentari vanno coinvolti in un percorso e informati sull'evoluzione della trattativa, e non parlo dei nomi, quanto del modo con cui coinvolgeremo le altre forze politiche».
Crippa è visto tuttora come la longa manus di Beppe Grillo nel partito, il capogruppo che il nuovo corso contiano non è riuscito a sostituire. E Grillo, in tutto questo? Raccontano che non abbia affatto abbandonato l’idea di un Movimento a tre punte, “né di destra né di sinistra”: Roberto Fico (centrosinistra), Luigi Di Maio (che guarda al centrodestra) e Virginia Raggi (che richiama l’ortodossia e in questo schema rappresenterebbe la grillina tout court). Per questa via, Beppe e Di Maio non sono mai stati così vicini nel non volere un Movimento contiano, ridotto a costola della sinistra.
giuseppe conte atreju 4 meme su giuseppe conte e beppe grillo giuseppe conte atreju 1 BEPPE GRILLO IN COLLEGAMENTO CON CONTE. giuseppe conte atreju 3