La federcalcio cilena ha comunicato di aver presentato ricorso alla Fifa chiedendo, di fatto, che il Cile partecipi ai prossimi Mondiali al posto dell'Ecuador per la presunta posizione irregolare del giocatore Byron Castillo. A conclusione di un'indagine, infatti, sarebbe stato trovato un certificato di nascita colombiano di Castillo, con gli stessi genitori, ma con data di nascita nel 1995 e non nel 1998, come scritto nei documenti della federcalcio ecuadoriana.
L'accusa sostiene che il calciatore non avrebbe perciò diritto a giocare nella nazionale dell'Ecuador, che quindi dovrebbe avere partita persa a tavolino negli 8 incontri disputati da Castillo nelle qualificazioni ai Mondiali 2022. In questo modo il Cile, che ha affrontato due volte l'Ecuador con Castillo in campo, avrebbe 5 punti in più in classifica e rimpiazzerebbe proprio la nazionale sotto accusa, che si è classificata quarta, dietro a Brasile, Argentina e Uruguay. Sebbene il Cile sia arrivato settimo dietro a Perù e Colombia, Castillo non ha mai giocato contro queste due nazionali, che quindi non avrebbero vantaggi in classifica.
Le accuse all'Ecuador
"Sulla base di tutte le informazioni e i documenti raccolti, i fatti sono troppo gravi e devono essere oggetto di un’indagine approfondita da parte della Fifa - scrive la federcalcio cilena - ci sono innumerevoli prove che il giocatore sia nato in Colombia, nella città di Tumaco, il 25 luglio 1995, e non il 10 novembre 1998, nella città ecuadoriana del generale Villamil Playas. Le indagini svolte in Ecuador, compreso un rapporto legale della Direzione Nazionale del Registro Civile, la massima autorità in materia in questo paese, hanno dichiarato l’esistenza di incongruenze nel certificato di nascita presentato dal giocatore, e hanno riferito che tale documento non esistevano nei loro file interni, sottolineando altre debolezze nel documento, per concludere che era possibile che fosse fraudolento.
Inoltre, una commissione investigativa della federcalcio ecuadoriana, volta a chiarire le irregolarità esistenti nei registri dei giocatori davanti a questa federazione, ha concluso che il giocatore era colombiano. Tutto questo, ovviamente, era pienamente conosciuto dalla FEF (la federcalcio eduadoriana, n.d.r.)".