LA BOXE HA BRUCIATO UN ALTRO TYSON - IL CAMPIONE DEL MONDO DEI PESI MASSIMI, TYSON FURY, SI RITIRA DOPO ESSERE STATO TROVATO POSITIVO ALLA COCAINA E PER PROBLEMI DI DEPRESSIONE: “IL PUGILATO E’ UN MUCCHIO DI MERDA. ANDATE TUTTI A SUCCHIARE: MI RITIRO” - NIENTE RIVINCITA PER L’EX CAMPIONE KLITSCHKO
1 - TYSON FURY ANNUNCIA RITIRO,È CAMPIONE MONDO MASSIMI
(ANSA) - Il britannico Tyson Fury, campione del mondo dei pesi massimi Wba, Ibf e Wbo dal novembre scorso quando battè a sorpresa Wladimir Klitschko, per nove anni e mezzo dominatore della categoria, ha annunciato il ritiro dall'attività agonistica. Ne dà notizia la Bbc che riprende un tweet del pugile che il 22 settembre scorso è risultati per cocaina a un test ed attualmente sarebbe alle prese con problemi di depressione. Fury avrebbe dovuto concedere la rivincita al rivale ucraino ma per due volte il match è saltato a causa delle condizioni del campione in carica. E adesso c'è l'annuncio del ritiro di Fury.
"Il pugilato è la cosa più triste in cui sia mai rimasto coinvolto, è un mucchio di merda. Sono il più grande di tutti e ora mi ritiro. Andate a succhiare..., buona fortuna". Questo il testo del tweet con cui il campione del mondo dei pesi massimi Tyson Fury ha annunciato il proprio ritiro dall'attività agonistica, a soli 28 anni. Il prossimo 29 ottobre Fury avrebbe dovuto affrontare Wladimir Klitschko a Manchester nella rivincita tra i due saltata a luglio per un infortunio a una caviglia del britannico.
Riferendosi a quel match, l'ucraino aveva parlato in questi termini del rivale, chiamato Tyson in onore di 'Iron Mike': "lo sport sarebbe migliore senza Fury. Sono rimasto scioccato quando ho sentite le sue frasi contro le donne, i gay e gli ebrei. Quest'uomo è un imbecille, non possiamo avere un campione di questo genere. Devo batterlo sul ring, oppure qualcuno lo cacci dal mondo della boxe".
2 - BOXE, IL DECLINO DI FURY: LA DEPRESSIONE E ORA LA COCAINA
Riccardo Crivelli per www.gazzetta.it
"Il pugilato è la cosa più triste in cui sia mai rimasto coinvolto, è un mucchio di merda. Sono il più grande di tutti e ora mi ritiro. Andate a succhiare..., buona fortuna". Questo il testo del tweet con cui il campione del mondo dei pesi massimi Tyson Fury ha annunciato il proprio ritiro dall'attività agonistica, a soli 28 anni. Il prossimo 29 ottobre Fury avrebbe dovuto affrontare Wladimir Klitschko a Manchester nella rivincita tra i due saltata a luglio per un infortunio a una caviglia del britannico.
Riferendosi a quel match, l'ucraino aveva parlato in questi termini del rivale, chiamato Tyson in onore di 'Iron Mike': "lo sport sarebbe migliore senza Fury. Sono rimasto scioccato quando ho sentite le sue frasi contro le donne, i gay e gli ebrei. Quest'uomo è un imbecille, non possiamo avere un campione di questo genere. Devo batterlo sul ring, oppure qualcuno lo cacci dal mondo della boxe".
DEPRESSO — La fredda cronaca racconta che il 29 ottobre prossimo Tyson Fury (il nome di battesimo, è bene ricordarlo, gli venne dato proprio in onore di Iron Mike, in quella che appare adesso quasi una nemesi storica) avrebbe dovuto affrontare Klitschko a Manchester nella rivincita, già saltata a luglio per un infortunio a una caviglia del britannico.
Un match assai atteso e sul quale peraltro si erano già addensate ombre lunghissime quando il campione in carica non si è presentato alla prima conferenza stampa del 5 settembre, senza addurre motivazioni, e poi a quella successiva della settimana dopo, denunciando un incidente d'auto e l'improvviso black out del cellulare. In quelle ore, dall'entourage di Fury (e dalle mail tra i due team) era emersa quella parola che atterrisce, di fronte alla presunta forza e alla presunta aura di invincibilità che circonda un uomo di 28 anni dominatore della categoria regina: depressione. In una forma particolarmente severa, pare causata proprio dal rinvio di questa estate. È stato appunto il manager Hennessy, attraverso la sua agenzia, a produrre un comunicato nel quale, pur senza nominare il problema nello specifico, si avverte che il pugile non è in grado di combattere alla stato attuale.
IL CONTROLLO — Ora, l'altra verità, che si affianca al buio di questi giorni e aggrava drammaticamente i guai personali di Fury: il 22 settembre è stato trovato positivo alla cocaina. Il controllo sulle urine è stato effettuato dalla Vada (da non confondere con la Wada), cioè la Voluntary Anti-Doping Agency di Las Vegas, uno studio medico privato cui i due clan si sono rivolti perché gestisse i test pre-match, una pratica che spesso viene inserita nelle clausole contrattuali di match così importanti.
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L'agenzia non ha reso pubbliche le modalità della vicenda, ma Espn è venuta in possesso della lettera con cui la Vada ha riferito la positività ai due team, alla federazione britannica e alla commissione di controllo americana. Fury, come è ovvio, ora rischia di perdere le corone senza combattere, ma non per il doping in sé, perché assumere cocaina fuori dalle competizioni, nel pugilato, non comporta la sospensione immediata.
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IDONEITÀ — Tuttavia, proprio perché allertate dalle voci sullo stato mentale del campione, tanto la Wbo quanto l'Ibo gli avevano chiesto di provare, attraverso certificati medici autorevoli, l'idoneità all'agonismo per la fine di ottobre, altrimenti si sarebbero viste costrette a detronizzarlo per prolungata inattività. Un'ipotesi adesso assai realistica, anche perché il 4 novembre Tyson avrebbe dovuto presentarsi davanti all'Ukada (l'agenzia antidoping britannica) per rispondere di un altro test fallito l'anno scorso (nandrolone), per il quale si è sempre professato innocente.
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Un pasticciaccio bruttissimo, e una parabola di successo che sta per declinare verso l'inferno. Perché la storia di Fury, erede di una famiglia di saltimbanchi con radici gitane in Irlanda e figlio di un ex boxeur che si guadagnava da vivere combattendo a mani nude, aveva conquistato il cuore della gente, schiaffeggiando i pregiudizi.
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Quei pregiudizi che lui, invece, ha finito per coltivare nel modo più becero e incivile, macchiando il titolo mondiale con una litania di deliranti dichiarazioni omofobe, sessiste e antisemite, arrivando a sostenere che i gay e i transgender "sono uno scherzo della natura, perché non è possibile che io domani mattina possa diventare Tysina e nessuno dice niente", o ancora che le donne "devono stare in cucina, quello è il loro posto", per finire con l'attacco agli ebrei, "alle loro banche e ai loro soldi con cui ci fanno il lavaggio del cervello". Si è dovuto scusare più volte, ricordando le origini e il razzismo con cui ha dovuto fare i conti quando era bambino, ma il passato evidentemente non è stato maestro di vita. Fino a un presente di macerie .
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