IL TERZO PAPA - L'ENORME POTERE DI PADRE GEORG, OMBRA DI BENEDETTO XVI E CINGHIA DI TRASMISSIONE CON BERGOGLIO. MONS. VIGANÒ SCRIVE UNA LETTERA DURISSIMA: ''HA ISOLATO IL PONTEFICE EMERITO. CONTROLLA LE INFORMAZIONI CHE PUÒ E NON PUÒ RICEVERE. INSINUA CALUNNIE CONTRO IL CARD. SARAH'' - CONSERVA LA FUNZIONE DI SEGRETARIO DI RATZINGER MA AL TEMPO STESSO REGGE LA CASA DEL SUO SUCCESSORE 

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1 - PADRE GEORG HA ISOLATO IL PONTEFICE EMERITO

carlo maria vigano carlo maria vigano

Lettera di Carlo Maria Viganò* a “la Verità

*Ex nunzio apostolico negli Usa

 

Caro direttore, è tempo di rivelare il controllo abusivamente e sistematicamente esercitato da monsignor Georg Gänswein nei confronti del sommo Pontefice Benedetto XVI, fin dall' inizio del suo pontificato. Gänswein filtrava abitualmente le informazioni, arrogandosi il diritto di giudicare lui stesso quanto fosse opportuno o meno far pervenire al Santo Padre.

papa francesco bergoglio e monsignor gaenswein papa francesco bergoglio e monsignor gaenswein

 

Posso testimoniare che, quando papa Benedetto mi convocò in udienza il 4 aprile 2011, pochi giorni dopo avergli fatto pervenire la mia prima lettera (poi abusivamente pubblicata nel corso di Vatileaks), dissi al Pontefice: «Non le parlerò della situazione di corruzione nella gestione delle ville pontificie, poiché presumo che lei abbia già preso conoscenza dell' appunto al riguardo, che ho consegnato al suo segretario per lei, in vista di questa udienza».

 

benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 3 benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 3

Il Santo Padre, in tutta semplicità e innocenza, e senza manifestare alcuna sorpresa, mi disse: «No, non ho visto niente». Testimonio inoltre un altro fatto che manifesta quanto monsignor Gänswein controllasse le informazioni per il Santo Padre e condizionasse la libertà d' azione dello stesso. In occasione della canonizzazione di Marianne Cope e Kateri Tekakwitha, avendo io richiesto per iscritto all' allora prefetto della Casa pontificia, monsignor James Harvey, di poter essere ricevuto in udienza dal Papa, e non avendo ricevuto alcuna risposta, mi recai, martedì 23 ottobre 2012, dallo stesso prefetto, chiedendogli come mai non avessi ricevuto risposta alcuna alla mia richiesta di udienza.

 

benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 2 benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 2

Ricordo perfettamente la circostanza, poiché lo stesso monsignor Harvey mi suggerì di partecipare all' udienza generale dell' indomani, così da poter almeno salutare personalmente il Santo Padre, con gli altri vescovi presenti. Monsignor Harvey mi rispose con le seguenti parole: «Gänswein mi ha detto: "Monsignor Viganò è l' ultima persona che può avvicinare papa Benedetto!». Aggiunse poi che all' inizio del pontificato, Benedetto XVI, indicandogli con l' indice Gänswein, esclamò: «Gestapo! Gestapo!».

 

Questo atteggiamento spregiudicato si rivelò fin dall' inizio del pontificato, anche nella determinazione con cui Gänswein riuscì ad allontanare dal Papa la sua preziosa assistente e storica segretaria, Ingrid Stampa, che l' allora cardinale Ratzinger aveva voluto accanto a sé per ben oltre un decennio, dopo il decesso della sorella, Maria Ratzinger.

 

papa francesco bergoglio e monsignor gaenswein papa francesco bergoglio e monsignor gaenswein

È poi noto che per sfuggire a questo totale controllo esercitato sulla sua persona da Gänswein, papa Benedetto si recasse spesso dal suo precedente segretario particolare, monsignor Josef Clemens, invitando a detto incontro familiare anche Ingrid Stampa.

Faccio questa dichiarazione a seguito di quanto asserito da monsignor Gänswein all' agenzia Ansa, in contraddizione con quanto lo stesso papa Benedetto ha scritto nello scambio epistolare intercorso con il cardinal Sarah: si tratta di una clamorosa nonché calunniosa insinuazione nei confronti dell' eminentissimo cardinal Robert Sarah, puntualmente smentita dal medesimo.

