john elkann e massimiliano allegri foto mezzelani gmt 198
La Juventus chiederà ad Allegri di dimettersi. Lo scrive Emanuele Gamba su La Repubblica. L’orientamento di una parte della dirigenza bianconero va in questa direzione. I rapporti sono tesi, non c’è più unità. Il tecnico non ha intenzione di farsi da parte, ma se glielo chiederà Elkann potrebbe trattare sul contratto ancora in essere e sulla cifra che il club deve corrispondere al tecnico in caso di addio a Torino.
Ieri, in conferenza stampa, Allegri ha eluso le domande precise sul suo futuro rinviando tutto a fine stagione, all’incontro del 5 giugno con la dirigenza della Juventus. Il tecnico ha dichiarato:
«La stagione prossima la decideremo il 5 giugno, quando tutto sarà finito, perché dovremo pianificare una serie di cose».
La Repubblica scrive:
“In quel lunedì di pianificazione gli chiederanno anche della disponibilità a farsi da parte, perché l’orientamento di una parte della dirigenza è quello. I rapporti sono tesi, come pure all’interno della squadra, perché quando ha perso presa il collante della motivazione (c’erano due trofei a portata di mano, il secondo posto, il fronte comune verso quella che era percepita come un’ingiustizia) l’unità si è sbriciolata. Allegri non ha intenzione di farsi da parte («Ho due anni di contratto e mi impegnerò perché la Juventus torni a competere per il campionato»), ma se la richiesta venisse da John Elkann, con cui ha parlato anche martedì («L’ingegnere ha voluto farci capire che niente è perduto») e con il quale ha un filo diretto, potrebbe anche sedersi a un tavolo e ragionarci sopra anche se i soldi ballo sono un’enormità, visto che nel prossimo biennio lo staff tecnico peserà sul bilancio per 43 milioni”.
Determinante sarà anche la questione direttore sportivo. Allegri non si è mai opposto all’arrivo di Cristiano Giuntoli alla Juventus, scrive il quotidiano, ma sicuramente non ha gradito il fatto di non essere stato interpellato. Ieri ha aperto all’arrivo di Giuntoli, in conferenza stampa.
“Ma sarà fondamentale anche capire come si svilupperà la questione Giuntoli, uno dei motivi di contrasto tra allenatore e dirigenza. Max ha però voluto chiarire la sua posizione: «Non ho il potere, né lo voglio avere, di scegliere il ds, il magazziniere o il segretario. Non ho mai messo bocca né, soprattutto, veto. Sono molto aziendalista e collaboro con tutti». In effetti, Allegri non si è opposto alla scelta del ds del Napoli, operata da Calvo, ma non ha gradito di non essere stato coinvolto nel processo decisionale: lo riteneva doveroso, visto che a novembre Elkann lo indicò come «punto di riferimento dell’area sportiva», due mesi prima che Calvo venisse nominato chief football officer”.