Tony Damascelli per il Giornale
Due comunicati di Juventus, uno del club l'altro dei legali. Il primo ripete in gran parte il testo del provvedimento della Procura ma sostiene una tesi a dir poco singolare: «...Juventus rimane convinta di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry. Le ipotesi accusatorie prospettate dalla Procura della Repubblica, in parte modificatesi rispetto alle originarie prospettazioni...». Un accenno che non tiene conto come, proprio durante le indagini, possano essere acquisite prove che modifichino la fase iniziale delle stesse.
Il secondo comunicato, trattasi, anzi, di nota, porta le firma dell'avvocato del club Maurizio Bellacosa e di Davide Sangiorgio, legale del presidente Agnelli e di altri dirigenti: «Quanto alla generale contestazione di aver falsificato il bilancio e aver reso comunicazioni improprie al mercato, la Juventus e i suoi esponenti ritengono di aver operato nel rispetto delle leggi e dei principi tecnico-contabili in materia». «Peraltro, nel corso degli anni di interesse, Juventus si è distinta per aver dato corso, in piena trasparenza e rispettando alla lettera le normative, a due diversi aumenti di capitale. Queste operazioni straordinarie hanno confermato la solidità della Società... Gli importi di tali aumenti di capitale superano e assorbono largamente i numeri delle contestazioni di natura formale, che in ogni caso non avrebbero alcun effetto sull'indebitamento della società».
ultrà juve striscione contro andrea agnelli
Ora il supporto finanziario dell'azionista di riferimento nulla c'entra con la gestione corretta degli stessi importi. Riassunto, si riafferma la posizione del club, secondo nuove abitudini, di andare allo scontro, come è accaduto con la Superleague, con un atteggiamento alla marchese del Grillo, convinto di essere sempre dalla parte della ragione esclusiva, a differenza di chi sostenga una tesi diversa o contraria.
Ci sarà il tempo per esaminare le carte della Procura, ci sarà tempo perché il gip valuti l'appello della stessa, ci sarà tempo perché Juventus smonti le accuse e dimostri la propria estraneità e innocenza ma esiste il rischio di cadere nella tentazione e nell'errore grave, tattico e politico, di andare in guerra non contro la federcalcio o l'Uefa, gli arbitri e la Lega di serie A ma contro i giudici, la procura e la Consob.
L'esperienza passata dovrebbe servire da lezione ma così non sembra, il 23 novembre potrebbe essere la data ultima, è questo il giorno fissato per l'assemblea degli azionisti che, in origine, era programmata per il 28 ottobre. Lo slittamento non è casuale, entro un mese Juventus deciderà il proprio futuro. E non sarà quello della squadra.
INCHIESTA JUVE
Il Covid usato come un paravento, per nascondere guai finanziari precedenti. E i bilanci alterati, prima attraverso plusvalenze fittizie, 21 scambi in tutto per 115 milioni di euro in tre anni. Poi con due "manovre" sugli stipendi dei calciatori, compreso l'accordo stretto con Cristiano Ronaldo, la famosa "carta che deve rimanere segreta", ma che è stata ricostruita dagli investigatori: un patto che da solo valeva quasi 20 milioni di euro, in grado di cambiare le sorti del bilancio.
È un affannoso tentativo di sopravvivenza economica, attraverso il maquillage dei conti, quello che la procura di Torino ritiene di aver smascherato nell'inchiesta sui fondi della Juventus che ha visto salire a 16 gli indagati per reati come false fatture, false comunicazioni sociali, aggiotaggio e ostacolo alla Consob.
Inchiesta Juventus, i 16 contratti sospetti
Nel mirino le condizioni indicate nelle trattative con i calciatori che a causa del Covid avevano rinunciato a 4 stipendi: un accordo collettivo passato nel 2020 attraverso la mediazione di Chiellini. Dai documenti sequestrati i pm ritengono che siano stati stretti patti, in realtà, con 16 calciatori ben diversi da quelli depositati in Lega. Con la prima manovra, avrebbero rinunciato a una sola mensilità anziché quattro, con la promessa di restituzione negli anni successivi (ed effetti positivi sul bilancio da 90 milioni). La Juventus doveva restituire il debito attraverso un premio fedeltà, per chi rimaneva, o un incentivo all'esodo, in caso di uscita. Ma in realtà, secondo l'accusa, nelle scritture private sarebbe stato promesso il pagamento a prescindere, anche se fossero andati via. Un fatto "incondizionato" da inserire in contabilità. Si difende la Juventus: "Era previsto che le eventuali integrazioni sarebbero state negoziate se e quando le competizioni sportive fossero riprese. Le modifiche agli stipendi sono state contabilizzate rispettando le norme" dicono gli avvocati Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio.
L'inchiesta sportiva e il contratto di Ronaldo
L'indagine potrebbe riaccendere anche un giudizio sportivo, per questo la Procura della Federcalcio chiederà a ore le carte. La parola chiave è proprio il recupero "certo e incondizionato" degli stipendi differiti, quelli "mai resi pubblici, occultati al di fuori della sede sociale e sequestrati". Un contratto non depositato in Lega può portare a sanzioni serie: l'ammenda, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica (e rischierebbe una squalifica anche il giocatore coinvolto).
Se fosse accertato che la Juventus abbia riconosciuto a Cristiano Ronaldo un incentivo all'esodo "occulto" la questione diventerebbe esplosiva. I pm contestano poi che siano state fatte false fatture per operazioni inesistenti: pagamenti di agenti (tra cui società come la Reset Group, quella di Davide Lippi, la Luca Ariatti Sport management, la Galli Giuseppe, la GG11 Srl) con mandati che servivano a coprire debiti passati, per saldare cioè acquisti di giocatori che non prevedevano la loro mediazione.
andrea agnelli foto mezzelani gmt211
Juventus, gli avvocati: "Operato nel rispetto delle leggi"
Dopo la decisione del gip di respingere sette interdittive e tre misure cautelari per mancanza di esigenze (se ne riparlerà davanti al Riesame), la società replica: "Siamo convinti di avere operato nel rispetto delle leggi e delle norme e in linea con la prassi internazionale della football industry". Per gli avvocati, i due poderosi aumenti di capitale "hanno confermato la solidità della Juventus nel panorama del calcio italiano".
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