 

 

2 - PADRE GEORG, L'OMBRA DEL PAPA EMERITO A FIANCO DI FRANCESCO

G.G. per “la Stampa

 

benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein -1 benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein -1

La mattina in udienza (anche ieri, come ogni mercoledì), don Georg siede sorridente al fianco di Francesco, il pomeriggio invece torna angelo custode e occhio di Benedetto XVI. I cambiamenti non l' hanno mai spaventato. Da giovane portava i capelli lunghi e ascoltava Cat Stevens. A 47 anni, in maniera non proprio pacifica, ha preso il posto di Josef Clemens, storico segretario di Ratzinger, giusto in tempo per scortarlo sul Soglio di Pietro. Poi, come in un vortice: lo scandalo Vatileaks da cui esce sorprendentemente rafforzato, l' abdicazione-choc di Benedetto XVI, l' elezione di Francesco. E così l' arcivescovo Georg Gaenswein assurge al servizio di due Pontefici. Di quello regnante è il prefetto della Casa Pontificia (carica di reale potere, tutt' altro che onorifica), di quello emerito è ombra e filtro col mondo.

robert sarah georg gaenswein robert sarah georg gaenswein

 

Il "terzo pontefice"

Talento acrobatico e doti di resistenza (altrimenti dimostrate sui campi da tennis e nella piscina fatta costruire alla villa di Castel Gandolfo) hanno reso il prestante monsignore un' eminenza grigia della Curia, quasi un terzo papa. Doveva solo essere trait d' union e rasserenante fattore di normalizzazione nella scivolosa stagione del doppio Pietro, invece finisce invariabilmente descritto dai media nell' epicentro di trame, bufere, veleni d' Oltretevere.

vladimir putin con georg gaenswein vladimir putin con georg gaenswein

 

Martedì è stato lui a ritirare la firma di Benedetto XVI dall' esplosivo pamphlet sul celibato che, come già per i sacramenti ai divorziati risposati al Sinodo sulla famiglia, ha inevitabilmente catapultato Ratzinger alla guida occulta della fronda tradizionalista, stavolta assieme al cardinale co-autore Robert Sarah, in precedenza con altri porporati anti-Bergoglio come Gerhard Müller e Raymond Burke.

 

«Il Papa emerito non aveva approvato alcun progetto per un libro a doppia firma: si è trattato di un malinteso», ha scandito Gaenswein. Quanto basta per far ribollire, nella galassia ultraconservatrice, il sospetto di un doppio gioco del servitore di due Pontefici, così abile da dosare sotto traccia all' opposizione interna l'accesso a Benedetto XVI per poi sconfessarla di fronte all' indignazione di Francesco.

RATZINGER E GEORG GAENSWEIN RATZINGER E GEORG GAENSWEIN

 

«Per ruolo e capacità, è la scatola nera dei misteri vaticani dell' ultimo decennio. Nessuno osa sfiorarlo, almeno finché è in vita Ratzinger», tagliano corto nei sacri palazzi. Chi non dubita della sua lealtà è Benedetto XVI, accanto al quale don Georg non ha mai celato una partecipazione affettiva che dice molto della sua personalità e dell' asserita volontà di «essere trasparente come il vetro per non oscurare in alcun modo Benedetto XVI». Piangeva vistosamente il 28 febbraio 2013 quando insieme (come padre e figlio) Ratzinger e lui hanno lasciato l' Appartamento della Terza Loggia.

georg ganswein georg ganswein

 

Altrettanto emozionato, tre settimane dopo, don Georg vi rientrò con Bergoglio togliendo i sigilli, aiutandolo a spingere la porta che non si apriva, accendendo la luce. E mentre Francesco diceva che lo Spirito Santo ha ispirato la rinuncia del suo predecessore per il bene della Chiesa, don Georg appariva davvero commosso.

 

Sotto i riflettori accompagna Bergoglio, dietro le quinte mette a sua disposizione segreti e conoscenze degli 8 anni di pontificato ratzingeriano, inclusi dossier in sospeso e torbidi finanziari. È lui il traghettatore tra i due pontificati. Figura del tutto inedita nella storia ecclesiastica: punto di contatto e camera di compensazione tra Papa regnante e quello emerito. Conserva la funzione di segretario di Ratzinger ma al tempo stesso regge la "Pontificalis Domus" del suo successore.

 

carlo maria vigano' carlo maria vigano'

Oltre ogni protocollo, don Georg agisce sostanzialmente da cinghia di trasmissione nell' insidiosa epoca dei due Papi. E' stato lui, per conto di Ratzinger, a gestire il passaggio delle consegne sui temi più spinosi. Nelle intenzioni di Benedetto XVI la presenza (e il consiglio) del presule tedesco era il modo per aiutare e proteggere Bergoglio nei meandri curiali. E' stato lui a custodire la relazione dei tre cardinali inquirenti Herranz, Tomko, De Giorgi sul furto dei documenti. Nella Sala Clementina ha affiancato il nuovo Pontefice all' atto di omaggio dei conclavisti: il polacco Nycz gli chiese di salutargli Ratzinger, il connazionale Stanislao Dziwisz, ex segretario di Wojtyla, no.

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