Gianluca Cordella per “Il Messaggero”
Il sereno dopo la tempesta. Le nuvole scure che giovedì accerchiavano dall'alto il Coni, nel giro di una nottata, si sono diradate e ieri è tornato il sole a illuminare Palazzo H. La composizione della pianta organica, il cui immobilismo era stato denunciato per l'ennesima volta da Giovanni Malagò durante e dopo la Giunta, ha finalmente ricevuto la mano tesa per tirarsi fuori dalle sabbie mobili burocratiche in cui era sprofondata.
E adesso le dimissioni paventate giovedì - che sarebbero potute arrivare subito dopo la cerimonia dei Collari d'oro del 20 dicembre prossimo - più che una minaccia o il frutto di uno sfogo appaiono un'abile mossa politica. Il nulla osta per il riconoscimento di tutte le professioni per i bandi è arrivato (resta da sciogliere però il nodo dei giornalisti dell'ufficio stampa) e ora le 165 persone che comporranno la struttura del Comitato olimpico non sono più soltanto un numero.
«Nel governo precedente volevano togliere l'autonomia dello sport - ha esultato ieri sera Malagò, visibilmente rasserenato, sul palco della Leopolda - . Ma abbiamo vinto questa battaglia, anche per l'autorità che ha il Cio rispetto ai governi».
VIA LIBERA Il primo assist era arrivato già nella serata di giovedì dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Ieri è arrivata la certificazione anche da parte della Ragioneria generale dello Stato e dell'Aran, l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che hanno inviato al Coni i rispettivi pareri favorevoli. Pareri che, unitamente a quello del Dipartimento della Funzione pubblica, sono stati acquisiti dal Comitato olimpico che ha trasmesso al Dipartimento per lo Sport la delibera per assicurare la funzionalità organizzativa del Coni. Ricevendo, di ritorno, il via libera definitivo.
draghi malagò atleti olimpici e paralimpici
Un passo avanti nella vicenda che ha incassato la soddisfazione anche della sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali che era stata salvata da Malagò («è una vittima di questa situazione», aveva detto il numero 1 dello sport italiano), salvo rispondere con fermezza alle parole del presidente stesso difendendo l'operato del Dipartimento.
«La delibera della Giunta Nazionale del Coni che, dopo essersi adeguata alle osservazioni del Dipartimento per lo Sport e aver recepito il lavoro delle diverse amministrazioni, permettendo allo stesso di fornire il nulla osta, assicurerà la funzionalità organizzativa del Comitato olimpico nazionale italiano», le parole dell'ex pluricampionessa di fioretto affidate a una nota ufficiale. Finalmente si può andare avanti. I fatti: tutto nasce con la Riforma che nel 2018 trasferisce a Sport e Salute ampia parte dei dipendenti del Coni.
Ma il decreto legge del 29 gennaio scorso quello approvato in fretta e furia per ridare autonomia al Coni ed evitare che l'Italia andasse ai Giochi senza inno e senza bandiera stabilì il ritorno degli stessi al Comitato olimpico. Il problema sorto era però che sia in caso di trasferimento di personale da un ente privato a uno pubblico che in caso di concorso pubblico i vecchi dipendenti del Comitato olimpico avrebbero perso benefit e qualifiche.
malago e giorgetti foto mezzelani
Da qui la richiesta di Malagò di poter pilotare il ritorno attraverso una cessione di contratto (da autorizzare con una legge) che è esattamente ciò su cui Brunetta e gli altri organismi si sono espressi favorevolmente. Il Coni può dunque riprendere la marcia con un Malagò la cui posizione sembra solida come non mai.
Ha pesato la clamorosa Olimpiade di Tokyo, certo, ma il resto l'hanno fatto le due prove di forza - quella di gennaio e quest' ultima - con cui il presidente è riuscito a sbloccare due situazioni che rischiavano di danneggiare seriamente la macchina dello sport azzurro. «Ogni volta che passo il confine sono orgoglioso di rappresentare l'Italia e la sua meravigliosa storia sportiva», ha esultato alla Leopolda, ripercorrendo lo straordinario 2021 di successi del nostro sport. Ora, forse, si potrà tornare a pensare solo a quelli.
Michele Sciscioli, Giancarlo Giorgetti, Rocco Sabelli, Andrea Abodi michele sciscioli